Recensione di Gianluca Bocchinfuso a "Lettere da Atlantide"
"Atlantide! Lora, sono ad Atlantide! Anzi, dovrei dire nell'isola di Athilan. Siamo arrivati in vista dell'isola nel cuore della notte, mentre il Principe Ram dormiva.
Abbiamo udito un fischio alla porta, poi lo hanno svegliato, perché doveva compiere il Rito del Ritorno a casa. Siamo saliti sul ponte e, finalmente, l'ho vista: brillava di luna davanti a noi. È un'isola alta, che emerge dall'Atlantico occidentale" (pag. 30).
Il mito dei miti: Atlantide. Cantato e narrato in tutte le epoche storiche. Atlantide la città cercata, sognata, descritta, immaginata. La città che Platone descrisse nel Timeo, come luogo prospero con un grande impero che governava tutta l'isola insieme a quelle minori: "ma vi furono violenti terremoti e inondazioni e, in un giorno e una sola notte di pioggia, l'isola di Atlantide scomparve e sprofondò nel mare". Le pagine di Platone hanno stimolato, nel corso dei secoli, curiosità e interesse, viva passione.
Robert Silverberg, prolifico scrittore statunitense con i suoi oltre settanta romanzi, costruisce una storia straordinariamente fantastica in cui i tempi e gli spazi si dilatano enormemente fino a segnare migliaia di anni e in cui ogni forma di controllo del ritmo temporale della nostra vita è superata. Atlantide fantastica raccontata ai ragazzi: infatti il volume è concepito come romanzo epistolare per ragazzi ma ha un fascino enorme anche sugli adulti. Perché epistolare? Perché tutta la storia è raccontata dallo scambio di lettere di due giovani, Roy e Lora che, attraverso la loro avventura più unica che rara viaggiano tra le leggendarie rotte di un'Atlantide moderna fantascientifica, destinata, come quella raccontata da Platone, alla rovina, ma sempre affascinante e misteriosa.
Come lo è Ramifon Sigiliterimor Septagimot Stolifax Blayl che significa "Amato dagli Dei e Luce dell'universo", il Principe Ram, l'erede al trono di Atlantide, figura centrale e originale che, a metà storia, vivrà in simbiosi di corpo e di anima con Roy. È proprio questa la parte più vivace del romanzo: episodi, aneddoti, storie, fino a quando la relazione non diventa vera e propria amicizia e condivisione di ogni cosa, dal gesto alla parola.
Silverberg riesce a creare, nonostante gli enormi spazi temporali, le note differenti tra i tre personaggi, ambiti in cui emergono sentimenti veri, dal bene all'amicizia. Lo scrittore arriva a questi traguardi narrativi attraverso un cammino lunghissimo che porta Roy e Lora a questo continuo scambio fatto pause, di silenzi, di ritrovamenti, di voglia di sentirsi. C'è un'umanità spinta in questo romanzo che lega i personaggi fino all' epilogo finale già scritto nella storia o nel mito con la distruzione di Atlantide,
È un libro per sognare ma anche per capire che i miti non hanno storia e non hanno epoca. Silverberg riesce a cogliere il fascino di Atlantide attraverso una narrazione originale e svincolata dalla tensione indagatoria. La sua è scrittura del divertimento e dell'amicizia: due tasselli che fanno di questo breve romanzo un libro agile e curioso, adatto a capire come nasce un mito e quante strade può percorrere nella sua evoluzione spazio-temporale. Infinite, come le storie racchiuse dentro quella di Atlantide.
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