Recensione di Marcello Bonati a "Le pietre di Nomuru"
Le pietre di Nomuru (The Stones of Nomuru, '88) traduzione di Paola Andreaus, "Urania" n. 1198, ed. Mondadori, '93, 175 pagine - £ 5.000
Divertente romanzetto in cui de Camp e sua moglie si divertono a raccontare una storia semplice, infarcita di mostri i più inverosimili possibili, di battaglie epiche e alieni variopinti.
L'azione si svolge su un pianeta orbitante attorno a Epsilon Eridani; vi sono degli scavi archeologici di terrestri, attorno ai quali ruota la vicenda, turbinosa, e, come ho detto, decisamente divertente.
Uno degli aspetti che lo caratterizzano maggiormente sono i vari inserti erotici, disseminati ad arte lungo la trama.
In vari punti, poi, si riscontra una delle passioni di de Camp, quella per i dinosauri: "I Kook... sono quello che avrebbero potuto diventare i dinosauri terrestri se la catastrofe del Cretaceo non li avesse sterminati." (pag. 114).
La tensione (?) si scioglie nel finale, in cui, finalmente, il dubbio del lettore sull'assonanza fra quei Kook ed il cognome della moglie dell'autore, aveva ingenerato: "… un Kook tremendamente geloso. Oh cielo! Un Kook maschio o femmina?
-Femmina, naturalmente.
Non sono ancora così strano!" (pag. 168).
Il volume è completato da un articolo di Giuseppe Lippi in ricordo della morte di Fritz Leiber, e dalla rubrica della posta.
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