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La maledizione e altri racconti


"Mondi incantati" n. 12, ed. Wildboar, 2014, 9,50 €, 176 pagg.


L’annuale antologia del Trofeo RiLL, giunta alla 12ª edizione, alla quale hanno partecipato ben 345 racconti, molti più che quelli alle precedenti edizioni.

La qualità, come al solito, è piuttosto buona, e, come l’anno scorso e, probabilmente, i seguenti, vi sono inclusi, oltre ai racconti del premio e del concorso parallelo "Sfida", alcuni racconti di analoghi premi stranieri, con i quali l’associazione ha ormai intrecciato proficue collaborazioni.


I racconti vincitori del Trofeo:


-"La maledizione del Premio Di Biasio Agresti Salottolo Illiano De Scisciolo", di Michele Piccolino (anche in "Anonima gidierre" n. 87, 2015 e in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 11-20)-il vincitore, un horror umoristico, nel quale si racconta della maledizione, appunto, che un concorrente non premiato ha scagliato sui presidenti di un Premio Letterario.

Il protagonista è il candidato ad essere il quinto presidente di tale premio, dopo che i precedenti quattro sono morti o subito dopo o addirittura durante la premiazione.

Egli tenta di placare l’ira dell’ormai defunto iettatore con messe, visite al cimitero e, soprattutto, la pubblicazione di un volume di sue poesie a sua cura, ma a nulla serve; la maga a cui si è rivolto gli dice che, quello, "… sta ancora ‘ncazzato." (pag. 18); ma a salvarlo sarà la svista del segretario, che aveva trascritto il nome dell’altro candidato, e non il suo, nel verbale.

Horror e umorismo non sono facilmente coniugabili, anche se è stato fatto più volte, e qui il risultato è decisamente buono; il premio di cui si dice è per poesie in vernacolo, in dialetto, e i vari inserti appunto in dialetto non risultano, come avrebbero potuto, appesantenti, essendo facilmente comprensibili, e danno invece al racconto il suo particolare climax.


-"Variante chiusa", di Alain Voudì (anche in "Anonima gidierre" n. 88, 2015 e in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 22-32)-2° classificato, fantastico, vede un uomo in coma… che gioca a scacchi con la Morte, che ha l’aspetto di sua moglie.

Sono in una sorta di "… nulla bianco…" (pag. 23), nel quale è solamente la casa del comatoso; la sua proiezione mentale.

E la Morte non ha solamente l’aspetto, della moglie, ma anche… l’anima. Lei arriva tutti i sabati, giorno nel quale lui ha avuto l’incidente che lo ha ridotto così, e giocano una partita a scacchi; che non può non ricordare "Il settimo sigillo" di Bergman.

Fino ad ora ha sempre vinto lui, ma se dovesse vincere lei…

L’atmosfera che vi si respira è molto buona, soffusa, con lui che si ricorda della sua vita coniugale, delle difficoltà, dei rimproveri che gli faceva lei, e l’intimità con quella copia immaginaria (??) di lei resa davvero molto bene.


-"La distanza tra le eternità", di Massimiliano Malerba (anche in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 33-43)-3° classificato, un uomo viene incaricato di trovare il nuovo papa. Per mezzo di algoritmi.

L’uomo con "… la più alta percentuale di presenza divina sulla Terra." (pag. 36).

Il mondo è sull’orlo della fine, la guerra atomica imminente, ed il papa in carica stà per morire.

Ma, quell’uomo, ha anche cercato, di sua iniziativa, l’uomo con la minore, quantità di presenza divina.

Così, quando i due nomi che aveva indicato saranno stati eliminati, lui tenterà di eliminare quell’Anticristo, che non era altri che il cardinale che gli aveva commissionato quella ricerca.

Ma fallirà, e morirà con la Chiesa ormai decisa a far rinascere l’umanità… dalla catastrofe nucleare.


-"Above®", di Ilaria Tuti (anche in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 44-55)-4° classificato, un uomo eredita dal padre, oltre ad infiniti debiti, una "capsula", un essere insenziente (??) col patrimonio generico, del padre.

Che serviva a procurargli gli organi di ricambio.

È l’unico bene che gli rimane, e, vendendolo, salderebbe tutti i debiti e gli rimarrebbe ancora qualcosa in tasca.

Ma, già molti i dubbi sull’eticità di ciò, un giorno cade nella vasca dove lei, la "capsula", stà, che lo salva da morte certa.

Non volendo più venderla, prende una decisione incredibile; rinuncia al matrimonio imminente e vende… le proprie cornee: "Lei non può parlare, io ormai non posso più vedere, ma abbiamo trovato un modo tutto nostro di comunicare, fatto di tocchi gentili e suoni ovattati." (pag. 55).

Davvero molto buono.


-"La tessera", di Luca Simioni (anche in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 56-66)-5° classificato, in un futuro nel quale i sintetici hanno rimpiazzato tutti i lavoratori nei lavori manuali, uno dei milioni di disoccupati "a vita" vince una lotteria.

"Per ben sei lunghi mesi" (pag. 66) avrà un lavoro, potendo così scrollarsi di dosso il pericolo di cadere nell’abbandono, nel quale tanti come lui spesso cadono.

E avere un vero stipendio, non la tessera mensile con la quale può solamente sopravvivere.

Di notevole presa, in tempi come i nostri, vede anche un’amaramente ironica rivendicazione, di questi disoccupati cronici; una seconda consumazione gratuita nei club, e una partita della massima divisione trasmessa sui grandi schermi.

Altro che rivendicazioni sindacali!!


"RiLL Europe-i gemellaggi europei del trofeo RiLL" (pagg. 67-69):


-"Articolo 45.1" (Artículo 45.1, vincitore, ex equo con "Remolinos de viento coloreado", di J.D. Espasandin, del XXII° premio Domingo Santos, Spagna, 2013, in "Delirio" n. 13, trad. Francesco Troccoli, pagg. 70-77), di Aitor Solar Azcona-un "Fahrenheit 451" in versione soft e telematica, direi.

Un uomo si vede portar via i suoi molti libri cartacei, ma, quando temeva sanzioni molto gravi, si vede anche dare un lettore con tutti, i suoi libri, più la possibilità di scaricarvi tutti quelli che vuole.

Ma poi si accorge che, i testi che vi legge, non sono come quelli originali. Vengono modificati, censurati.

Tenta, e riesce, a disinserirlo dalla Rete, per impedire quei cambiamenti, ma presto si accorgono di ciò, e glielo vengono a "riparare".


-"I cani da tartufo della passione romantica e del desiderio" (The Trufflehounds of Romantic Passion and Desire, vincitore del VII° Aeon Award Contest, Irlanda, 2012, trad. Emiliano Marchetti e Alberto Panicucci, pagg. 78-93), di Ian Wild-un ragazzo procura dei cani da tartufo ad un amico sfortunato in amore. Sono bulgari, e magici: sanno trovare la donna ideale di ogni uomo che annusino.

Cominciano dunque, dopo averlo annusato, una corsa precipitosa per l’Europa, che li porterà in un albergo a Londra, dove, però, la donna dei sogni se ne è appena andata.

Quando pensavano di averne perso ogni traccia, ecco che i cani ricominciano a correre, e li portano in Francia, dove trovano… il cadavere, di quella donna, sepolto sotto un albero.

Una sua serva gli spiegherà che i cani erano suoi, che le erano stati rubati, e che era stata in quell’albergo a Londra cercandoli. E che era una "odiatrice di uomini", che mai si sarebbe sposata ad alcuno.

Alla fin fine si era trattato solamente di una truffa a quell’amico, che li aveva comprati in buona fede.

E, alla fine, non vi è, quindi, alcun elemento fantastico.


-"La treccia" (Palmikko, vincitore del XII° premio Nova, Finlandia, 2011, trad. Lia Gasbarra, pagg. 94-110), di Jaana Lehtio-in un villaggio della Lapponia persiste una antica usanza, quella di allontanare i vecchi ormai inutili, all’approssimarsi dell’inverno, per dare più possibilità di sopravvivenza agli altri.

Ma una nipotina vuole troppo bene alla sua nonna, e fa ogni cosa pur di riuscire almeno a rimandare il momento che sa stare avvicinandosi nel quale la porteranno via.

E ci riesce, ma ad un certo punto la portano via ugualmente; ma lei li segue, la nonna e gli uomini che la portano via, e la salva, anche a costo di ucciderne uno.

Ma la morte della nonna è solamente rimandata di poco tempo.

Ma, tutto ciò, porta il seme del cambiamento, della comprensione che non è più necessaria quella barbara usanza, che ora il villaggio è in grado di dare sussistenza anche agli anziani.

Di veramente fantastico non c’è nulla; certo l’atmosfera che vi si respira lo è un po’ tutta, pervasa com’è da questo ambiente così naturale, nel quale gli uomini vivono a contatto con forze che, non comprendendo appieno, non possono che portarli ad acquisire credenze più o meno magiche.

La protagonista, nel suo inseguimento della nonna, ad un certo punto: "… decise di strisciare cauta sotto i rami di un albero caduto, badando che non ci fossero gnomi sul suo cammino." (pag. 105); ma, appunto, nulla di fantastico.


-"Nei pressi del fiume prosciugato dalla diga" (Beside the Dammed River, vincitore dell’XI° James White Award, Regno Unito, 2014, trad. Emiliano Marchetti, pagg. 111-121), di D.J. Cockburn-in Thailandia, un uomo anziano vede arrivare un camion, ma non scassato come quelli che, raramente, ha visto.

È infatti un camion occidentale, venuto a recuperare un pezzo di asteroide con del platino erroneamente paracadutato là.

Ma questo flebile motivo fantascientifico è solamente scusa per raccontare di quest’incontro fra il povero, ma colto, e il ricco, ma stupido.

Fra i bianchi c’è anche una donna, l’unica che sembra avere un po’ di senno, ma se ne andranno verso la Civiltà col loro camion con solamente la prima e la seconda marcia riparate, lasciando a quell’uomo, inconsapevoli, quei gioielli di attrezzi coi quali saprà fare miracoli, per quel paese inaridito dalle dighe cinesi.


"Sfida-il concorso parallelo al Trofeo RiLL" (pagg. 122-123)-riservato ai partecipanti delle precedenti edizioni del RiLL, ha, come abbiamo ormai imparato, ogni anno, un vincolo per i racconti che vi vogliono partecipare.

Quest’anno era la presenza di un sonetto, anche di altro autore: "Mischiare prosa e poesia all’interno di una storia ci è parsa un’idea molto SFIDAnte…" (pag. 122).


-"Il morbo delle grotte", di Roberto Fogliardi (pagg. 124-135)-ghost story che vede un turista italiano andare in una grotta in Sudafrica, ed uscirne con un caschetto da minatore comprato da un sardo.

Che rivedrà in sogno durante il volo di ritorno, e ancora in televisione una volta a casa.

Contattato l’amico italiano che era andato a trovare in Sudafrica, questi, o meglio suo padre, gli dirà che in quella grotta, che era stata una miniera, erano morti molti sardi, e che lui stesso ne aveva visto i fantasmi: "Spesso qualcuno ci rimaneva. E se quello era arrabbiato, se pensava che la vita l’aveva fottuto… beh, allora la sua rabbia continuava a vivere." (pag. 132).

Andrà, allora, come gli viene consigliato, in una grotta per tentare di dar pace a quell’anima; cosa che avverrà, ma a sue spese. Si incarnerà infatti nel suo corpo, e sarà lui, alla fine, un fantasma in cerca di un corpo in cui reincarnarsi.


-"Il vento di Vanoor", di Alberto Cecon (pagg. 136-140)-fantascientifico/fantastico, è una lunga poesia, nella quale si canta della perdita della patria, qui, addirittura, del pianeta, da parte di un popolo.

Che vaga per gli spazi siderali in cerca di qualcosa, di un posto dove poter stare; per, alla fine, trovarlo.

Ma sarà solamente un posto nel quale dimenticare, non certo uno che, in una qualche maniera, possa rimpiazzare la perdita.


-"La Crepuscolo degli dei", di Davide Carnevale (pagg. 141-151)-ottimo, fantascientifico, racconta dell’amicizia fra un’astronauta e… un’astronave.

Dopo aver viaggiato per lo spazio per molti anni, l’astronave cade a pezzi, ed è lei stessa che chiede… di essere mandata in pensione.

Chiedendo, però, una fine eroica: "Vorrei precipitare sulla Terra, per vedere un tramonto terrestre, un vero crepuscolo prima della fine, mentre l’atmosfera mi consuma poco a poco in una scia infuocata. Una sorta di funerale vichingo…" (pag. 146).

L’astronauta l’accontenterà, ma in lei rimarrà un vuoto come quello che si prova alla scomparsa di una persona cara.

Tutto ciò, poi, e soprattutto, è raccontato in un’ottima prosa molto poetica.


-"Frammento n. 83 o "dei silenziosi"", di Giulia Abbate (pagg. 152-158)-saggio su una poesia aliena.

Si immagina che, in un futuro lontano nel quale l’Uomo abbia colonizzato infiniti mondi, su uno di questi vi fosse una razza che viveva una vita prevalentemente meditativa.

Che non oppose alcune resistenza allo sfruttamento del loro pianeta da parte della Terra. Che iniziò a morire poco dopo l’inizio, di quegli scavi, per una febbre portata dall’Uomo.

E che si lasciò deportare quando gli venne chiesto.

"Il movimento, la profondità, la visione socialmente accettate sono quelle verticali – quindi si va verticalmente all’interno, nella mente, nel sogno, nell’esperienza personale… si va su, verso i cieli della spiritualità dove ognuno è solo, contiguo all’altro, certo, ma in un percorso individuale, che esclude l’orizzontalità della conpartecipazione." (pag. 155).

Vi si dice, dunque, dell’annientamento del Diverso che, purtroppo, come ben sappiamo, ci è così consono.



Abbiamo dunque visto che, come in ogni antologia che abbiamo commentato fin’ora, la qualità dei racconti è piuttosto buona.

Forse, quest’anno, lo sono di più per le idee che per il modo nel quale sono esposte; ma, d’altro canto, la nostra è più una letteratura d’idee.

Dei racconti del Trofeo vero e proprio io ho apprezzato particolarmente "Variante chiusa" e "Above®", poetici e ben scritti, il primo con un’idea che, per quanto non originalissima, come abbiamo detto, è comunque intrigante, e il secondo che va a toccare un argomento di scottante attualità.

Anche "La tessera" mi è piaciuto abbastanza, per l’idea.

Il vincitore è un po’ una barzelletta, divertente, ma non eccessivamente intrigante.

E "La distanza tra le eternità" mi è suonato molto poco realistico; nel senso di credibile.

Dei racconti dei premi esteri due, come abbiamo visto, sono privi di elementi fantastici, per quanto ben scritto, quello finlandese, e divertente, quello irlandese.

Lo spagnolo è una buona variante delle utopie negative che poi intriga il lettore proprio per il suo essere sulla lettura.

E il britannico, fantastico solo nella cornice, è decisamente il migliore, molto ben scritto, poetico, e che va a toccare un argomento d’interesse attuale come quello della disparità fra società ricche e povere.

Ma il meglio mi sono sembrati i racconti di Sfida, dei quali ben tre su quattro sono molto buoni, "Il vento di Vanoor", "La Crepuscolo degli dei" e "Frammento n. 83 o "dei silenziosi""; poetici, ognuno a modo proprio, quello del Carnevale mi è sembrato il migliore di tutti.

"Il morbo delle grotte" è un bell’horror ma senza troppe pretese.

E allora, come ogni anno, facciamo i migliori auguri a quest’ottima iniziativa, che ha ormai una bella consistenza, legata com’è ormai da tempo al Lucca Comics, di poter proseguire ancora per molti anni.

Il volume è completato da "Non è tempo di fermarsi a festeggiare", del comitato promotore del Trofeo RiLL (pagg. 7-8), "Questione di accenti", di Renato Genovese (pagg. 9-10), "XX Trofeo RiLL-comitato di lettura e giuria nazionale" (pagg. 159-167) e da "Partecipa anche tu al XXI Trofeo RiLL-il miglior racconto fantastico" (pagg. 169-170).






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