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H - Il nocciolo di ogni sapere


Datasentr, comunemente noto come la Teca, il tempio del sapere. Maledizione a te, stupido di un Figlio incauto, imprecò Fjjk contro se stesso. Era esausto per la lunga camminata da casa, e soprattutto impaurito. Chi glielo aveva fatto fare a imbarcarsi in quell'impresa, scoprire dettagli sul Di Sopra nella grande Teca di Kà-dingirra? Un nido di vipere, popolato da insidiosi sacerdoti semiciechi ma dagli sviluppatissimi padiglioni auricolari, che Seff glieli rosicchiasse fino all'ultima cartilagine! Come se non lo avesse saputo prima, che gli Anziani che non facevano parte del sacro Consiglio facevano i tecari a Datasentr, un enorme cubo le cui facce misuravano seicento lespam di lunghezza. Sei i piani interni, corridoi rigorosamente in linea retta, a simbolo del percorso inequivoco del sapere, scaffali, scaffali e ripiani dove erano posate migliaia di tavole in allorepel. Prima di inventarlo, Fjjk rise tra sé al pensiero, quanti documenti si erano persi a causa dell'insano richiamo di Seff! Quanti Figli, inservienti della Teca, erano stati sorpresi a rosicchiare con avidità preziose piastre di antichissima plastica! Per quel motivo adesso i Tecari erano tutti sacerdoti, religiosamente vincolati alla devozione per quanto custodivano. Soprattutto, ormai da tempo, l'allorepel, metallo simile al duralloy, ma molto più costoso, impresso per la stampa con acidi che risultavano tossici anche per le coriacee gengive dei Figli, aveva sostituito la plastica come supporto. La stessa cosa era accaduta anche ai dischi delle comconsolles, altro passatempo preferito, stavolta dalle zanne dei Figli più giovani. Ma sarebbe stato alquanto sospetto, per la filosofia altruistica della Schiera, tenere per sé soli dei dati di cui tutti avrebbero dovuto fruire. Chi era il singolo Figlio per nascondere dischi di dati che avrebbero potuto interessare l'intera comunità? Peggio: se una cosa del genere fosse stata scoperta, la Sicurezza avrebbe certamente indagato sull'accaparratore, spulciando fino all'ultimo bit nel suo archivio digitale, e inserendovi dentro potenti programmi studiati per evidenziare il ricorrere di certe parole, come governo, politica e Gilda. Ma non bastava.

Tempo prima, a Bavel, era successo un fatto bizzarro. Poco dopo la salmodia del sonno, un'intera compagnia di Guardie armate di fulminatori leggeri e pistole a fase da sommossa aveva prima circondato una magione familiare, per poi farvi irruzione. I militari erano poi usciti trascinando una giovane Prole che fu interrogata in caserma per una dozzina di lekhter. Il Bollettino di Bavel chiarì in seguito quanto era successo. Il Figlio aveva passato molto tempo davanti a un nuovo ologioco, che simulava la sua personale scalata al potere all'interno di una società virtuale. Tutto era lecito nella finzione, perfino l'assassinio, pur di arrivare allo scopo. Un programma di ricerca di nuova concezione, entrato via comconsolle, si era inserito nella matrice del gioco e, dopo pochi istanti, aveva inoltrato un'allarmata segnalazione alla Sicurezza: all'interno di quella casa si stava svolgendo una riunione sediziosa, oggetto, la preparazione di un colpo di Stato. Ci volle tutta l'influenza del Padre della Prole, un funzionario di grado intermedio, per chiarire l'equivoco. La Prole fu rilasciata senza conseguenze giudiziarie o etiche, ma l'ologioco in questione fu messo fuorilegge e nel personale programma didattico del giovane Figlio fu inserito un corso di rafforzamento delle pulsioni altruistiche.

L'episodio aveva rafforzato nella Schiera la convinzione che l'individualismo andasse combattuto, anche negli affari domestici e nel divertimento. Così, tutto il lavoro che si svolgeva sulla comconsolle di casa veniva automaticamente salvato in remoto. L'enorme flusso di dati finiva nella grande memoria centrale custodita nel cuore di Datasentr, il cosiddetto Kern’l , un cubo dentro il cubo che occupava due piani dell'enorme costruzione e misurava duecento lespam di lato. All'interno del Kern'l la marea crescente di informazioni veniva selezionata. All'inizio da elementari programmi che conservavano solo ciò che apertamente sembrava avere un'utilità per il database della Schiera. In seguito, grazie alla capacità di autoreplicarsi ed evolvere, i software di controllo cominciarono a condurre verifiche sempre più sofisticate, interagendo con altri e nuovi programmi di archiviazione. In breve tempo, Il Kern'l finì con l'immagazzinare non solo la realtà quotidiana, ma anche quella che poteva definirsi la traduzione digitale dei sogni e delle aspirazioni di ogni Figlio della Schiera. Non c'era da meravigliarsi che il Kern'l suscitasse tra i Figli un timore dai risvolti quasi mistici, e che soprattutto fosse sorvegliato da un apposito battaglione della Sicurezza di Kà-dingirra.

Sacerdoti dal finissimo udito, ispettori occhiuti che portavano infilate sulla mano pistole a fase dall'aria sinistra... Fjjk galoppava a testa bassa per gli interminabili corridoi della Teca, non azzardandosi nemmeno a chiedere l'uso di una delle piattaforme gravomagnetiche di cui gli impiegati disponevano. Fare ricerche a Datasentr, per un non adepto, sebbene scienziato, era un gesto rituale, e dunque comportava sacrificio.

Eccolo lì, hmphf, il compartimento, si disse, levandosi in piedi ansante e ricoperto di sudore. Di fronte a lui c'era un corridoio che, al secondo piano, portava dritto alle stanze sacre del Kern’l. Là c'è il nostro sapere. Là c'è la ragione della nostra esistenza. Là ci sono la scienza e la coscienza, la responsabilità e la tentazione del potere assoluto. Là Hassa combatte contro Seff. Chi vince spinge la volontà di Homm. I pensieri si intrecciarono nella mente di Fjjk con le Sure Sacre della Genesi del Sapere, le salmodie che insieme esortavano alla scoperta e mettevano in guardia contro l'ambizione e il segno di Seff il Serpente. Chissà se Asfwd Fasd aveva mai capito quanto fosse rischioso perseguire il potere utilizzando la scienza come arma. Ma quanto era diverso Asfwd da lui? Lui, Fjjk, cercava davvero le risposte che tutta la Schiera attendeva? Sarebbe stato degno, Fjjk figlio di Okjieko, di quella responsabilità? O avrebbe ceduto a sua volta alle lusinghe del Serpente?

Ecco la soglia del Kern'l. Devo oltrepassarla ... fingendomi un pellegrino! L'improvvisa consapevolezza che mai un pacifico anatomista avrebbe potuto eludere la sorveglianza di quei Figli dall'aria decisa, Guardie Scelte armate di fulminatori a raggio incastrati sulle braccia robuste, colse Fjjk con la velocità del guizzo di una sguenda. Il Kern'l, lo sapeva, non era difeso da porte a energia o macchinari tecnologici di alcun genere. Bastava il tabù del Sapere a scoraggiare i Figli più avventurosi. E a scoraggiare i pazzi ci avrebbero pensato le armi pesanti della Sicurezza. Eccetto gli Anziani che svolgevano il compito di Tecari, non si ricordava che un Figlio avesse mai oltrepassato quella soglia per fare delle ricerche. A meno che non fosse un pellegrino religioso e devoto che intendesse rendere omaggio agli Dei. Un Figlio animato da questi sentimenti, vestito di abiti decorosi e privo di ogni dispositivo atto alla registrazione, poteva chiedere di entrare e pregare, mantenendo un contegno umile e ispirato. Fjjk lo sapeva, e così continuò, lamentoso, la salmodia del Sapere, le Sure di base che si intrecciavano con le variazioni personali e familiari.

Risultò, che Hassa lo perdonasse, molto convincente. Le due Guardie armate di fulminatore lo fecero passare. E' fatta, si disse, riducendo il suo salmodiare a un sussurro. Si guardò intorno. L'intensa luce dorata di Datasentr aveva lasciato il posto a un diffuso chiarore biancastro. Quale ne fosse l'origine, Fjjk lo ignorava. Un rapido gesto della mano a sfiorare gli scaffali, e... Quarzi! L'intero Kern'l è fatto di Quarzi luminescenti! Con due dita tremanti, Fjjk estrasse una piastra dal suo alloggiamento e cominciò a leggere. Hgh, dunque, il mito del carapace di e della... Strada di Homm? Una definizione nuova ma, in un certo senso, non del tutto, insomma sì, da giovane accademico, ben prima di diventare anatomista, Fjjk ora se lo ricordava, ne aveva anche parlato con gli altri studenti. C'era anche, ora lo rammentava, un modo di dire tra le giovani Proli dei suoi tempi. Se bestemmi, se pecchi, Seff il Serpente ti trascinerà indietro per la Strada di Homm... Meno rispettosi del dogma, i giovani Figli di oggi erano invece soliti mandarsi metaforicamente per la Strada di Homm quando volevano insultarsi in modo colorito. Ma cos'era mai, dolce Hassa, la Strada di Homm? L'antico testo sembrava non avere dubbi. Ma certo. Una galleria, sìsìsì, una lunga e impervia galleria! Attraverso di essa Homm il potente era passato dalla superficie al Sottosuolo per creare il mondo della Schiera. Questa strada era il passaggio da cui poi il Dio della Forza soleva muoversi per passare sulla superficie, il Di Sopra! Se lo si interpretava laicamente, questo ... passaggio non poteva essere dunque stato utilizzato da ... creature in carne e ossa per comunicare tra due mondi? Oppure per creare artificialmente un nuovo mondo?

- Cos'è tutta questa eccitazione, onorato Figlio?

Fjjk, colto del tutto alla sprovvista dalla melensa voce che lo interrogava, lasciò cadere la piastra di allorepel sul pavimento di keramyk. Come previsto, la tavola non si ruppe, ma rimbalzò sulla superficie elastica. L'anatomista capo di Bavel, riuscì a riagguantarla al volo, imprigionandola tra le due palme unite. Il gesto di destrezza, puramente casuale, lo calmò all'istante, e gli fece capire all'improvviso di avere svolto i suoi ultimi ragionamenti in alti squittii, fin troppo comprensibili a chi si fosse trovato a ragionevole distanza. Aveva ragione Otgejn, per credersi un Figlio riservato, pensava a voce decisamente troppo alta. E... non glielo aveva detto anche Gudlaj il Gondas?

- Un pellegrino dovrebbe mantenere un contegno dignitoso! - disse il suo interlocutore, un sacerdote massiccio e di bassa statura, che, per guardarlo meglio coi suoi pallidi occhi di vecchio doveva tenere il capo ben sollevato. - Perché tu, Figlio, sei un Pellegrino, vero?

- E...ecco... - balbettò Fjjk. - Ecco, io sto svolgendo ricerche sulla... geologia di Bavel!

- La... geologia di Bavel?? - Insieme alla meraviglia, il vecchio sacerdote sputò anche della saliva, dritto sul muso di Fjjk.

- Sìsì, saggio Tecario - disse Fjjk asciugandosi di nascosto, mentre osservava i segni blu lungo il muso dell'Anziano e ringraziando Hassa che non fossero quelli viola degli Anziani del Consiglio.

- Ma... sono cicli e cicli che nessuno chiede documenti su questo tema... A cosa ti servono, illustre servo di Homm?

Il ritorno a un tono più conciliante rilassò Fjjk, che si deterse il sudore con il dorso di una zampa, senza però mollare la tensione. Era vitale convincere il vecchio.

- Saggio Tecario, quando la Famiglia ti cresce intorno e le tue compagne invecchiano, anche la scienza deve lasciare posto alla trascendenza. La genesi di Bavel e le azioni degli Dei, ho bisogno di riflettere e meditare!

Mentire, dissimulare, non ne so molto di queste attività da giovani Proli inquiete o da Femmine impazienti

- Hmpf! - borbottò tra sé l'Anziano, scoprendo le zanne in un ghigno che aveva poco di amichevole. - Strano tutto questo misticismo e tutto all'improvviso...

Lentamente, il sacerdote tirò fuori dalla tasca della tunica blu una comconsolle portatile dallo schermo molto più grande del normale. Premette un ampio tasto con un unghiolo ritorto e, all'istante, un volto disincarnato di Figlio fu proiettato in tre dimensioni nello spazio in mezzo a loro due.

- Come ti chiami, esimio scienziato?

Ci vede abbastanza da distinguere il colore dei mie tatuaggi! A Fjjk non rimaneva che rispondere e nuovamente, con velocità insospettabile, il sacerdote compose una sequenza sui grossi tasti della sua comconsolle da Figlio semicieco.

- ...Fjjk figlio di Okjieko... Figlio della casta dei medici... presente incarico, anatomista capo al Laboratorio di Bavel...
Fjjk fissò con stupore l'ologramma rotante dal muso di Figlio ripetere i suoi dati personali... C'era tutto, il suo lavoro, la sua Famiglia, le operazioni chirurgiche di Otgejn, suo figlio Radswe in attesa di apprendistato... Finché...

...Ultimo servizio svolto dall'anatomista capo di Bavel... - disse a un certo punto, metallica e inespressiva, la voce disincarnata - Dissezione di un cadavere di marsupiale... Caso archiviato come incidente... Ammonimento ufficiale della Gilda dei medici a sospendere ogni futura indagine...

- Insomma, dotto anatomista...- cominciò il vecchio sacerdote chiudendo la comconsolle con uno scatto e facendo sparire il muso di fantasma del database. - Tu devi proprio essere un Figlio vivace e curioso... Al punto da suscitare la comprensibile preoccupazione dei tuoi superiori. Ora basta con le storie: a cosa ti servono le informazioni sulla geologia di Bavel?

- Te l'ho già detto, devo pregare, e comporre una sura speciale per la mia mezza età... Mio figlio si sta preparando a subentrarmi, e io… Te lo confesserò, saggio Anziano, da una parte non vedo l'ora di abbandonarmi al riposo in mezzo alle mie compagne e alla mia Prole...Dall’altra, però, mi sento… inutile!

Fjjk si sentiva ormai intorno ai polsi le catene della Sicurezza. Ma la sua affermazione era stata così appassionata che il Sacerdote tentennò: di fronte a lui stava, faticosamente, un Figlio sul versante della vecchiaia, solo desideroso di pace e meditazione, tutto proiettato verso il sacro e l'Oltre. E i bianchi occhi semiciechi non consentivano all'anziano di distinguere il pallore sul muso del suo interlocutore.

- Va bene, onorato Figlio! - disse infine l'Anziano, una nota di solidarietà nella voce severa. - E' difficile rassegnarsi all’idea dei cicli che passano, specie quando la tua Prole scalpita per prendere il tuo posto… Ehh, il mio Wacfe ha aspettato solo tre cicli prima di prendere il mio al Tempio di Homm. E io sono finito alla Teca a soli ... dodici cicli. Morirò presto, nella luce dei Quarzi, onorato scienziato. Capisco dunque fin troppo bene il tuo stato d'animo. Ti dò il permesso di continuare i tuoi studi, ma non esagerare con la tua cupidigia: il sapere è qualcosa che va centellinato e non diffuso ai quattro venti.

La tunica blu girò su se stessa, mentre l'Anziano si arrampicava con fatica sulla piastra gravomagnetica parcheggiata a un lespam dal pavimento. Fjjk si trovò nuovamente da solo, mentre l'Anziano scompariva rapidamente nella vastità dei corridoi della Teca. Solo allora vide i tagli sulle mani e si accorse di quanto febbrilmente era riuscito a stringere tra le due palme la dura piastra di allorepel con su incisa la storia del passaggio di Homm verso il Di Sopra. Vide cadere a terra qualche goccia di sangue, che fu prontamente assorbita dal keramyk. Preso per un attimo dalla furia di Seff, Fjjk si portò una mano alla bocca, per assaporare il liquido rossastro. Poi passò il la piastra sulla mano sinistra e, attento a non farsi scoprire, con la destra la espose al lettore portatile che teneva sempre con sé. Un modo rapido di fare una copia virtuale di materiale impresso, e senza passare per una comconsolle sicuramente controllata. Fjjk elevò silenziosamente una preghiera a Hassa e ai privilegi della propria casta, che gli consentivano di portare apparecchi non rilevabili dalla Sicurezza.

Ringhiò pietosamente per mantenere una stazione eretta che gli costava sempre più disagio alle reni: era però necessario assimilare subito le informazioni più importanti. Lesse e rilesse gli arcani simboli dalle strane forme, sillabò a fatica parole di senso compiuto. Sapeva che avrebbe dovuto farlo per dare al suo gesto il valore cerimoniale che ci si aspettava avesse. Piegandosi più volte sul documento finse - Homm e Hassa, abbiate pietà - di comporre nuove sure ispirate, e la voce gli uscì fuori di nuovo lamentosa, al punto che una guardia si voltò con sospetto verso di lui. Ma evidentemente i sorveglianti erano di manica larga con il misticismo di qualche Figlio un po' eccentrico. Così, sempre salmodiando e allontanandosi a ritroso verso l'uscita del secondo piano, Fjjk abbandonò il Kern'l.






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Figlio della schiera

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