Commento redazionale
Buono Enrico ... no, non rompere quel vaso cinese ... non in testa a Claudio!
No, bboni, no ....
**** CRASH, POW, SPLASH, GULP, AHH!*****
Facezie a parte questa che mi sembrava una normale recensione è in realtà una bomba. E non posso resistere certo dal dire la mia, caro Enrico, non sono d'accordo con te, per nulla…
Se andiamo a vedere i francesi loro hanno un mercato della Sf più o meno della qualità delle nostre collane rosa! I sovietici poi sono pianeta proibito, una completa incognita. E poi Lem a me non pare sovietico ma polacco (sbaglio?).
Noi in Italia non abbiamo mercato... ma qui è un discorso più lungo. Mi sembra che Claudio (che è tutt'altro che un americarofilo) volesse solo dire che, sommato tutto, gli USA sono ancora vitali e principalmente come cappello al libro della May.
Il discorso cicli mi trova parzialmente concorde, come può essere letterariamente dignitoso un lavoro che si trascina oltre quelle 200-300 pagine fisiologicamente ottimali? Ma d'altro canto è vero quello che diceva Claudio, il ciclo è potenzialmente molto più articolabile e può interessare maggiormente a chi ama le avventure con sempre nuovi sviluppi.
Esempio, a me il ciclo di Wolfe è piaciuto era semplicemente completo, una summa di filosofia-avventura-fascino letterario.
Mentre diffido di Dune di cui ho letto solo il primo libro.
Dipende allora, da ciclo a ciclo…
Sul fatto che tu dica che di nuovi autori non ce ne sono in USA, vorrei spezzare una lancia perchè qualcuno si metta a farci arrivare i lavori americani più o meno contemporanei di autori USA, infatti noi in Italia semplicemente è più o meno dai tempi di Robot od alla meglio delle varie edizioni dello Asimov's Magazine che non abbiamo quasi nulla di recente da leggere a parte i lavori dei grossi nomi e qualche eccezione.
Siamo troppo disinformati per sapere veramente se il mercato USA è ancora vitale o meno ... senza dubbio lo è più dei mercati Europei. E per concludere una nota di fastidio che non c’entra nulla col tuo pezzo Enrico, mi pare che noi appassionati italiani ricerchiamo troppo le opere che sono od anche solo si ammantano di essere, interiori, impegnate, "artistiche" e "memorabili". Così facendo perderemo la gioia delle storie magari meno sofisticate ma più "veraci" di cui i cicli sono a volte tipici esempi, ci vuole orecchio ... dice Jannacci ovvero bisogna essere "ginnici" e cercare di capire una benedetta cosa, gli americani non ragionano come noi. Sono su di un altro piano culturale, una parte positiva di questo comportamento è il non porsi su piedistalli snobistici nei riguardi della fruizione della narrativa … Ragazzi, un mercato lo si crea, se ci si rivolge alla gente (dando a letteratura "alta" e narrativa di gradimento), non rivolgendosi a pochi eletti.
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