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M - Teologia da viaggio


Un paio di lekhter, e Fjjk si ripresentò in casa di Gudlaj con uno zaino sulla schiena. Nelle mani reggeva un piccolo tascapane contenente i reagenti medici necessari per ogni evenienza. Sul muso, invece, esibiva un sorriso reso sbilenco dal timore. Cosa devo aspettarmi? Poco potevano le fasce al plasma universale contro gli schiacciamenti e le bruciature, non sarebbe bastata tutta la sua scienza medica. Soprattutto ci sarebbe voluta tutta la misericordia di Hassa, se quella ... slitta fosse andata a sbattere... Cacciò con un gesto secco della mano artigliata il pensiero di una disgrazia e tentò di presentare al Gondas un cipiglio un po' meno preoccupato.

- Tranquillo scienziato! - lo salutò vivacemente Gudlaj dal retro della sua abitazione, sollevando un pollice verso l’alto in un curioso gesto. Fjjk si sentì sollevato nel vederlo sano e salvo dopo l'orrore del banchetto a casa di Asfwd. Ricordò improvvisamente la mano di Gondas che aveva trafitto con il forchettone e rabbrividì. Ma l'ottimismo di Gudlaj era contagioso. - Vedrai che, se la dolce Hassa vuole, andrà tutto bene! - disse tutto allegro il marsupiale.

Fjjk si limitò a mugolare basso tra sé, guardando la slitta con sospetto e iniziando a stipare il suo bagaglio nel ridotto compartimento ai piedi del suo sedile. Bene, c'era spazio a sufficienza, e d'altra parte lui non poteva proprio cacciarcisi in quel pertugio. Doveva accucciarsi sul sedile, poggiarsi ben bene sullo schienale curvo e appoggiare braccia e muso sul sostegno che il Gondas usava per il suo volto. Solo così sarebbe riuscito a rimanere fermo mentre la macchina si alzava. Già, la macchina, che adesso fluttuava a un lespam di altezza in direzione di una volta rocciosa, in cima alla quale, nel buio, si distingueva un'ombra più scura.

- E'... la galleria? - chiese Fjjk indicando il buco con forzata noncuranza.

- Sì, scienziato. Passeremo proprio di lì. Come vedi, ho già predisposto la slitta per la massima accelerazione verso l'alto. La prima parte del decollo sarà… più tranquilla. La seconda, un po'più brusca. Dovremo immagazzinare abbrivio per la salita a 45 gradi.

- Ma...ma siamo a meno di mille lespam dalle mura di Kà-dingirra! - gemette Fjjk. - Come pensi di passare inosservati, un Figlio e un ... Gondas a bordo di un veicolo così rumoroso? Avremo addosso la Sicurezza ancora prima di essere partiti!

- Stimato funzionario... - disse Gudlaj con uno strano sorriso sghembo - Accadrà quello che la dolce Hassa vuole. Se è scritto che la nostra slitta arrivi nel Di Sopra, allora gli Dei ce la faranno arrivare. Non devi avere paura.

- Come fai ad abbandonarti in questo modo al destino? - chiese Fjjk sconcertato. - Non è nella filosofia dei Figli imbarcarsi in imprese così difficili senza avere nemmeno l'idea di come andranno a finire! Io... io non ti capisco, Gondas!

- Se dentro di te non ci fosse la fede nella misericordia di Hassa non saresti qui, adesso e con il tuo zaino da medico sulle spalle. - Gudlaj sostenne con calma l'atteggiamento inquisitorio di Fjjk. - Onorato anatomista capo di Bavel, tu mi capisci molto meglio di quanto tu non creda. Usa il tuo cuore, la tua mente capirà.

- Come mai, Gudlaj, il nome della dolce Hassa ricorre nelle tue invocazioni molto più spesso di quelli degli altri Dei? Come mai non ti sento mai raccomandare le nostre vite a Homm?

- Stimato Fjjk figlio di Okjieko... E'la stessa ragione per la quale sul tuo muso il sorriso si allarga quando a tua volta parli della tenerezza della Dea dell'acqua. - Gudlaj prese improvvisamente il tono dell'ecclesiastico che era. - Non ho mai sentito nemmeno te raccomandarsi a Homm con gioia. O sbaglio?

- Cosa dici, o Gondas? La nostra religione si basa su tre principi interdipendenti!

- Ma uno di essi ti è più caro di altri, anche se non vuoi ammetterlo. Ed è quello che ti ha portato qui... Devi imparare ad abbandonarti ad Hassa.

Per qualche istante Fjjk considerò l'ipotesi di essere davvero l'eretico che il Capocerimoniere Asfwd e l'Araldo Resxew andavano dicendo che fosse. Se Gudlaj aveva ragione, il suo politeismo scricchiolava. Ma era incontestabile. Negli ultimi tempi il suo cuore tormentato era andato alla ricerca esclusiva della misericordia di Hassa.

- Vedo che cominci a capire, onorato scienziato. Cosa sussurra adesso la dolce Hassa nel tuo padiglione?

-...C...che non ha più senso aspettare. Che il nostro destino è partire, e trovare quello che è scritto ci sia nel Di Sopra.

- Esatto, o Figlio. E' tempo di affrettarsi.

Era il momento. I due compagni salirono sulla slitta e si sistemarono ciascuno dalla sua parte. Quando Gudlaj, azionando una minuscola leva, fece partire due rumorosissime ventole, Fjjk non poté fare a meno di coprirsi con i padiglioni le orecchie offese.

- Ci sentiranno tutti, la Sicurezza ci arresterààààà! - ululò al sacerdote Gondas, tutto concentrato nelle operazioni di decollo.

- Sfido chiunque a distinguere questo rumore da quello delle lame idrauliche nelle cave di calcare! - urlò a sua volta il Gondas, mentre il motore della slitta si accendeva e le piastre inferiori fecero alzare la macchina di un'altra ventina di lespam, vicino al budello da cui sarebbero usciti. Un momento di esitazione, la slittà si posizionò con il muso a freccia rivolto verso l'ignoto.

Poi, successe il finimondo. Fjjk si sentì affondare violentemente verso lo schienale, il volto costretto verso il basso dall'accelerazione, le guance che gli sfuggivano stranamente all'indietro. Era come se Seff si fosse seduto sopra il suo petto, alitandogli pesantemente sul naso. Il rumore era insopportabile, sembrava non dover finire mai. Lo scienziato, in preda al terrore, chiuse gli occhi, poi li riaprì nell'oscurità. Bavel era ormai un dolce ricordo. Perché, dolce Hassa, perché sono partito? La galleria di roccia, il budello, veniva loro incontro a velocità folle. Il Gondas alla guida aveva sul muso un'espressione che poteva dirsi determinata, gli occhi fissi sugli strumenti davanti a sé. Non guardava nemmeno fuori, e del resto non sarebbe servito. Sembrava bastargli l'indicazione di un circolo che due linee incrociate attraversavano incontrandosi al centro. Se il centro del circolo corrispondeva all'intersezione delle rette, capì Fjjk, c'era una vaga possibilità di non andarsi a schiantare contro le pareti rocciose.

Ma l'oscurità, ora, stava cambiando. L'inestricabile nero stava lasciando lo spazio a un colore rosso-ocra, le pareti del tunnel scorrevano tutt'intorno rivelando un fondo più liscio, come frutto di manutenzione. Improvvisamente, il fracasso cessò. Fjjk si accorse che la galleria era sbucata in un ambiente intermedio, enormemente più vasto e apparentemente anonimo se non fosse stato per la forma, accuratamente modellata nella roccia a ricordare l'interno di un enorme discoide. Grande Homm, è sconfinato! Dentro quel posto poteva trovare spazio l'intera Bavel! E quel colore... verdastro? Da dove veniva quella luminescenza? Fjjk alzò lo sguardo sulla volta del discoide per scoprire una nuova apertura, stavolta molto più grande. La luminescenza verde veniva da lì. Ma come poteva essere che in generazioni la Schiera non si fosse mai accorta che luoghi come quelli fossero così... vicini al suo mondo? In fin dei conti, l'accesso al grande discoide non era esattamente nascosto agli abitanti di Bavel. Bastava andare verso la periferia orientale e guardare ... in alto.

- Onorato scienziato... sorrise Gudlaj ai dubbi di Fjjk, ancora una volta ignaro di avere parlato a voce alta. - Tu conosci i tuoi fratelli di razza. Sai bene che molti di loro, se gli Anziani decidessero che così va fatto, non riconoscerebbero più un k'pibra da un giorno all'altro. La Schiera ha semplicemente rimosso l'esistenza della Strada.

- E' come... come il fossile in laboratorio! - esclamò lo scienziato.

- Cosa vuoi dire, onorato anatomista capo?

- Certo! La roccia in cui è imprigionato il fossile bipede che custodisco in Patologia... Beh, è una lunga storia. Ma quella roccia, che proviene dalle Piane Rocciose, non lontano da dove io e te siamo partiti poco fa... Quella roccia non ha la stessa composizione dei minerali delle Piane. Secondo me...

- ...Proviene dal Di Sopra, scienziato?

- Non può essere altrimenti. Non dopo quello che ho visto adesso. Ma quello che ho visto trascende anche le mie congetture più fantasiose!

- Vedi che abbandonarsi alla pietà di Hassa ti ha portato alla conoscenza. Così è stato in passato, così sarà in futuro. - Gudlaj iniziò a ondeggiare ritualmente, toccando con la fronte la cloche della slitta. Fjjk si accorse di essersi dimenticato per l'entusiasmo che entrambi erano ancora a bordo di quel veicolo infernale. Ma doveva sapere ancora qualcosa dal Gondas.

- Gudlaj, tu sapevi che sopra Bavel ci fosse un ambiente del genere? - chiese Fjjk con vece tremula.

- Certo che no, onorato scienziato. - rispose il Gondas con voce quasi allegra. - Ma i nostri miti ne parlano, la Grande Camera di Hassa. Vedi la luce verde? Da lì è scritto che la Dea della dolcezza è entrata per placare l'ardore di Homm il creatore, l'acqua che doma il fuoco e gli impedisce di diventare caos. Ovviamente si tratta di un mito, ma credo che lassù l'acqua, misericordia di Hassa, sia ancora abbondante. E che sia la vera fonte di vita nel Di Sopra.

- In effetti quella luce potrebbe indicare la presenza di un ambiente meno ostile di quello che la tradizione della Schiera invece vorrebbe - aggiunse Fjjk pensando di nuovo ad alta voce.

- Ma certo, stimato anatomista! - ribatté Gudlaj - La nostra religione, lo avrai capito, è tutta basata sulla misericordia della Dea. Senza Hassa non ci sarebbe stata creazione, ma solo casualità cieca. E' come la variabile fondamentale dei calcoli matematici che si svolgono a Kà-dingirra!

- Non bestemmiare! - gridò Fjjk, che per lo scandalo si prese la coda fra le mani, cominciando a salmodiare intimidito. - Quelli non sono calcoli, è la Deduzione Logico-Mistica dell'esistenza degli Dei! Non sono abiti per il mio manto, né per la tua nuda pelle. E' cibo per i denti piatti del Primo Sacerdote Swesgu! E nemmeno lui ne parlerebbe in maniera così disinvolta. Bada alla tentazione di Seff!

- Capirai a suo tempo, amico mio... - sorrise Gudlaj - Scoprirai che la vostra Creazione è più simile alla nostra di quanto tu non immagini. Scoprirai che Seff non incombe in maniera così tragica.

Gudlaj si sistemò ben saldo nella sua cuccetta di pilota.

- Ma adesso, o stimato scienziato, arriva il bello. Quella lassù è l'apertura verso la Grande Salita. - il Gondas indicò l'apertura da cui fuoriusciva, come un raggio fatato, la luminescenza color verde dorato. - Faremo ottomila lespam a un’inclinazione costante di 45 gradi. Fino a circa metà strada accelereremo per evitare di precipitare all'indietro, poi a tre frazioni di percorso metteremo i motori al minimo per sfruttare l'abbrivio e scongiurare di essere proiettati chissà dove nel Di Sopra. Rimani pronto… Adesso!

Nemmeno il tempo per raccomandarsi ad Hassa, o maledire Seff, e Fjjk fu di nuovo schiacciato nella sua cuccetta. I due ugelli posteriori della slitta si unirono alle piastre inferiori in un ruggito che sconvolgeva i nervi e le ossa, l'intera struttura iniziò a gemere paurosamente. Gudlaj iniziò a far girare sempre più vorticosamente il veicolo in una traiettoria che saliva a spirale intorno al centro dell'enorme discoide. Un giro, due, tre, cinque, dieci giri, ciascuno più veloce e pauroso di quello precedente... Fjjk si trovò appiccicato al lato esterno della macchina, come se da un momento all'altro dovesse sfuggire alle cinture che lo bloccavano e spiaccicarsi contro la parete di roccia. Squittì, urlò, mentre il Gondas continuava ad accelerare, e, a un certo punto, fece spiccare il volo alla slitta verso l'apertura superiore.

Da scienziato, Fjjk aveva stavolta deciso di guardare cosa lo aspettava. Luci e colori, lo capiva, non erano del tutto reali. Era come se la velocità e il terrore stessero dando corpo alle sue paure. Improvvisamente, di fronte alla slitta, si parò il muso olografico del database che l'Anziano aveva consultato sul suo conto nella Teca...

- Scienziato... Fjjk... Okjieko... - blaterò stolida la chimera - ...Nuova iniziativa... non autorizzata!

Contemporaneamente, Fjjk scorse, nel verde che schiariva in lontananza, due sagome di Figli levare lentamente verso di lui il temibile profilo delle pistole della Sicurezza e … sparare un nugolo di proiettili ad ago che non gli avrebbero lasciato scampo. La nuvola mortale si avvicinò a velocità decrescente, per fermarsi davanti al lunotto della macchina. Proprio mentre pensava che la scarica avrebbe frantumato il sottile diaframma trasparente per investirlo e ucciderlo, Fjjk vide che gli aghi, uno per uno, cominciavano a cadergli davanti, sparendo fuori vista. Poi l'illusione venne meno, quasi scivolando lungo le paratie della slitta. Il fragore dei motori sovrastava ancora ogni cosa, mentre Fjjk si accorse che ora la luce tendeva verso l'arancio acceso.

- Marito devoto...

Lo scienziato si voltò alla sua sinistra e scorse il muso aggraziato di Otgejn.

- Dovrai essere forte, Fjjk - disse la sua moglie anziana.

- Cosa intendi dire?

- Trascendi te stesso.

- Cosa??

Un scossa improvvisa. Una turbolenza, forse? Accanto a Fjjk il volto di Otgejn riprese le fattezze reali di Gudlaj. Un'altra allucinazione. Ma cosa c'era di fronte a loro?

- Venti in tempesta, scienziato!

Venti? Che cosa voleva dire, e.... Fjjk non ebbe il tempo di paragonare il concetto di vento alle gentili brezze di Bavel, che un uragano investì la macchina volante. Refoli impetuosi si infiltrarono sotto la cupola di protezione dell'abitacolo, aggiungendo fragore al fragore. In pochi istanti l'intero velivolo iniziò a imbardare sotto la spinta della titanica corrente. Fjjk aguzzò gli occhi nel chiarore sempre più intenso che si faceva loro incontro. Era questa dunque la luce che uccideva? E come a un segnale le onde di chiaroscuro che si succedevano sulle pareti intorno alla slitta confluirono in una forma che si materializzò di fronte ai due viaggiatori, ondeggiando e piroettando a ogni evoluzione della slitta, ma rimanendo sempre lì, saldamente agganciata al velivolo, come decisa ad abbatterlo con il suo peso. Implacabile, li fissava negli occhi. Due iridi di un crudele color giada su un enorme muso allungato, dalle fauci spalancate e zannute, le orecchie frastagliate abbassate sul cranio... Seff il Serpente! Era stato ingenuo a credere che il demone del caos fosse lontano. Lui invece era sempre lì, in compagnia del dubbio e della paura... Fjjk aveva voluto sfidare il suo destino di razza, aveva voluto trascendere le possibilità della Schiera con la sua presunzione di maschio individualista. Aveva voluto imboccare quella Galleria che i Figli, ora lo capiva, giustamente ignoravano.

E ora Seff veniva a riprendersi quello che, insidioso e tentatore, gli aveva offerto sotto le false spoglie di quel Gondas... Una creatura infernale, ecco cos’è! Come aveva fatto a non capirlo subito? Un non senziente non può fare tutte queste cose! Era stato un trucco fin dall'inizio, uno sporco trucco per perderlo nella disperazione di Seff, che ora arrivava a reclamare lui e il suo succubo con il suo alito rovente! Pazzo di furia, Fjjk sganciò la sua cintura di protezione e si avventò contro Gudlaj.

- Cosa ti succede, scienziato? Fermati, o ci uccideremo entrambi! - ansimò il Gondas tentando di bloccare l’aggressore con la mano libera.

Ringhiando, Fjjk, la addentò a fondo, facendo sprizzare il sangue sul lunotto di protezione. Ma Gudlaj riuscì in qualche modo ad assestargli un solo colpo alla tempia con l'ossuto gomito. Fjjk si accasciò, di fronte ai suoi occhi il leviatano di Seff perse consistenza e scomparve. Con gli ultimi barlumi di coscienza avvertì il ritrarsi dei quella mano titanica che l'aveva tenuto schiacciato fino a quel momento nel suo sedile. Libero dalle cinghie, per lunghi istanti Fjjk fluttuò nel ridotto abitacolo, per poi sentirsi di nuovo spingere, adesso contro la volta superiore. Una mano insanguinata dal pollice opponibile lo tirò giù di nuovo, ma subito dopo arrivò, definitivo, lo schianto. Fjjk fu quasi grato che il colore giallo intenso, ormai sfumante verso un'ultraterrena luminescenza bianca, si convertisse di nuovo in un nero impenetrabile.






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Figlio della schiera

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