Recensione di Luca Accomazzi a "Il figlio del tempo"
Asimov (RIP) ha scritto, svariati decadi fa, un raccontino carino anzichenò: si chiama The ugly little boy, e racconta di come un piccolo bambino dell'era di Neanderthal venga rapito ai suoi usando una macchina del tempo, trasportato ai nostri giorni e usato come cavia per una serie di esperimenti scientifici. Biologi, storici, linguisti, antropologi accorrono attorno al prodigio. Il povero piccino è terrorizzato, e solo una vecchia bambinaia a lui assegnata riesce a vederlo per quel che è: un piccolo, bruttissimo bambino terrorizzato e lontano da tutto quel che conosce. La donna inizierà una (vana) lotta per il bene del bimbo.
Sin qui, tutto bene. Il guaio sta nel fatto che lo stesso Asimov in tempi recenti (coadiuvato da Silverberg) ha tratto un romanzo dal racconto. O, per meglio dire, ha preso il racconto, ha aggiunto una quantità di avverbi sufficiente a fargli assumere le dimensioni di un romanzo, e lo ha venduto. Il disastro arriva quando si scopre che Mondadori ha tradotto e pubblicato in Italia l'infausto parto, sotto il nome di Il figlio del tempo.
(Assegnamo in volata, a questo punto, il premio "fegato di bronzo" alla Arnoldo Mondadori, per la disgustosa traduzione del titolo originale. Ma chi ha mai detto che un libro di fantascienza debba avere un titolo fantascientifico, che contiene le parole futuro, tempo, spazio o viaggio, per vendere?)
Qualità del romanzo: nessuna. Approfondimento dei personaggi: nessuno. Sottili variazioni della trama: nessuna, Diagramma cerebrale: piatto. Giudizio critico: aria fritta. Indicazioni: lassativo, calmante.
Controindicazioni: può causare un diffuso senso di fastidio e bruciori di stomaco a chi provi amore per la fantascienza. Possibili usi del volume: fermaporta, fonte di carta per origami, simpatico regalo al vostro peggior nemico.
Ma non è finita qui. Conoscerete, immagino, Notturno: il racconto più letto, e certamente uno dei più belli, di Isaac Asimov.
Il Colo ha letto il romanzo, che la medesima coppia di autori ha tratto dal racconto, e mi dice che trattasi di una delle cose peggiori che gli sia capitato di leggere dopo le istruzioni per montare lo stereo. Ricordo che … perseverare diabolicum est, saluto tristemente i miei cinque lettori, passo e chiudo.
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