e 01 - eden - uno sguardo alla fine del mondo
Uno sguardo alla
fine del mondo
Danilo Santoni
Hiroki Endo, Eden (It's an Endless World!)
Dio creò l'uomo, ma ha decisamente fallito... quindi
"riavvia".
Parlare di Eden di Hiroki Endo, o spiegarne la trama, è forse di una semplicità disarmante: la cosa più precisa che si può dire è che non è ciò che sembra essere, o lascia supporre che sia:
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il titolo, Eden;
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il soggetto, due ragazzi nei primi anni dell'adolescenza (un maschio e una femmina) soli su di un isola dopo che un'epidemia ha ucciso tutta la popolazione;
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una epidemia strana, derivata da un virus di mutazione naturale sfuggito al laboratorio batteriologico dell'esercito americano a Fort Detric, che si manifesta con l'indurimento e l'ossificazione dei tessuti umani trasformando le persone in gusci vuoti;
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una immunità per bambini e per animali...
Scenario post apocalittico classico: un novello Adamo ed una nuova Eva pronti a far ricominciare la vita; un vecchio amico del padre, colpito dal virus e col corpo che va ossificandosi, che funge da guida spirituale nel rito di passaggio dei due ragazzi; rapporto nostalgico coi reperti dell'era precedente ormai distrutta; espansione delle conoscenze... falso.
Il virus non è stato così terribile come appare dal punto di vista dell'isola (ha ucciso solo metà della popolazione umana, dirà un personaggio, ma forse anche meno). Gli abitanti della terra non sono sprofondati in nessun medio evo prossimo futuro: la tecnologia ha fatto i suoi normali passi (da gigante) e l'ambientazione della storia si fa ben presto di tipo cyberpunk. Anche il virus non è (solo) ciò che appare e ha ben altri risultati sul corpo che infetta, ma questo si saprà molto tardi nella storia.
Il luogo dell'azione perde ben presto ogni genericità simbolica e si definisce con precisione: una regione andina del Sudamerica, luogo di scontro tra la povertà e la sottomissione delle popolazioni misere e stremate che la abitano e l'arroganza e la violenza da mercenari dei militari che la occupano.
Lentamente, per tutto l'arco di questi primi quattro volumi, Hiroki Endo ribalta tutti gli indizi iniziali per trasformare la propria opera e per frustrare le attese tranquillizzanti del lettore. Eden è un'accusa feroce alla violenza e alla sopraffazione che si nascondono in ogni operazione militare dietro ad ideali propagandati per 'alti'.
A proposito di ribaltamenti: l'edizione italiana non si legge come un manga (cioè da destra a sinistra e dalla 'fine' del volume verso l'inizio) ma come un normale volume
occidentale. Per permettere ciò tutte le pagine sono state ribaltate: chi legge Eden in Italia non legge la versione originale, ma la sua copia speculare.
Una parola va detta sul disegno che poi, trattandosi di un'opera grafica non è un aspetto per nulla secondario. Hiroki Endo adotta un tratto di linea molto preciso e pulito. Tavole essenziali in cui, il più delle volte, l'oggetto o la figura umana appaiono con il semplice contorno, privi del tutto di sfumature e ombre. Se è vero che il ritmo della narrazione di un fumetto è data dalla disposizione delle vignette nella tavola, va anche detto che qui in Eden l'autore riesce, con questa alternanza di vignette 'descrittive' e vignette 'stilizzate', ad immettere un altro ritmo che potremmo indicare come psicologico: la vignetta stilizzata, fermando il tempo di narrazione porta il lettore a scrutare i recessi psicologici del personaggio, un'azione quasi analoga all'a parte nella recita teatrale o alla voce fuori campo nel cinema. Il risultato è realmente efficace e riesce a veicolare nel lettore un senso di quotidianità e di comunione con le azioni descritte e con le reazioni del personaggio, in quanto anche gli eventi più straordinari ed
eclatanti sono immersi in un ambiente tutt'altro che oboante e superomistico.
L'opera, poi, è quasi del tutto priva di quei siparietti comico-caricaturali che si ritrovano in quasi tutta la produzione nipponica (l'unica scivolata del primo volume è a pagina 118, nell'espressione di Hana della vignetta centrale), un fatto questo che non fa altro che confermare la sua eccellenza (almeno dal nostro punto di vista occidentale). I quattro volumi sono divisi in 24 capitoli di diverse dimensioni (più due ministorie complete di poche pagine). Molto spesso esistono dei tagli netti tra un capitolo e l'altro (residuo della pubblicazione a puntate). A volte questi stacchi tendono ad ingenerare confusione quando (e la cosa succede spesso) il titolo e l'indicazione del nuovo capitolo non si hanno sulla prima
pagina, ma sulla successiva (come avviene spesso per le edizioni su rivista, dove la pagina del titolo è preceduta da una o più pagine di prologo).
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