A - La Carne e la Pietra
Le vibrisse fremettero di avidità e lo stomaco iniziò a
brontolare di aspettativa. Era la prima volta che gli capitava, e non poteva
evitarlo. Le massicce forbici dal manico sagomato a sella, adatte a incastrarsi
nella mano dalle quattro lunghe dita non opponibili, avevano appena iniziato a
tagliare la carne biancastra del cadavere. Un sofisticato strumento
semiautomatico con un complicato sistema di leve incrociate, bastava il mignolo
a sfiorare un bottone posto sul palmo, la lama inferiore scattava rapidissima a
incontrare quella superiore, e... zac! Ossa e fasce muscolari si spezzavano e
cedevano, i segreti del corpo si mostravano in tutta la loro semplice
funzionalità. Ah, se solo il lavoro fosse già finito! Il più grande desiderio
di Fjjk figlio di Okjieko, anatomista capo di Bavel, era affondare le zanne in
quel ben degli Dei così tenero e indifeso. Così diverso rispetto agli altri due
cadaveri che aveva sezionato nel presente ciclo, quello del Quarzo azzurro.
Si scosse dalla sua frenesia, rivolgendo una preghiera
ai Creatori nominati invano, si nettò il muso con il dorso della mano libera, un
gesto curiosamente simile a quello che avrebbe fatto la creatura distesa sotto
di lui fino a... Diciamo cinque lekhter prima? Hmm, non di più. Non era
ancora subentrata, infatti, la caratteristica rigidità.... Fjjk continuò a
tagliare completando l'incisione dell’addome e salendo fin quasi allo sterno.
Quindi due diramazioni verso le spalle. Finito che ebbe, divaricò lo squarcio
con due leve idrauliche ed esaminò con occhi febbrili i sanguinolenti organi
interni. Fece appello a tutte le sue riserve di razionalità per evitare di
tuffare il muso tra polmoni e stomaco per andare ad azzannare il fegato ricco di
ferro, e proseguì faticosamente l'esame.
Femmina, dunque, sì, circa sei lespam di altezza, il
triplo della sua statura, ovviamente in stazione eretta. Spalle curve, hgh,
gemette Fjjk tirando la parte superiore del corpo verso di sé in una presa
incerta. Quella pelle era così viscida e le sue mani così deboli! Avessi i
pollici, potrei almeno afferrarla per le spalle! Uno sguardo al muso,
orridamente piatto, appena un accenno di prognatismo, un trascurabile naso
voltato all'insù e dalle ampie narici. Gli occhi, ormai fissi, vicini tra loro,
dotati di palpebra e membrana nittitante. Un’occhiata dietro la schiena.
Scoliosi, pensò Fjjk digrignando i denti, i rilievi delle vertebre sotto la
pelle pallida disegnavano una marcata curva, come del resto accadeva con la
maggior parte di quelli della specie della morta. Mollò di colpo, con sollievo,
il peso del busto, e il cadavere ricadde sulla piastra, un tonfo molle che
esaltò la fame di Fjjk.
Padre mio, avrebbe fatto lo stesso effetto anche a te?
Beh, continuiamo con le caratteristiche più significative,
pensò Fjjk cercando di ingannare l’orologio dentro il suo stomaco… La tasca
marsupiale. Qui i piccoli entravano poco dopo il parto e vi crescevano fino al
sesto mese. Poi, già alti quasi come un Figlio, ne uscivano per reggersi su
gambe ricurve, con cosce affusolate, ginocchia e polpacci invece massicci.
Camminavano su mani inferiori a cinque dita, nessun pollice opponibile qui. E
giusto sotto il marsupio e poco sopra i glabri genitali un altro taglio netto,
perfettamente orizzontale, e assolutamente non naturale. Una ferita corta e
profonda, Inferta da... Fjjk lanciò uno sguardo al reperto sigillato nella
sacca di polimetal a prova di strappo. Conteneva un pugnale di forma arcaica,
sormontato da un’impugnatura tanto semplice quanto inutilizzabile da ogni Figlio
senza pollici. Ecco com’era morta. Come l’avevano uccisa, cioè.
Esame concluso, si disse Fjjk, che però ne sapeva
quanto prima. Perché qualcuno avrebbe dovuto prendersi la briga di pugnalare una
schiava? Era la prima cosa che si era chiesto quando la Sicurezza aveva
scaricato quel corpo nel suo laboratorio. E si era risposto con logica
inesorabile. Punto primo, e qui la sua fame parlava chiaro: le carni di
marsupiale potevano, su richiesta, essere destinate quando si voleva
all’alimentazione dei Figli. Punto secondo. Se, Hassa non volesse, un Figlio
avesse provato comunque a trafiggere la povera marsupiale, quel pugnale gli
sarebbe sfuggito ridicolmente di mano non appena la punta avesse incontrato la
pelle rugosa e robusta del ventre della schiava, quasi rimbalzandoci sopra. E
quell'arma non sembrava nemmeno particolarmente affilata... Così Fjjk aveva
escluso la propria specie dal novero dei sospetti, e contemporaneamente aveva
cominciato a sudare freddo. Chi aveva ucciso la schiava doveva per forza
avere le sue stesse, strane zampe superiori dal pollice opponibile. Le girò e le
rigirò pensoso tra le sue. Si poteva dunque definire delitto un caso del genere?
Eticamente no, ma tecnicamente sì. Fjjk mugolò perplesso tra sé fissando
il pollice semirigido del cadavere. L'etica ha poco a che fare con il lavoro
di un anatomista a Bavel, si disse, e quindi, con un morso distratto, staccò
un pezzetto dell'inquietante dito dalla mano livida della morta, assaporandone
il gusto dolciastro.
Non poté fare a meno di sentirsi colpevole. Ma che
brutta giornata, grugnì tra sé Fjjk. Si avvicinò a un pannello, vi poggiò sopra
il proprio palmo, e il campo di forza polarizzato davanti a lui si dissolse,
aprendo il suo laboratorio su un’aula ad anfiteatro che si andava riempiendo di
giovani Proli. La sua classe di anatomia! L’umore migliorò immediatamente.
- Prendete posto, in fretta, gioie della vostra
Famiglia! - disse premuroso. - Tu lassù, Prole indecisa, vuoi dunque unirti a
noi? Sì? Ma che onore! Aspettavamo solo te! Bene… Ora…
Sibili soffocati di
pannelli in chiusura contro pannelli, Fjjk sbuffò e riprese il filo del suo
discorso.
- Ora…Quante volte potremo dire, onorati Figli, -
iniziò a declamare rivolto alla sua classe. - che questa specie è grottescamente
inferiore alla nostra? Guardate bene il corpo sulla piastra davanti a voi.
Un improvviso, eccitato brusio. Non accadeva tutti i
giorni di assistere all'autopsia di una specie commestibile e i giovani Figli
sentivano troppo bene, come Fjjk del resto, la fragranza della carne tagliata e
degli organi esposti. Il richiamo di Seff l'oscuro… O il Serpente, dal nome di
quell'animale mitico che, secondo la leggenda, nel remoto passato predava gli
antenati dei Figli. Sarebbe stato così…bello e primordiale cedere alle sue
lusinghe e avventarsi tutti insieme sul corpo che giaceva sulla piastra,
disputarsi ringhianti i pezzi smembrati e… NO! Fjjk si riscosse, asciugò la
saliva che inumidiva le labbra e alzò la voce di un tono.
- At-ten-zio-ne! - sillabò riguadagnando all’istante
interesse e disciplina.
- Smettetela di pensare al pranzo e guardate bene
questo corpo! - disse Fjjk. - Struttura troppo massiccia, disposizione degli
organi interni dispendiosa. Un individuo simile ha bisogno di grandi quantità di
calorie per nutrirsi, e tende a stancarsi troppo. E tuttavia…
- Tuttavia,
onorato scienziato? - azzardò uno studente dalla prima fila dell’aula di
anatomia.
-…Tuttavia,
Figlio, da cicli ormai la Schiera può permettersi di allevare e nutrire questi …
marsupiali come creature asservite. Sono vegetariani, in tutto e per tutto
legati a noi, svolgono lavori di fatica, se vogliamo possiamo trasformarli in
nutrimento... Finitela di agitarvi, insomma! Allora, dove eravamo? Sì, dunque...
Queste creature sono per noi la forza lavoro perfetta! Sta al volere di Homm
stabilire se, prima o poi, a questi esseri sarà concesso il bene
dell'elevazione. Per ora, servono la Schiera.
- Ma questo lo
sappiamo da sempre, stimato anatomista!
- La… hgh -
lezione di oggi, - ringhiò impaziente Fjjk. - è in realtà un’occasione per
studiare una caratteristica unica di questa specie di dentepiatto. Scommetto che
nessuno di voi ci ha mai fatto caso...
Fjjk afferrò la
mano della morta e l’alzò mostrandola all’intero uditorio, una dozzina di Figli
dal manto ancora bruno-rossiccio. Qualche macchia grigia di maturità affiorava
qua e là sui fianchi degli individui che lo scienziato sapeva essere più svegli.
Sospirò tra sé pensando quanto in fondo fosse comodo capire da un primo sguardo
chi poteva seguirlo meglio. O tendergli qualche tranello.
- Osservate, Figli cari, questo … dito… ehm…
- Quale dito, Fjjk? - risposero, perplesse, alcune
Proli.
Lo scienziato si accorse con
stizza di avere sollevato la mano dal pollice sbocconcellato, la mollò e afferrò
all’istante l’altra.
- Questo. Vedete? Può essere piegato e condotto a
coprire gli altri quattro, così, grazie a questa ammirevole articolazione - Fjjk
girò con fatica il pollice ormai quasi rigido verso il palmo della mano. - La
cosa strana…
- Cosa c’è di strano? -
interruppe il Figlio di nome Geidr. Brutto cliente questo qui...
- Onesto Geidr, gioia della tua Famiglia… - brontolò
Fjjk con falsa amabilità. Quest’impudente Prole si ritiene già un
apprendista... Mettiamolo al suo posto! - La cosa strana è che
questa mano è … megacicli avanti a quella che il potente Homm ha voluto
concedere alla Schiera, e tuttavia le creature che ne sono dotate non possono a
rigore dirsi senzienti.
- Che rapporto c’è tra quel tipo di mano e l’essere
senzienti?
Gli occhi
dell’uditorio si alternavano tra Fjjk e Geidr, e lo scienziato decise la mossa
ad effetto. Aprì le due ante di un grosso armadio situato alle spalle della
piastra, e, agitando una mano, fece scattare la fotocellula di due potenti fari
per illuminarne il contenuto. Era uno spezzone di roccia appiattito da un lato.
Sopra di esso i due fasci luminosi evidenziavano il contorno di uno scheletro
contorto in una posa di morte. I resti della creatura, perfettamente conservati
nella pietrificazione, erano rattrappiti in un trionfo di arti lunghi e potenti
disposti attorno a una specie di lungo bastone. Evidentemente un manufatto, con
una canna che era stata metallica e dotata di quello che sembrava un meccanismo
di innesco. Un’arma da fuoco, insomma. Attorno al calcio erano ancora
avviluppate in una presa che nessuno avrebbe potuto più sciogliere le ossa
fossilizzate di una mano molto simile a quella della schiava uccisa.
- Quello che vedete è quanto resta di una creatura
vissuta…? Fra i cinquecento kilocicli e un megaciclo addietro. L’arma è stata
realizzata per quanto riguarda il suo supporto in una fibra vegetale sconosciuta
e, nella parte meccanica, in una qualità di metallo estremamente resistente
all’ossidazione. Questo spiega perché il meccanismo di scoppio ci sia arrivato
pressoché intatto. Ma osservate con attenzione la mano che lo stringe. O che lo
impugna, dovremmo dire.
Fjjk accese un ingranditore da tavolo, e l’immagine fu
proiettata, trenta volte più dettagliata, sulla parete di fronte.
- E questa, - riprese Fjjk indicando i dettagli con una
lunga bacchetta tenuta tra indice e medio. - è la mano di una creatura
senziente ed evoluta, in grado di manipolare oggetti e dunque di modificare
l’ambiente secondo le proprie necessità. Non solo, amati Figli. Quella creatura
è morta imbracciando un tipo di arma dal medesimo principio rispetto ad altre
che la Schiera stessa ha usato in tempi remoti, prima dell’Unificazione…
Non appena pronunciata la parola tabù, Fjjk tirò fuori
istintivamente il lobo terminale della coda, lo posò sulle due mani e iniziò,
insieme agli studenti di anatomia, la salmodia della Schiera Unica. Terminata la
prima sura rituale, tutti tornarono alla lezione.
- Certo, i nostri antenati disponevano di armi con il
calcio. Ma vedete? - e da un cassetto cavò fuori un modello antico di pistola a
proiettili. - Avevano un supporto che si incastrava così, si infilava su due
dita e poi si poggiava sulla palma, visto che i nostri antenati non le potevano
impugnare. - Ora, la domanda. - Fjjk riprese enfaticamente in mano la
bacchetta. - Per quale ragione Homm ha concesso agli schiavi marsupiali mani da
creatura evoluta, mentre la superiore Schiera si è unificata anche senza pollice
opponibile? Avete visto la somiglianza tra la creatura fossile e i marsupiali.
Ma tra le due razze c’è un abisso evolutivo.
- Onorato maestro, - riprese Geidr, una punta di
provocazione nella voce acuta da Prole. - Alla Gilda si mormora che questo …
fossile che tu ci hai fatto vedere sia in realtà un sofisticato manufatto… Non
che... io voglia dire che tu ci stia ingannando, Hassa me ne è testimone. Ma
potresti essere stato ingannato a tua volta!
Fjjk decise di ignorare l'oltraggio alla sua
professionalità. Troppo immaturo e pretenzioso era lo studente che aveva
parlato.
- O dolce Prole... - rispose bruscamente lo
scienziato. - Tu hai i mezzi analitici per poter giudicare da solo. Avvicinati,
guarda, tocca.
Geidr scese con
dignità dall’anfiteatro e si accostò alla pietra, passandoci sopra una zampa
dalle delicate palme brune. Le sue dita artigliate indugiarono sopra
l’articolazione della mano, poi passarono su quanto rimaneva dello strano
cranio dalle ossa distorte.
- Questo ve lo posso far vedere meglio! - esclamò Fjjk
trionfante, calando sulla piastra un teschio del tutto alieno. Fronte alta,
scatola cranica capiente, orbite ampie, come i seni nasali, e stranissimi denti
simmetrici, quelli piatti ridicolmente piccoli, come del resto le zanne per
lacerare la carne. In nome di Hassa la misericordiosa, che creatura è questa?
- chiedevano a Fjjk gli occhi sgranati degli studenti.
- Il fossile sul quale tu hai avanzato dei dubbi -
riprese Fjjk rivolgendosi al confuso Geidr. - proviene dalla regione orientale
di Bavel…
- La Patria dei Marsupiali? - chiese un Figlio,
sarcastico. Fjjk lo fulminò con lo sguardo. Sebbene fosse vero che la Schiera
praticasse una sorta di segregazione razziale nei confronti dell'altra specie di
dentepiatto e che questa fosse stata concentrata proprio in quella zona di
Bavel, non stava bene parlare in quel modo del principale sito paleontologico
nel territorio dell'Alveare.
- Non usare quel brutto termine,
o dolce Prole! - ammonì lo scienziato.
- Le Piane Rocciose? - chiesero
altri due o tre Figli in coro.
- Sì, esatto. - Sollevato, Fjjk riprese la lezione. -
Questa era solo una di quelle rocce, si è accidentalmente spaccata durante
alcuni lavori di sbancamento ed è affiorato il fossile. Ma la composizione di
quei massi è del tutto estranea a quella zona, come se fossero… scivolati giù da
qualche altro posto…
- Il Di Sopra? - chiese Geidr
con un sorriso ironico.
- Non lo sappiamo. - tagliò corto Fjjk. - Ma dalla
stessa zona proviene questo - disse indicando il teschio alieno, fuori di
ogni dubbio molto più vicino nel tempo. - E questo qui, come potete vedere
assomiglia moltissimo a quello fossile, avrà… diciamo… duecento o trecento cicli
al massimo!
Fjjk valutò l’effetto delle sue parole spazzando
l’anfiteatro con un lungo sguardo circolare. Per un momento fu silenzio
assoluto, poi gli studenti esplosero.
- Onorato anatomista, tu ci
prendi in giro!
- E’ una favola!
- Peggio, è un’eresia!
- Nel nome di Homm il grande e di Hassa la
misericordiosa, che l’errore non ci renda preda di Seff! Dettate
dall’inquietudine, le prime preghiere affiorarono alle labbra delle Proli, che
iniziarono a salmodiare chinando ritmicamente il muso allungato e piegando
all’ingiù le vibrisse.
- Nel remoto caso in cui quel teschio appartenesse a
un… animale sconosciuto… - abbozzò incerto Geidr al termine della preghiera, il
pallore che gli si diffondeva dal mobile naso rosaceo. - Che aspetto potrebbe
avere avuto la creatura di cui stiamo parlando?
- Questo, o dolce Prole! - esclamò Fjjk caricando un
disco sul generatore olografico.
Nel mezzo della sala, improvviso, apparve il simulacro
tridimensionale del teschio poggiato sulla piastra. Poi, come per magia, fasce
di muscoli iniziarono a formarsi, scorrendo dall’alto in basso e dal basso in
alto. Una glabra pelle olivastra ricoprì il tutto, e in cima al cranio
comparvero ciuffi di manto nerastri e lisci. Il risultato era un muso mai visto
prima, piatto e con occhi distanziati, ben frontali, leggermente inclinati verso
le tempie, un grande naso triangolare al centro. Una bocca carnosa che si aprì a
evidenziare i curiosi denti che sembravano inadatti a qualsiasi altro scopo se
non l’ornamento.
- Puah, ma è un mostro! - esclamò uno studente
accartocciando il muso per la nausea.
- E’ la cosa più ridicola che abbia visto in vita mia -
disse secco Geidr, voltando ostentamente le spalle all’ologramma. La Prole
simulava indifferenza ma, Fjjk se ne era accorto, aveva paura come le altre.
- Dolci Proli, ricordate il giuramento del medico! -
disse Fjjk con tono ammonitore. - Mai distogliersi dalla verità empirica! Geidr,
guarda quegli occhi!
- S… sono strani e… feroci! -
disse il giovane Figlio volgendosi con cautela.
- Sono intelligenti! - gridò Fjjk. - Da qualche
parte, non lontano da noi, esiste ancora una razza dimenticata di esseri
senzienti! Che, megacicli fa, manipolava oggetti e dominava il suo mondo. E
questi esseri avevano un corpo fatto così!
Un gesto della mano di Fjjk e l’ologramma della testa
aliena sfumò in quello della figura intera dell’essere sconosciuto. Un bipede
dalla schiena dritta e robusta e dagli arti muscolosi. Portava indosso una
strana uniforme color bruno e un elmo metallico sulla testa. L'illusione
incedette sicura di sé verso l’anfiteatro imbracciando la strana arma allungata
del fossile, tenendola impugnata con tutte e due le sue strane mani. Poi si
fermò, puntò la canna davanti a sé e con un dito tirò una levetta in basso,
provocando una rumorosa esplosione. Tutti gli studenti si rifugiarono squittendo
sotto i banchi.
- Figli! Figli! E’ solo una ricostruzione didattica un
po' più realistica del solito! Hassa misericordiosa, comportatevi da giovani
dotti quali siete e non da Proli immature! Ahh, che rabbia! Va bene, va bene.
Andate, andate a casa! Basta per ora...
Il suono del campanello metallico che segnalava la fine
della lezione si sovrappose alle parole indignate di Fjjk. Gli studenti di
anatomia, visibilmente sollevati, sciamarono in tutta fretta a quattro zampe
fuori dell’anfiteatro.
Non abbiamo parlato affatto della ferita,
pensò distratto l'anatomista capo di Bavel, rivolgendo una breve occhiata al
corpo della schiava marsupiale. Meglio, si disse subito, questo è cibo
per i denti piatti della Gilda .
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