Perché nulla vada perduto e altri racconti
"Mondi incantati" n. 11, ed. Wild boar, 2013, 192 pagg., 9,50 €
La consueta antologia che raccoglie i racconti vincitori del Trofeo RiLL, giunto alla XIXª edizione, quest’anno, invece dei racconti dei giurati che abbiamo trovato nelle edizioni precedenti, vede pubblicati i racconti vincitori di premi esteri, di Francia, Finlandia, Irlanda e Regno Unito, oltre ai, soliti, racconti del premio parallelo Sfida, riservato ai partecipante delle precedenti edizioni.
La qualità, come vedremo, si mantiene sempre abbastanza alta, nei racconti del Premio.
-"Perché nulla vada perduto", di Davide Camparsi (pagg. 13-23; poi "Anonima gidierre" n. 83, 2014, e in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook)-il vincitore, è un racconto di sf, nel quale si narra, dal suo punto di vista, dell’innesto, nella mente di un bambino autistico, di una tecnologia che lo rende quasi un dio.
Un "Dio della singolarità" (pag. 17), poiché "… la prima macchina ultra-intelligente sarà l’ultima invenzione che l’Uomo avrà la necessità di fare." (pag. 18); poi, infatti, egli creerà macchine sempre più intelligenti che se, all’inizio, creeranno a loro volta una sorta di paradiso in Terra, poi arriveranno, idea abbastanza sfruttata, a percepire l’umanità stessa come il fulcro di ciò che deve essere estirpato per… migliorare.
E tutta quanta la Vita dell’Universo.
Ma il protagonista sarà ancora una volta, e questa di più, un dio; sceso su un pianeta vi immetterà la vita, avendo preservato ogni cosa di ciò che pareva essere andato perduto per sempre. Riuscendo ad attuare quanto sua madre, colei che l’aveva scelto per l’operazione, gli aveva chiesto di fare: "Perché nulla vada perduto".
L’idea, come ho detto, non è certo originalissima, anche quella che un autistico possa avere più saggezza, dentro, dei normali (vedi "Noi marziani", di Dick), ma è svolta in buona prosa, che si tiene, sempre, su di un tono poetico. Dieci pagine di prosa poetica possono risultare pesanti; qui non lo sono.
-"Il tanatofono", di Davide Carnevale (poi in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 24-33; poi "Anonima gidierre" n. 84, 2014)-secondo classificato, racconta di un’invenzione che permette di… comunicare coi defunti. Sfruttando la residua elettricità che permane nel cervello di chi è appena morto, riesce a farli parlare per poche ore.
Solamente che, qui, succede un intoppo, i cavi sono vecchi, e vi permangono i ricordi del cliente precedente; e il morto non sa più bene chi sia, né chi siano quei parenti venuti a sentirlo per l’ultima volta.
L’idea di base non è originale, basti pensare a "Ubik" di Dick, ma poi quella "crisi di coscienza" post mortem mi sembra ben pensata.
La prosa non ha nulla di eccezionale, ma è comunque ben scritto.
-"Parole proibite", di Luigi Rinaldi (poi in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 34-44)-ambientato in un universo parallelo nel quale a vincere la 2ª guerra mondiale sia stata l’Asse, vede un timido giovanotto innamorato venire finalmente invitato a casa dell’amata.
Là vi sono anche due suoi amici, che lasciano trapelare qualcosa a riguardo di ciò che sia realmente accaduto a quel popolo la cui fine è ormai stata mitizzata, probabilmente distorta: gli ebrei: "… si sono estinti, corrosi dalla loro stessa cattiveria." (pag. 40).
Rimasti soli, i due faranno all’amore; ma, poi, lei gli rivelerà l’impensabile. Anche lei è di quella razza, una delle ormai pochissime sopravvissute.
Lui, sconvolto, poi le sarà delatore; ma la sognerà, e la parola proibita che gli chiederà non sarà "ebreo", ma "amore".
Di universi paralleli nei quali sia stata l’altra parte a vincere ne abbiamo ormai visti tanti, ma mai in racconti come questo incentrati sulle odiose leggi razziali, e sull’olocausto.
Come potrebbe essere stato tacitato, completamente dimenticato e non saputo, dalle generazioni successive, mi sembra credibilissimo.
La storia d’amore che ne è alla base è raccontata bene, se
ne senta una profonda autenticità.
-"I silvani non dimenticano", di Luigi Musolino (poi in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 45-55)-fantastico, vede un uomo caduto in un bosco, con femore e schiena spezzati, essere guarito da un essere che lo spaventa: "Il busto e le braccia che avanzavano verso di lui erano senza dubbio quelli di un ragazzino, ma sotto l’ombelico, dove avrebbero dovuto esserci arti umani, cominciava un folto ammasso di ispida peluria che si allungava in due zampe caprine." (pag. 47).
Spaventato al punto da ucciderlo, invece che dargli l’aiuto che chiedeva: "Tu aiuta me. Io aiutato. Io perso. Perso Padre. Madre." (pag. 48).
L’uomo tornerà alla sua famiglia, e tutto sembrerà tornare alla normalità; ma per poco. Presto creature simili a quella cominceranno a perseguitarlo, senza fare nulla di eclatante, ma atterrendolo.
Se ne andrà, da quei boschi, ma anche a Torino quelli, che avrà capito essere dei satiri, o fauni: "Una figura mitica, protettrice dei boschi, una creatura silvana delle leggende greche che se ne andava in giro per le foreste a fottersi le ninfe e a suonare lo zufolo." (pag. 49), continueranno a tormentarlo.
Prima di morire farà giurare ai suoi figli di non tornare mai, a quei boschi. Ma entrambi lo tradiranno, quel giuramento, e la figlia verrà addirittura violentata, da uno di essi.
L’idea mi è parsa piuttosto originale, anche se varianti simili si sono già lette, ed è scritto in una buona prosa scorrevole.
I racconti di "RiLL Europe" (introduzione pagg. 56-57), dei premi esteri che abbiamo detto:
-"Sopravvissuto" (Le survivant), di Sylvie Miller e Philippe Ward (pagg. 58-69; traduzione di Maria Cristina Davanzo; originariamente in "Noir Duo", ed. Actus, 2007)-vincitore del IX Prix Masterton (Francia), è un racconto detto, non raccontato, su uno dei più abusati dei temi del fantastico, la vendita dell’anima al Diavolo.
Qui è un musicista blues che, avendolo evocato, poi non ha neppure avuto il coraggio di stipularlo, il fatidico patto, e così la sua donna l’ha fatto per lui, così che, ora, è seguito, nei suoi concerti, dalla sua ombra, qualcosa di vuoto che vede solo lui.
Il racconto risulta quasi interamente mainstream, e solamente nel finale si ha l’innesto fantastico.
-"Blu Urali" (Uralin sininen), di Tomi Jankala (pagg. 70-87; traduzione di Lia Gasbarra)-vincitore dell’XI Premio Nova, 2010 (Finlandia), è un bel racconto decisamente originale di un ricercatore russo che, dopo aver studiato tutta la vita i draghi senza averne ovviamente mai visto uno, ne riesce a vedere addirittura due, e proprio nel momento, rarissimo, dell’accoppiamento.
Il fantastico è dato proprio da questo dire, dei draghi, come se fossero creature reali.
Il tutto è raccontato in una prosa impetuosa, che ben dice della passione del protagonista per l’oggetto dei suoi studi.
-"La nebbia di Tokio" (Tokio Haze), di Michael Banker (pagg. 88-108; traduzione di Edoardo Cicchinelli)-vincitore del VI Aeon Award Contest, 2011 (Irlanda), sembra un racconto di sf, ma poi si rivela essere un fantastico.
Un robot è solo, in una Tokio completamente deserta; sembra un dopo apocalisse… e lo è, solamente che non è una delle apocalissi di cui siamo abituati a leggere, ma l’Apocalisse. Quella vera, finale.
Una sorta di fanta-religione, con l’umanità tutta sfumata in una nebbia nella quale ognuno vive le esperienze, le emozioni di tutti, mentre il Tempo, in qualche modo, torna indietro.
E il robot, il primo, e unico, del suo tipo, con una coscienza, dopo aver "estratto" da quella nebbia una donna per avere un po’ di compagnia, viene risucchiato anch’egli nella nebbia, proprio come se fosse un umano al pari di chiunque altro.
Notevole, molto poetico, e non pesante, come possono risultare i racconti di fanta religione.
-"La prima volta l'hai incontrato in parrocchia" (You First Meet the Devil at a Church Fete), di Shannon Fay (pagg. 109-115; traduzione di Emiliano Marchetti e Edoardo Cicchinelli)-vincitore del IX James White Award, 2012 (Regno Unito), è un altro racconto sul patto col Diavolo, solamente che, qua, è il diavolo a contattare, ancora, un cantante, ma lui rifiuta la sua offerta di farlo diventare famoso.
Finisce che il contattato muore giovane, ma felice, avendo trovato l’Amore, avendo fatto ciò che voleva veramente fare e… non avendo venduto la propria anima.
Certo che il patto col diavolo….
I racconti del premio parallelo Sfida (introduzione pagg. 116-117), che quest’anno avevano solamente la limitazione del tema di base, e del titolo; come vediamo, si intitolano tutti "La conquista", e il tema è, appunto, quello, in ogni suo possibile sviluppo:
-"La conquista", di Antonella Mecenero (pagg. 118-127)-fantastico, vede due persone, una che vive nel Neolitico e l’altra ai giorni nostri… incontrarsi.
Lui è un uomo sacro, che è salito sulla montagna per cercare pietre sacre e visioni di dèi, lei una scalatrice che, essendo donna, è snobbata ed emarginata, e che cerca, quindi, l’affermazione personale in un’impresa che sa pericolosa.
Entrambi hanno un incidente, lui viene ferito dalla freccia di un rivale che vuole prendere il suo posto, lei cade; e si vedono, al di là del tempo, nello stesso posto.
Entrambi verranno salvati, nel proprio tempo, e, in lei, rimarrà quasi l’impressione di essersi "… innamorata di un’allucinazione." (pag. 126).
Ottimo, molto poetico, e molto ben scritto.
-"La conquista", di Massimiliano Malerba (pagg. 128-140)-sf, vede un’azienda di armi con un problema di spionaggio commerciale, un infiltrato molto particolare.
È un aracnide, con una grandissima capacità di mimetizzazione, di copiare gli organismi che attaccano e distruggono.
Viene chiamato un esperto che, in breve, lo individua nella forma umana che ha appunto assunto.
Solamente che, gli aracnidi: "Agiscono spesso in due. Uno di essi è il supporto, e quindi sacrificabile." (pag. 139); l’esperto, era lui stesso l’aracnide veramente pericoloso, senza nemmeno averne consapevolezza.
Questa ricerca del diverso camuffato da umano ricorda un po’ Blade runner e i suoi replicanti, con quel test per individuarli.
Idea decisamente originale ben svolta, anche se senza una prosa particolarmente significativa.
-"La conquista", di Andrea Viscusi (pagg. 141-153)-fanta… realtà. Basandosi su fatti realmente accaduti, l’autore imbastisce il racconto di un’arma che stava per essere inventata, e che mai lo fu per scrupolo morale.
I protagonisti sono Majorana, Marconi e Tesla, più la moglie del Duce.
Intrigante, colpisce soprattutto per le Note storiche alla fine, che dicono di come, appunto, sia basato su fatti veri.
-"La conquista", di Enrico Di Addario (pagg. 154-163)-fantastico, racconta, in capitoletti alternati di durante e prima, un’impresa che sembra destinata ad un fallimento mortale di uno scalatore, e della sua ultima serata mondana precedente, passata a dialogare con una donna affascinante ed intelligente.
Lei, praticamente, gli chiederà di… conquistare anche lei, e l’impresa avrà un inaspettato happy end quasi mistico con la scoperta di una "… città impervia, incastonata fra picchi di giada…" (pag. 163), che non solamente gli salverà la vita, ma lo porterà ad una conquista ben più elevata.
Molto ben scritto, con buoni livelli di poeticità.
-"La conquista", di Angela Di Bartolo (pagg. 165-174)-una riscrittura del mito di Dedalo, che costruì il labirinto che imprigionò il Minotauro, e che poi volò via col figlio Icaro, questi precipitando per essere volato troppo vicino al sole.
L’elemento fantastico che vi si immette è il motivo per il quale Dedalo divenne il più grande costruttore; Icaro, vi si immagina, trova una creatura che sembra venuta da un altro mondo, e che dà, appunto, a Dedalo il dono di infondere la vita stessa alla materia; in mito narra anche che: "… le sue statue sembravano vive a tal punto da raccontare che esse aprivano gli occhi e si muovevano".
Ben scritto, ma la storia è talmente nota che risulta di scarso interesse.
Come ho detto in apertura, i racconti del Premio sono di buona qualità, soprattutto il vincitore, decisamente molto notevole, che, quest’anno, avrei fatto vincere anch’io.
Quelli dei premi esteri, invece, risultano un po’ deludenti, quelli finlandese e irlandese un po’ meno, mentre i racconti di Sfida mi sono sembrati tutti abbastanza buoni, anche se l’ultimo racconta una storia troppo risaputa, per quanto con l’inserto di quell'elemento originale che si inserisce perfettamente nel mito.
Da notarsi che, quest’anno, mancano totalmente racconti sia fantasy che horror; prevale il fantastico in senso lato, e l’sf.
Continua quindi quest’ottima realtà della letteratura fantastica italiana, una delle migliori, che dà spazio ai nostri autori in una buona veste e con una buona diffusione.
Il volume è completato da "Mondi incantati, d'Italia e d'Europa…" (pagg. 7-8), introduzione del Comitato promotore, "(Tra parentesi)", introduzione di Renato Genovese, col consueto spazio dello spiritoso prof. Cosmo Wang (pagg. 9-11), "XIX Trofeo RiLL-Comitato di lettura e giuria nazionale" (pagg. 175-184) e "XX Trofeo RiLL", bando (pagg. 185-187).
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