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Fantasia


a cura di Franco Forte-FANTASCIENZA

"Raccolta Millelire" n. 5, ed. Stampa alternativa, '95; © by Stampa Alternativa/Nuovi equilibri; 566 pagg., 10000 £ (5,16 €)


Altri contributi critici


-recensione di Enrico Rulli, "Cosmo Sf" n. 1/'95, ed. Nord, in "Fandominformazioni"

-recensione di Sergio Brancato, "Isaac Asimov Sf Magazine" n. 16, ed. Phoenix, '95, pag. 143

-recensione di Franco Ricciardiello, "Future shock" n. 16, '95


Seconda bella antologia che la Stampa alternativa dedica, nello stesso anno, al nostro genere, sempre curata dal quel Franco Forte che già tanto ha fatto per la sua promozione. Dopo "Horror erotico", ecco questa, ottima, in cui sono rappresentati tutti i vari sottogeneri che la nostra letteratura fantastica ha saputo generare, dalla Sf classica, al fantasy, all'horror, al thrilling psicologico, senza trascurare, lacuna colmata dal curatore stesso, il cyberpunk.

Ma, prima di dire altro, andiamo ad esaminare i racconti ad uno ad uno.


-"Sulle ali di Stinger", di Franco Forte (pagg. 7-21 1° volume)-ottimo racconto cyberpunk del curatore, inserito, come dice lui stesso, : "Al momento di chiudere questa raccolta ho scoperto con sorpresa che mancava un tassello importante per delineare il maggior numero possibile di componenti in cui si suddivide la letteratura del fantastico: il cyberpunk.... Ho deciso quindi di provvedere io stesso..." (pag. 5). Vi si racconta della navigazione nei gangli della Rete di un giovane alla ricerca dell'anima della sua ragazza, che era andata a sfidare i sistemi difensivi delle Multinazionali, che nessuno mai osava sfidare: "Davanti a lei c'erano gli uomini che l'avevano violentata, la società crudele e indifferente che si era sempre disinteressata del suo caso, i ricchi e i potenti che avevano dimenticato con disprezzo le esigenze di gran parte della popolazione per dedicarsi unicamente allo scopo di accrescere il loro potere." (pag. 18).

-"L'invasione degli ultracorti (invasion of the body squeezers)", di Enzo Verrengia (anche in "La gazzetta del mezzogiorno" del 7 agosto '93; pagg. 25-48 1° volume)-racconto umoristico intriso di riferimenti alla recente vita politica italiana.

-"Hercules graffiti", di Paolo Aresi (pagg. 51-62 1° volume)-bel racconto d'atmosfera, in cui, ballardianamente, si esplora lo spazio interiore di... un'esploratore spaziale, alla disperata ricerca di una qualche forma di vita aliena, puntualmente disattesa, di ammasso stellare in ammasso stellare.

-"Mexican radio", di Marco Pensante (pagg. 5-35 2° volume)-racconto psichedelico in cui si racconta dell'agonia delirante di un musicista malato di cancro, in cui si sentono chiarissimi gli echi de "Il pasto nudo" di Burroughs, come anche si dice nell'introduzione.

-"Buio", di Paolo Lanzotti (pagg. 39-60 2° volume)-bel racconto robotico in cui si immagina un robot addetto alle esplorazioni sottomarine e dotato di una mente ricavata da una matrice umana, che, mentre è proprio in azione nei fondali marini, impazzisce; la sua parte umana si scinde da quella meccanica, creando un conflitto, per così dire, interno, ma che la parte umana recepisce come un attacco dall'esterno; particolarmente interessante un passaggio in cui, tipicamente, il robot si interroga sul suo essere più o meno umano: "E poi, il pensiero, IL PENSIERO. Sarà quella, la morte? Come la liquida, greve notte di giaccio che incombe su di lui da ogni parte? È un pensiero insolito quello che stà saettando, frenetico, nella rete neurale.(...) ... è arrivato a comprendere che il concetto di cessazione delle funzioni vitali non avrebbe potuto far parte della sua matrice mentale originaria." (pag. 49).

-"I giorni del vento", di Giuseppe O. Longo (pagg. 5-26 3° volume)-ottimo racconto d'atmosfera, direi quasi surreale, in cui si immagina una città sulla quale è scesa una tremenda punizione: "La legge fu infranta, perciò fu mandato il castigo." (pag. 17). È una specie di castigo biblico: "Le piaghe del castigo sono tre. La prima è la siccità, i campi inaridiranno e le bestie moriranno di sete. La seconda è il vento, e le costruzioni degli uomini saranno consumate nei secoli. Ma la terza è il fuoco e nessuno potrà scampare." (Idem), della quale, nel racconto, si è arrivati alla seconda: "...il vento fu portato dai tre giganti di pietra che poi si trasformarono in mulini." (pag. 18), ed essa aumenta coll'accumularsene di altre: "...ad ogni ulteriore infrazione dei cittadini la sua gravità aumenta." (Idem). Questo suo essere in stile biblico fà pensare che debba avere una qualche morale, ma esso, l'autore lo fà rimanere opportunamente celato, lo cripta, per così dire, dietro il comportamento di quella che si può dire essere la protagonista, una componente del gruppo di turisti che vi si muove, che, alla fine, direi, si fà prendere da delle forze misteriose, aumentando la punibilità di quella cittadina.

-"Torino", di Franco Ricciardiello (anche in "Intercom" n. 146/147, '97, pag. 8, e in "Delos" n. 42, '98-'99-finalista (2°), premi "Italia" '96, (2°), "Courmayeur" '96; pagg. 29-60 3° volume)-racconto ucronico che immagina un passato (il '66), in cui non ci sia mai stata una 2° guerra mondiale, ci sia un: "...Oriente ricco e democratico..." e un'Italia a regime fascista invada la Svizzera, e conseguenze susseguenti. L'edizione poi apparsa sulla nostra fanzine, è quella completa, che Ricciardiello dovette tagliare per esigenze di spazio; vi è un lungo paragrafo, su un attentato a Damasco, in più, piuttosto chiarificatore, come dice l'autore stesso, oltre a varie altre spiegazioni, nell'introduzione, "Torino: un metodo (narrativo) per veicolare informazione complessa" pag. 7. Risulta, infatti, così, una lettura alquanto difficile da supportare, troppi pochi agganci cognitivi; dispersivo.

-"Il vampiro della Versilia", di Carlo Bordoni (pagg. 5-42 4° volume)-thrilling psicologico con serial killer, senza alcun elemento che lo possa connotare come fantastico.

-"La città morta", di Franco Clun (pagg. 45-63 4° volume)-fantasy che ne segue pedissequamente gli stilemi; ne risulta, comunque, un divertissment piacevole, senza alcuna pretesa, appunto, di voler comunicare qualcosa.

-"Re'em", di Massimo Pandolfi (anche in "Delos" n. 92, 2004, col titolo "Re'em-l'uomo pesce della cattedrale"; pagg. 5-16 5° volume)-il Pandolfi ci ha già regalato altri bellissimi racconti di zoologia parallela, e, questo, non fà certo eccezione; vi riesce a creare un'atmosfera irreale, soffusa, sospesa fra realtà e fantasia, che lo rende, come gli altri (pochi) suoi racconti che ho potuto leggere, veramente inimitabile. Il ciclo della zoologia fantastica annovera diversi racconti apparsi su fanzines e sul "Gazzettino di Venezia", fra i quali "Zoologia parallela" (in "Le ali della fantasia", del quale, la prima parte è "Fragilaria incantus", apparso in "La collina" n. 2, ed. Nord, '81).

-"Domino", di Gloria Bàrberi (pagg. 19-47 5° volume)-buon racconto d'atmosfera in cui si fà una sorta di discorso sulla letteratura fantastica, su quanto essa possa entusiasmare, su quanto, attraverso di essa, si possa dire, attraverso una narrazione che, prendendo dalla biografia di William Beckford, e dal suo "Vathek" ("Oscar babele" n. 18, ed. Mondadori, "Tascabili" n. 547, ed. Bompiani, e in "I grandi romanzi dell'orrore", ed. Newton Compton), ci porta in un mondo magico nel quale si mescolano letteratura e incantesimi, passione e, appunto, magia.

-"Tarentula", di Daniele Brolli (pagg. 5-45 6° volume)-è, come dice il Forte nell'introduzione, una "tragica favola kafkiana", un pò perversa e un pò aracnofobica.

-"La donna che veglia", di Roberto Genovesi e Errico Passaro (pagg. 49-61 6° volume)-in cui si riprende un pò l'atmosfera tipica del romanzo gotico, facendola rivivere ai giorni nostri; buona atmosfera, avvincente.

-"Prima del buio", di Vittorio Curtoni (pagg. 5-22 7° volume)-ottimo racconto, come la maggior parte dell'opera del Vittorio, in cui, un pò come in "I figli della paura", di Dan Simmons (Childern of the Night, '92, "I blues", ed. Mondadori, '95), si mischiano il tema classico del vampiro e quello, attualissimo e drammatico, dell'AIDS.

-"Giulio del grano", di Dario Tonani (pagg. 25-61 7° volume)-ottimo racconto in cui, tipicamente, la quasi totalità della narrazione si rivela, nel finale, essere null'altro che le fantasticherie, ancestrali e pagane, di un bambino che, dalla finestra, vede una sorta di uomo nero.

-"Tempo di salpare", di Renato Pestriniero (pagg. 5-16 8° volume)-racconto onirico, direi simbolico, di un simbolismo, però, alquanto criptico, ma, comunque, di buon effetto.

-"Lasciate che i coniglietti vengano a me", di Mauro Scarpelli (pagg. 19-44 8° volume)-tutto tenuto su di un tono, direi, farsesco, è l'intricatissima storia di un bambino dotato di poteri speciali che non vuole mai smettere di esserlo, dalla sua infanzia di trentasette anni al suo paese, con la nonna che gli racconta le fiabe (?), alla sua missione su di un'astronave ad esplorare nuovi pianeti per la Marina Spaziale, guadagnata vincendo... In sintesi, la storia del normale arrovellarsi della mente di un'adolescente, combattuto fra il rimanere bambino e il diventare adulto, risolta, forse, nel migliore dei modi: "Sono cresciuto nel frattempo, sono maturato, ma non ho smesso di sognare..." (pag. 44). Notevoli le scene di sesso, nelle quali si evidenzia l'incapacità, tutta adolescenziale, di rapportarsi, direi, pariteticamente, con una donna.

-"L'appuntamento mancato", di Gianfranco de Turris (anche in "Racconti dell'anima", "Percorsi di cultura politica", anno II, n. 6, ed. Pantheon, 2003 e "Nel nome di Lovecraft", a sua cura, ed. Bottero, 2008; pagg. 5-12 9° volume)-il più breve dell'antologia, è un ottimo esempio di quello che dovrebbe essere una short story; un rapido crescere della tensione, a sfociare in un finale a sorpresa. Vi si racconta, semplicemente, di un incontro fra un appassionato di letteratura fantastica e niente di meno che H.P. Lovecraft... nella metropolitana di Parigi.

-"Pazza", di Mauro Antonio Miglieruolo (pagg. 15-62 9° volume)-il più lungo dell'intera antologia, ha, come novum denotentelo quale racconto fantastico, quello del tema classico del robot, qui del tipo collaboratore familiare, ma, in effetti, è incentrato sulla condizione di frustrazione nella quale la stragrande maggioranza delle casalinghe vive.

-"Delitto in Paraguay", di Daniele Ganapini (pagg. 5-24 10° volume)-racconto sulla letteratura, in cui, cioè, lo scrittore conduce per mano il lettore passo per passo, segnalandogli di volta in volta i trabocchetti che egli stesso dissemina. Il più eclatante è quello dell'indicazione dell'essere una pista falsa quella di Giuda, per poi introdurre il leit motive della coppia che giunge "...in una notte buia e tempestosa..." nella dimora tenebrosa: "Una bufera incredibile allora incarognì sul mondo. Chiaramente si trattava di un nubifragio che nulla aveva a che vedere... la locanda che si trovarono di fronte assumeva, al di là del triste aspetto di bettola... Quello era l'unico posto dove avrebbero trovato da dormire." (pag. 14-la sottolineatura è mia). Veramente notevole.

-"La battaglia degli alberi", di Silvio Canavese (pagg. 27-46 10° volume)-altro racconto fantasy, ma, questa volta, decisamente buono; vi si racconta di una battaglia vinta dai celti, inferiori, in quanto ad armamenti e a strategie militari, sui romani invasori delle loro terre, per mezzo di uno stratagemma... musicale.


Come abbiamo visto, il livello qualitativo medio è davvero notevole; veramente pochi i racconti sottotono, e, più che altro, per il solo fatto di non essere del tutto inscrivibili all'interno del nostro genere, non tanto per la loro qualità. Nell'introduzione, il Forte ci dice che aveva sottomano molti altri buoni racconti, che se l'editore l': "...avesse messo a disposizione un cofanetto da venti Millelire, o meglio ancora da trenta, allora forse avrei avuto qualche speranza in più di completare l'affresco, e questo per affermare che la letteratura dell'immaginario italiana è in grande fermento, ha veri talenti da esprimere e può avere la capacità di trovare spazio anche al di fuori delle anguste praterie dell'editoria specializzata." (pag. 4). Ed è davvero un buonissimo aiuto, questo che dà alla nostra letteratura. Per finire, anche questo volume è confezionato, come "Horror erotico", in maniera decisamente intrigante; i dieci fascicoletti di cui è composto, 10,5 x 15, sono racchiusi in un... pacchetto di sigarette gigante!! Franco Forte ha curato anche un'altra antologia, per questa casa editrice, "Cyberpunk". Una gran bella cosa sarebbe se, prossimamente, la Stampa alternativa ci fornisse altre, di queste divertenti antologie.






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