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E - Meglio fare il giornalista che lavorare?


Si faceva presto a dire, andiamo nel Di Sopra, borbottò tra sé Fjjk mentre Gudlaj si allontanava ondeggiando negli anfratti delle Terme dove, si sperava, nessuno lo avrebbe notato. E nessuno del resto faceva abitualmente caso agli schiavi, a meno che un Figlio particolarmente curioso avesse notato i genitali del marsupiale, e allora... Beh, meglio non pensare a cosa poteva accadere se Gudlaj fosse stato fermato dalla Sicurezza e, sotto le sue amorevoli cure, avesse cominciato a parlare bleso del Popolo dei Gondas e del Di Sopra.

Ma lui? Cosa doveva fare adesso lo stimato anatomista capo Fjjk, figlio di Okjieko? L'impegno era preso, certo ma... Tutto sembrava un sogno, pensava Fjjk mentre si allontanava verso il margine orientale di Bavel, vicino al canale di trasferimento rapido che lo avrebbe portato a casa dalla sua famiglia. Le sue compagne, la sua Prole. La sua casa, calda e dolce tana a poca distanza dall'acqua, misericordia di Hassa. Così si ripeté rassicurandosi Fjjk mentre si tuffava nei flutti oscuri del suburbio est di Bavel, la grande coda piatta che si srotolò istintivamente indietro per spingere in avanti il corpo.

Che meraviglia sentire sul proprio manto impermeabile l'acqua fredda dei canali principali. Erano le vere arterie del traffico di Bavel. Per motivi religiosi, i Figli non autorizzati non utilizzavano vetture gravomagnetiche nel comprensorio di Kà-dingirra. Nel resto di Bavel l'esistenza di ampie vie d'acqua rendeva l'uso di veicoli assolutamente inutile. Un Figlio con una buona tenuta di fiato poteva spostarsi per cinquemila lespam in tre lekhter. Prendendosela comoda e godendosi la freschezza della corrente, proprio come Fjjk faceva ora. Ma era tempo di tornare a casa, così lo scienziato imboccò una scorciatoia. Una diramazione coperta, in quel momento assolutamente deserta e silenziosa.

Improvviso, un guizzo sul fianco destro. Fjjk si voltò istintivamente, gli occhi rossi a scrutare il buio... Hgh, solo acqua e... forse un filo di schiuma là dove aveva sentito il suono, come di risucchio. Fjjk si bloccò, i sensi amplificati dalla scarica di adrenalina. Niente, solo l'eco di gocce che cadevano nell'acqua e flussi in lontananza. Di nuovo! Stavolta ci fu anche un leggero spostamento del corpo di Fjjk, sospinto da una vera e propria onda. Mossa da... cosa? Non poteva essere un k’pibra, quei bestioni si limitavano a stare in piedi a quattro zampe sulle rive dei corsi d'acqua e dei laghi, ben fuori delle mura. Non si avvicinavano mai ai canali cittadini. E dunque? Le orecchie arrotondate di Fjjk si piegarono all'indietro. L'anatomista capo di Bavel avvertì chiaro il richiamo… Prepara zanne e unghie all'attacco! Seff urlava alla sua animalità, e in angosciosa coincidenza una testa pelosa gli emerse sgocciolante dall'acqua proprio davanti. Fjjk trasalì, poi si rilassò: il muso di un Figlio, che paura aveva avuto!

Ma che strano Figlio da incontrare proprio lì, senz'altro un giovane, per giocargli quell'insolito scherzo, e tuttavia bizzarro che un Figlio di giovane età, una Prole da poco svezzata osasse pararsi di fronte a un casta alta! Non era forse evidente dai tatuaggi rossi sul muso che Fjjk era un medico?

Poi Fjjk capì. Il Figlio che gli si parava di fronte, lo intravide nei riflessi verdastri dell'acqua, non era affatto un Figlio. Aveva il mantello marrone screziato di nero, e non grigio chiaro. I suoi occhi avevano una sfumatura brunita e non rossa, e la piatta coda nera era tigrata. Una sguenda! Un animale, ancora più inquietante dei marsupiali perché così somigliante ai Figli, eppure incontestabilmente un animale. Ma che ci fa, dolce Hassa, una sguenda qui sotto? Le sguende andavano a caccia in branco, popolavano in fitte colonie i fiumi intorno a Bavel, facevano incursioni lungo le dighe dei bivers. Ma le loro non erano né orde né Schiere. Non c'era organizzazione, né scopo alcuno nella vita di una sguenda, salvo cacciare e riprodursi. E soprattutto, a Fjjk non risultava che le sguende avessero mai tentato di cercare i Figli, o tentato di comunicare con loro. Adorati Homm e Hassa, per oggi ne aveva abbastanza di creature potenzialmente senzienti!

L'animale fissò Fjjk per un lungo istante, uno strano sguardo brunastro nel fondo del quale .... Poteva mai scorgersi un barlume di presenza? Proprio mentre Fjjk, sballottato dai tanti traumi che gli ultimi lekhter avevano scaricato sulla sua prevedibile vita, si chiedeva assurdamente come poteva rivolgersi al suo nuovo interlocutore e cercava tra sé le parole più elementari, la sguenda abbassò a sua volta le orecchie e poi le rialzò, scuotendole. Quindi, con un colpo rumoroso della piatta coda tigrata si voltò, nuotandosene via guizzante per la sua strada, via verso i confini delle acque cittadine.

Fjjk rimase lì per lunghi istanti, il chioccolìo dell'acqua che echeggiava nel canale, le gocce calde che scendevano lungo la pelliccia del muso. Poi ricominciò a sua volta a nuotare, colpi di coda ampi e lenti, per non portarsi troppo a ridosso dell'animale che si allontanava, allontanando a sua volta da sé il ricordo di quell'incontro. Fjjk iniziò a salmodiare tra sé della tenerezza di Hassa. Curioso e insieme confortante come la preghiera potesse calmare. Ma i salmi non davano alcuna risposta a tutte quelle bizzarrie. Homm e Hassa, invocò tra sé Fjjk, potenti dei, abbiate pietà della Schiera che avete creato... Homm e Hassa, forze creatrici, deve esserci un fine specifico per i Figli... Che senso ha vivere per noi se il mondo, improvvisamente, sfugge alla nostra comprensione? Ogni Figlio sa da sempre che la vita è progresso e riproduzione, forza della Schiera. La nostra razza deve essere la sola a poter aspirare all'Oltre. Homm e Hassa, spiriti del mondo, aiutatemi a superare questa confusione... Fjjk continuò a nuotare e a pregare. Solo remoti suoni di flusso in lontananza, il canale sbucò all'improvviso sulla riva di accesso al conglomerato dove si trovava la sua casa.

- Carissimo anatomista capo!

Oh, no, dolce Hassa, non lui, non qui! Fjjk si voltò di colpo al grido di giubilo, riconoscendo la sagoma obesa di Resxew farglisi innanzi.

- Mi hai seguito, Araldo?

- Mi giudichi male, amico mio! - esclamò il grasso Figlio, un’aria contrita sul muso dai tatuaggi gialli. La Sicurezza li porta color oro, pensò Fjjk riflettendo sulla somiglianza anche cerimoniale tra i compiti di Resxew e quelli di una guardia.

- Ho solo visto che eri … come dire? Sconvolto da qualcosa. E ho pensato che potessi esserti d’aiuto!

- Io…io ti ringrazio, amico Resxew… Sono stato… poco bene, ma ora va meglio. Ho sonno e vado a casa. Scusami per poc’anzi. Mi hai spaventato!

- Tempi strani, questi, in cui l’amico spaventa l’amico! - rispose Resxew con una punta di sarcasmo. - A proposito, come mai prima ti sei fermato di colpo? Ti ho visto da lontano, sembrava avessi visto un demone... O addirittura lo spirito stesso di Seff il Serpente!

- Te l’ho detto, mi sono sentito male!

- Fjjk, amico caro! Prima l’infortunio, se mi consenti il termine, con Asfwd, poi tutta questa fretta! Ma pochi lekhter fa non eri così spiccio nell’illustrare le caratteristiche di chi abiterebbe il cosiddetto Di Sopra! I tuoi studenti sono scandalizzati!

- Dunque è vero che mi spii! - disse Fjjk, a sua volta scandalizzato.

- Raccolgo solo… informazioni, che potrebbero finire nel Bollettino ufficiale di Bavel. Te l’ho già detto. Se un pericolo incombe su di noi e tu hai idea di cosa si tratti, onorato anatomista capo, hai il dovere di parlarne con me!

- Io ho doveri solo verso la Gilda e la Schiera! - si ribellò Fjjk.

- Ma io parlo per la Schiera! - ribatté Resxew con un ombra di sorriso sulle labbra tirate. - Noi siamo ancora amici, vero Fjjk?

- Resxew, io… ma certo!

- E ti conviene che rimaniamo tali! - sbottò l’Araldo. - Adesso, dai! - aggiunse prontamente scendendo con la voce di un tono. - Dimmi cosa sta succedendo… Dai retta all'esperienza di un vecchio cronista... Io credo che se tu corroborassi la mia versione dei fatti rispondendo ad alcune… domande, il resoconto sul Bollettino sarebbe più… efficace! Asfwd si tranquillizzerebbe, e così pure tuo figlio Radswe e le tue mogli. Otgejn… - e qui il sorriso di Resxew si fece in qualche modo vorace. - Otgejn sembra così preoccupata, ultimamente, non credi che meriti la serenità? Certo, se tu mi onorassi di una … piccola somma, io potrei trovare le parole giuste per mettere a tacere il tutto, e…

Era inaudito! Resxew, il suo amico, non solo lo minacciava, ma si permetteva addirittura di ricattarlo! Fjjk si inferocì.

- Tu… viscido pettegolo! Tu e il tuo Bollettino, tu vuoi guadagnare soldi e carriera alle spese del mio manto e di quello della mia Famiglia! Ecco che me ne faccio della tua amicizia!

Furioso, l'anatomista capo di Bavel compì l'atto più violento di cui si sarebbe mai ritenuto capace. Con tutte le sue forze, assestò all'Araldo una spinta sul petto, usando entrambe le palme aperte. Resxew si sbilanciò e cadde in un cumulo di escrementi di k’pibra, finendo completamente inzaccherato. Almeno avrebbe dovuto ricomprarsi la costosa tunica gialla, rifletté Fjjk contemplando divertito il disastro e sentendosi appena un po' in imbarazzo per essersi comportato come una Prole dispettosa. Erano cicli che volevo cacciare Resxew nella merda! Stavolta Fjjk riuscì a trattenersi dall'esprimere un pensiero ad alta voce.

- Questa me la paghi, sciocco Figlio! Ho conoscenze a Kà-dingirra, lo sai! - annaspò furioso Resxew nel liquame. - Asfwd Fasd non vede l'ora di darti la lezione che meriti! Finirai in trattamento! Imparerai a non disprezzare il potere dell’informazione!

Fjjk non poté fare a meno di continuare a ridere alla vista del grasso Araldo che cercava di recuperare almeno parte della sua dignità gettandosi in acqua e nuotando come un biver sovrappeso verso il canale più vicino. Era tempo, ora, di tornare a casa.

Una piramide tronca, simile, come tutte le altre, alla struttura esterna di Bavel. Fjjk la guardò come se fosse la prima volta. Nessuna cupola, nessun vertice, a parte quello sacro del Tempio e la Punta di Kà-dingirra, doveva essere visibile all'interno della città. Così gli edifici riportavano, curioso andamento frattale, la stessa forma delle mura di cinta esterne. A fungere da tetto, piattaforme in duralloy, rivestite di speciali polimeri che producevano energia dall'irradiazione luminosa dei Quarzi. Così le famiglie di tutta la Schiera potevano riscaldarsi a una temperatura accettabile per i loro organismi amanti del caldo. Fjjk si scrollò l'acqua di dosso, senza dimenticare di rivolgere una nuova silenziosa preghiera ad Hassa, affinché quelle preziose gocce andassero a inumidire la sabbia nera che i Figli usavano per le loro abluzioni rituali. Dovrò ripulire prima la merda di k’pibra, però, prese mentalmente nota con un ghigno. Poi si diresse verso la più vicina piramide tronca.

Fijk ne era orgoglioso. Con i suoi proventi di anatomista capo, appartenente a una prestigiosa Gilda cittadina, era riuscito a fare di quella semplice struttura un vero paradiso. Le mura esterne erano lisciate a perfezione con del raro calcare che era stato possibile far arrivare da zone remote del sottosuolo, l'interno era così caldo e asciutto, un contrasto ideale con il clima esterno. I Figli procreavano meglio, si sapeva, in un clima secco, anche se poi amavano l'acqua e l'umido. E Fjjk poteva dirsi in questo senso un Figlio privilegiato, tre compagne fedeli, tre pacifiche Figlie che andavano d'accordo tra loro e che finora avevano messo al mondo per lui diciotto piccoli. Una cucciolata di Proli fin scarsa per le tradizioni del remoto passato della Schiera e per la stessa tradizione familiare di Fjjk, ma oggigiorno più che adeguata alle necessità sociali e della razza. Così non era stato necessario aggiungere troppi corridoi alla magione di Fjjk, attraverso la quale era tutto un andare e venire di pellicce nere, le femmine, e rossicce, i maschi giovani. Questi ultimi, a dire il vero, in minoranza... Ne avrebbe dovuto parlare con le sue compagne, non stava bene che un alto funzionario avesse così pochi discendenti maschi... Okjieko ne aveva avuti venti, fra di loro Fjjk era stato il prediletto per ereditare il mestiere del padre.

Il vestibolo principale, appena oltre l'elegante cancello in vidracciaio temperato, l'ultima frontiera in fatto di sicurezza. E su punte come quelle si sarebbe dovuta impalare la schiava marsupiale? Fjjk alzò gli occhi: la cima della cancellata si stagliava a oltre dieci lespam sopra la sua testa di Figlio eretto. Haltaj poteva essere una campionessa di salto in alto, per quello che importa ad Asfwd Fasd... Oltre il vestibolo si stagliava familiare una mole considerevole: Radswe era già tornato a casa ed era in piedi per rivolgere l'omaggio rituale al padre. Niente, su quel muso allungato che gli ricordava tanto la madre Otgejn, prima tra le sue spose, tradiva quanto era accaduto al Tempio del Culto Trino sotto i denti piatti del Primo Sacerdote Swesgu.

- Sia onore al padre nel nome di Homm il potente e Hassa la misericordiosa! - declamò Radswe stentoreo gettando indietro la testa in segno di rispetto. Ma subito la abbassò, stringendo appena le palpebre in segno di intesa. Già. A Radswe piaceva scherzare, anche con la Tradizione. Ma non fino in fondo, vero Figlio?

- Onore e protezione sul tuo giovane capo e su tutta la Famiglia! - rispose Fjjk, ben lieto di tornare alla Lingua Bassa da usarsi coi parenti. Tutto sommato, era bello essere tornato a casa.


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