V - Epilogo
- N o, no, no e poi no!
- Non un altro maledetto crash...
- E’ pazzesco. Basta inserire quell’accidenti di gene
in più e guarda che succede!
- Crollo totale.
- E’ l’effetto di troppi omicidi.
- L’omicidio - o dovremmo dire qui il miocidio?
- è la negazione stessa della società. Un programma che segua questa
logica, arrivando alle estreme conseguenze, non può che crashare. Se si impone
la violenza, finisce il mondo. Game over. Schermo blu.
- E dove è finita la teoria del caos?
- Non è qui dentro. Evidentemente.
- Ohhh, ma insomma, voi due fidanzatini, volevate il
mondo ideale, eccovelo qui, noioso e prevedibile. Niente di nuovo, solo delle
bestie che si comportano come gli uomini.
- Devi sempre essere così… negativo?
- Sei tu, Hassan, a essere invece così… inutilmente
magnanima!
- E tu, Raitseff, cos’altro fai se non spingerli
alla crudeltà?
- Ora basta, voi due, litigare non ci porterà un
palmo più avanti.
- E già Homer, comodo, non è vero, fare l’ago della
bilancia tra i due estremi? Tu fai la media e la inserisci nel minestrone, non è
così? Sia fatta la tua volontà!
- Adesso non ho voglia di discutere. Siamo però
d’accordo sulle caratteristiche fondamentali, no?
- Già. La simulazione è instabile, il gene N88CG li
rende molto intelligenti, ma anche troppo aggressivi.
- O troppo calcolatori. Secondo voi qual è
l’individuo dominante, quello logico-deduttivo, oppure quello ambizioso e
crudele? Chi prevarrà alla fine?
- Hmpff… Nessuno? Oppure entrambi? Certe condizioni
stimolano la creatività, in altre è normale che diventino animali feroci. La
creatività e insieme la ferocia permetteranno loro di sopravvivere nel mondo che
gli lasciamo.
- Questo è antropocentrismo, Raitseff.
- Senti chi parla, chi ha avuto l’idea di chiamare
William il soggetto sperimentale?
- Ci facilitava l’approccio. E poi l’Esodo su Beta
Virginis è imminente… L'hangar sotterraneo si sta riempiendo di navi iperluce.
Su quel mondo troveremo acqua, terre verdi e fertili, un paradiso terrestre. Se
non fosse per quegli ostinati insettoidi…
- Quelli lì non ti fanno pena, vero Hassan?
- Mi fanno schifo. Sono ostili e vanno… trattati!
- Sì, certo, coi defolianti e in tutta discrezione.
Trattamento Ultimativo!
- A volte, Raitseff, dobbiamo accettare quello che
non ci piace… e poi faremo in fretta!
- Hassan, la tua ipocrisia è deliziosa! Piuttosto
prega il tuo Profeta di avere avuto abbastanza tempo!
- A proposito, cosa mi dite della religione?
- Geniale, Homer, geniale…La vecchia trinità
cristiana con una mano di misteri sumerico-ebraici… e un po’ di giusta
autocelebrazione! Anche se i nostri piccoli eroi hanno fatto presto a capire che
fra te e Hassan non ci sono segreti... Hahah!
- Un po’ eccessive come Easter Eggs, non vi pare?
- Zitta, Hassan, tu sei quella che ai nostri
topolini piace di più!
- Non ti sembra, Raitseff, di immedesimarti troppo
con il Serpente? Il delirio del potere, la stampa corrotta, e come se non
bastasse, ti crei anche un esercito personale virtuale!
- Non ti piacciono i miei automi, bambina?
- Fanno più schifo degli insettoidi veri di Beta
Virginis! Farli uguali ai guerrieri Ronin denota non solo il tuo razzismo, ma
anche la tua mancanza di fantasia.
- Bella la tua Medina ipertecnologica! Se i tuoi
connazionali l’avessero avuta ci avrebbero fatto subito le armi chimiche!
- Te l’ho già detto. Sei un razzista.
- Dai, ragazzi, i genetisti aspettano la nostra
risposta su William!
- Quello lì, Homer? E’ un disastro. Mezzo e mezzo.
Né carne, né pesce. Come il primo ominide che si è alzato nella savana. E quindi
per me va bene. I suoi Figli modificati se la caveranno ancor meglio.
- E la storia dei pollici?
- Ancora antropocentrismo. Alla fine, se sono
abbastanza intelligenti, come dice il programma, ne fanno a meno. Però hanno il
complesso di inferiorità.
- Sì, bella, provaci tu a fare lo slittastop senza
pollice…
- Zitto, Raitsef. Hassan ha ragione. A proposito
dei modificati, che ve ne pare del canguro con geni umani?
- Assomiglia un po’ a un tutorial da ologioco. Però…
Homer, tesoro, io mi ci sono affezionata!
- Tu ti affezioni per definizione ai perdenti. A
cosa serve quell’affare? Dai, dimmelo!
- Insomma, Raitseff! A dare un po’ di poesia a
questa simulazione e.. e… al mondo che verrà! E poi a me piace tanto…
- Quel decerebrato!
- Non è un decerebrato, E’ intelligente e dotato. E’
solo… fragile.
- Ma va’! Fa parte della simulazione solo perché
prega verso la Mecca virtuale!
- Adesso basta con le offese alla mia religione!
- Scusa. Ma dimmi, che ce ne facciamo di un canguro
post-islamico col palato di gatto e il complesso della vedovanza?
- Hai dimenticato, Raitseff, il programma per i
piloti di navetta?
- Chewbecca funziona solo in quel vecchio film di
fantascienza, Hassan, ci serve di più Han Solo… E poi non c’è tempo.
- Finitela voi due. Ditemi dei sopravvissuti che il
programma inserisce in tribù spontanee.
- I selvaggi? La simulazione ha visto giusto, Homer:
regressione prima, estinzione poi. Anche se devo ancora capire perché il
programma piazza in Amazzonia un gruppo di barboni nordici.
- Nella realtà, il permafrost finirà di ricoprire tra
cinque anni Isole Britanniche, Scandinavia e Olanda. Poi toccherà alla Francia,
agli Stati Uniti Orientali e ai Paesi Mitteleuropei. Abbiamo ricavato i vettori
delle migrazioni da modelli attendibili al 93,5 per cento. Il traduttore
generato dal programma ha fatto il resto.
- Sì sì, Hassan, e la tua Mesopotamia, guarda caso, è
diventata un giardino di delizie… Ritorno alle Mille e una Notte!
- Cretino.
- Basta, ragazzi, ok? Voglio il vostro giudizio.
Spassionato.
- Per me va bene. Anche se la simulazione crasha, nel
mondo reale funzionerà.
- Vivranno davvero sottoterra?
- Col tempo risaliranno, Hassan.
- Allora, procediamo o no con Genesi?
- Cambiamogli nome, volete?
- E come lo chiamiamo, Hassan, Inshallah?
- Chiamatelo come volete. Adesso, però, io vado a
dormire.
- I don’t
want to close my eyes… I don’t want to go to sleep… cause I miss you baby…
- Raitseff, sei stonato e hai un accento orribile. E
le tue avances sono ridicole.
- …. Già Homer. E quella canzone ormai ha più di un
secolo. Deprimente. A domani. Io ho sonno.
****
William attese che i tre umani, uno dopo
l’altro, lasciassero il laboratorio, spegnendo la luce e chiudendosi dietro la
pesante porta blindata. Scese dalla ruota sulla quale aveva corso per un’ora
abbondante e, con le mani senza pollici opponibili, spinse il suo gioco
preferito sopra la pietra piatta che avevano messo per decorare la sua gabbia.
Con fatica si issò in cima alla scala improvvisata e infilò due dita tra le
sbarre della gabbia, in corrispondenza del saliscendi. Clic! Alla
spinta, la serratura ebbe uno scatto, e liberò la porticina superiore.
William si guardò intorno un paio di
volte. Gli occhi rossi per un momento incerti sul da farsi, annusò
distrattamente in aria, cercando l’aroma inebriante del profumo della donna.
Dolce creatura… Gli sarebbero mancate le sue carezze sulla pancia… Gettò poi un
ultimo sguardo verso le altre due gabbiette, un salutino rapido ai suoi cloni
già addormentati, Swiggert e SciFi. Non gli sarebbero mancati molto. Finalmente
saltò giù dal tavolo e, appiattitosi freneticamente tra porta e pavimento, si
dileguò in un attimo nei corridoi oscuri.
FINE
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