T - Quarto Potere
Sebbene su Bavel non esistessero
prigioni, il luogo dove Asfwd e Resxew avevano rinchiuso Fjjk, Gudlaj e Haggar
era quanto di più vicino a un carcere ci si potesse immaginare. Una casamatta
tozza e squadrata, che architettonicamente faceva a pugni con le strutture
troncopiramidali dell’Alveare. Si trattava del Quartier Generale della Milizia,
una struttura che dominava con la sua mole il sobborgo orientale di Bavel, non
lontano dalle Piane Rocciose e dalla Patria dei Marsupiali. All’interno,
corridoi e alloggiamenti per le truppe d’assalto. In uno di questi ultimi, una
stanza stretta e lunga con tre giacigli in paglia, erano stati confinati Fjjk e
i suoi compagni.
- Piccolo, capisco il tuo dolore… - disse
Haggar, una strana smorfia sbilenca sul muso dominato dal grosso naso. - Adesso
però dobbiamo scoprire un modo per andarcene da qui. Forza, sei stato così
coraggioso finora. Non mollare proprio adesso!
Mollare? La
Lingua Bassa non si prestava a grandi elasticità nelle metafore, e Fjjk, che
aveva capito di non dover allentare la presa dei suoi denti piatti, rimase
interdetto un istante. Poi comprese cosa Haggar volesse dire e la pausa gli
consentì di anestetizzare un poco il dolore. La perdita di una Prole era un
momento devastante per un Figlio, specie se si trattava, com’era il caso di
Radswe, dell’erede designato e il padre era di mezza età come Fjjk. Era, dolce
Hassa, come perdere il proprio futuro. Questo gli aveva fatto Resxew. Fjjk sentì
la ferocia di Seff montare dentro di sé.
- Sia fatta la volontà di Homm, onorato Fjjk, ora e
sempre… - disse una voce flautata, mentre una mano tozza dal pollice opponibile
si posava sulla spalla di Fjjk, tremante per il furore. - E che Hassa ci accordi
la sua misericordia…
- La volontà di Homm, tu dici, Gondas? - rispose quasi
urlando Fjjk - Era la volontà di Homm che friggessero il cervello della mia
Prole anziana? E dov'era la tuab dolce Hassa?
- Tutto in questo mondo, e nel Di Sopra, accade per
volontà di Homm e Hassa… - rispose Gudlaj - Sta solo alla misericordia della Dea
dell'acqua fare sì che ciò che accade non ci travolga col suo procedere
spietato… Non capisci, scienziato, Homm e Hassa sono due facce della stessa
medaglia, due sensibilità della stessa trascendenza. Se capisci questo, ti sarà
meno doloroso sopportare le angosce della vita, i momenti come ... questo. E...
Seff, il male... E' dentro di noi. Spetta solo a noi tenerlo a bada, con l'aiuto
di Hassa. E questa, in ultima analisi, è la volontà di Homm.
Fjjk riconobbe il tono del sacerdote, quale
Gudlaj era.
- Cosa devo fare ora, Gudlaj? Siamo
prigionieri e temo che per Asfwd sia più semplice ucciderci che lasciarci
vivere. Siamo la testimonianza che lui è in errore. E io… non ho più niente con
me che possa aiutarci a uscire di qui.. Qui non ci serve la trascendenza...
Almeno non ora. Non ci sono finestre, e la porta è saldamente chiusa con una
serratura elettronica, probabilmente con l’impronta della coda dello stesso
Asfwd. Siamo in trappola!
- Non del tutto, piccolo, non del tutto… Non
se uno sciagurato bipede di razza sconosciuta viene improvvisamente colto da
avvelenamento da cibo per Figli… Non ricordi? - disse Haggar cominciando a
impallidire e a tenersi l’addome. - Mi sono gettato su quelle … fibre? -
continuò gemendo e indicando il piatto di licheni che era stato loro servito
come unico pasto. - E… urghhh… senza nemmeno sapere cosa fossero…
Nello stupore assoluto di Gudlaj e Fjjk Haggar
si gettò sul pavimento di keramyk cominciando a lamentarsi ad alta voce. Poi si
girò, sempre gridando, ma chiudendo, stringendo e riaprendo subito una palpebra.
Un gesto alieno, accompagnato però da un largo sorriso. Fjjk e Gudlaj capirono
che si trattava di un trucco. Ingegnosi bipedi, pensò Fjjk, mentre il
medico si rotolava per terra mugolando per un dolore che appariva genuino.
- Aprite questa porta! - cominciò a gridare Fjjk,
battendo entrambe le palme delle mani sulla piastra di metalloy che chiudeva la
loro cella.
- Aprite, per Hassa la dolce, - fece eco Gudlaj con la
sua voce sonora, scoccando uno sguardo d’intesa all'anatomista.
- Cosa succede qui dentro? - chiese inquisitoria una
guardia, che entrò nella cella non appena la porta rientrò nella fessura
apertasi sul pavimento.
- Sta male, non vedi? - disse Fjjk. - Voi e i vostri
licheni lessi! Quella creatura ha bisogno di una dieta adatta, e…
Fjjk si interruppe e la guardia si girò di
colpo, per ricevere sul muso allungato di Figlio la mano di Gudlaj stretta a
pugno. Un atto che con queste mani, non avrei mai potuto compiere con la
stessa efficacia, pensò Fjjk mentre il miliziano strabuzzava gli occhi e si
abbatteva a terra, stordito. Automaticamente, Haggar si alzò in piedi, impugnò
il fulminatore e ne calò il calcio sulla testa della guardia, prolungandone il
sonno per un po’.
- Adesso, amici miei, sorrise il medico togliendo la
sicura alla grossa arma - mi sento molto più tranquillo. Andiamo a prendere il
vostro Capocerimoniere?
- Aspetta, Haggar, qui fuori ci saranno decine di
Figli armati fino ai denti - disse Fjjk preoccupato. Non ho nessuna voglia
di mettermi a sparare all’impazzata come un delinquente in preda a Seff!
pensò con terrore guardando il medico che giocherellava con il delicato fermo
del grilletto del fulminatore.
- Ma come si impugna questo coso? - chiese Haggar che,
istintivamente, cercava il posto per il pollice su un calcio predisposto invece
per infilarvi dentro, salde, le quattro dita della mano di un Figlio. - Ahhh
ecco! Così. Ma io ho le dita troppo grosse! Ci infilerò solo le ultime due, e il
pollice, così, a reggere il tutto… Ma che scomodo! E… prendi un po’ questo!
Di nuovo il lampo rosso, stavolta a cadere
un’altra guardia anch’essa armata di fulminatore. Hassa misericordiosa, non
c’è più il tempo di pensare! Fjjk indossò senza difficoltà la lunga canna
sagomata, come se da sempre avesse fatto parte della milizia. Il terzetto iniziò
ad avanzare nel corridoio interno principale della casamatta, Gudlaj, l’unico
disarmato, protetto dagli altri due.
- Ce ne saranno sicuramente degli altri, Fjjk - disse
Haggar. - passa in coda e proteggici le spalle, questo corridoio non mi piace…
Abbiamo fatto troppo rumore!
Un raggio, di ampiezza più ridotta e di colore
rosso chiaro, staccò una sottile lamina di keramyk dal muro sopra la testa
crinita di Haggar.
- Attenzione, riparatevi dietro quella sporgenza -
urlò il medico imbracciando il fulminatore con una mano e indicando con l’altra
il ridotto spazio che conduceva a un angolo. Ancora pochi passi e avrebbero
svoltato in un altro passaggio, da dove probabilmente si arrivava all’uscita.
- C’è una specie di barricata là in mezzo - disse
Gudlaj che aveva avuto il tempo di gettare uno sguardo dietro l’angolo. - Dietro
una porta di metalloy scardinata e messa di traverso ci saranno tre o quattro
guardie con fucili a fase e fulminatori pesanti. Non so se riusciremo a passare.
- Io dico di sì… - sorrise crudele Haggar. - Sai che i
fulminatori possono lanciare anche delle granate? Io l’ho scoperto esaminando
questo… - E, aprendo un alloggiamento laterale della sua arma, ne trasse due
sfere di aspetto plastico, dotate su un lato di una specie di innesco. Ora,
secondo logica, queste vanno inserite qui, vedi questa cavità tondeggiante?
Co-osì! Con un sordo suono di incastro, le due sfere scomparvero, una dopo
l’altra, in un compartimento. Una luce rossa si accese vicino al grilletto, poi
diventò verde.
- Vediamo, - disse pensoso Haggar - secondo me si fa
così! - E facendo capolino da dietro l’angolo sparò la prima granata contro la
barricata.
L’esplosione fu devastante. La porta di
metalloy si disintegrò con quanto c’era dietro. Haggar, Fjjk e Gudlaj si
affrettarono a oltrepassare i rottami fumanti, in mezzo ai quali si
riconoscevano parti anatomiche di Figlio. Fjjk distolse lo sguardo, sconvolto.
Una breve, guardinga corsa verso la porta in fondo al nuovo corridoio. Sì, la
piastra è verde, se Hassa vuole è l’uscita…
-
Porta chiusa! - esclamò Haggar
notando la luce rossa vicino alla piastra di identificazione.
- Non funziona! Lo sapevo! - si lamentò Fjjk dopo
avere invano infilato il bordo rugoso della propria coda nella fessura di
identificazione. L’idea era stata pessima. Subito, al di fuori della casamatta,
cominciò a risuonare angosciosa la sirena di un allarme.
- Onorato anatomista… - disse Gudlaj. - dovevi
immaginare che le tue credenziali sarebbero state revocate da Asfwd Fasd.
- Aspetta un istante, Gudlaj… - rispose Fjjk. - Questi
dispositivi hanno in genere anche un comando vocale, nel caso remoto in cui il
lettore centrale dovesse sbagliare a scannerizzare il bordo della coda di un
Figlio… Vediamo… - Sì! Passando e ripassando il palmo della mano davanti
alla piastra, Fjjk riuscì ad azionare un pannello quasi invisibile, che si
ribaltò infine sotto i suoi occhi evidenziando un microfono. Fjjk inserì dentro
i propri dati e la porta, incredibilmente, si aprì. Contemporaneamente, la
sirena smise di suonare.
- Asfwd doveva avere molta fretta, - disse Fjjk
trionfante - per dimenticare di bloccare anche questo dispositivo. Ora dobbiamo
sbrigarci. Kà-dingirra ci aspetta!
- Asfwd ti ha lasciato uscire, figlio di Okjieko, solo
perché sapeva che qui avresti trovato me! - Fjjk si girò al suono della voce
conosciuta. Davanti a lui si parava ancora una volta il Portavoce della Schiera
Resxew, nuovamente armato di fulminatore pesante. - Non sai che gioia mi darà il
poter dire ad Asfwd che, dopo la Prole, ho dovuto uccidere anche il Padre!
Resxew caricò la pesante arma e la sollevò
lentamente, senza avvedersi che silenzioso, alle sue spalle, era scivolato
Gudlaj il Gondas. Il sacerdote marsupiale afferrò la tunica del Portavoce della
Schiera, abbassandogliela dal collo fino alla vita. Resxew rimase imprigionato,
le braccia immobilizzate. Haggar gli strappò il fulminatore dalle deboli mani,
impugnandolo saldamente nelle sue.
- F... Fjjk... Stimato, onorato scienziato! -
balbettò l'ex Araldo di Bavel. - A... avrai capito che ero costretto a fare
tutto questo... As... Asfwd mi avrebbe ucciso! Ha detto che mi avrebbe smembrato
se non ti fossi stato addosso, e...
-... E tu lo hai fatto, vero, povero Resxew,
come potevi opporti al Capocerimoniere della Gilda dei Medici? - lo schernì
Fjjk, in preda al furore. Quello era il Figlio che aveva massacrato la sua Prole
prediletta, destinata a succedergli. - Che tu ti sia autoproclamato Portavoce
della Schiera è solo un piccolo dettaglio, no? Tu non desideravi il potere per
te... era tutto un trucco, non è vero?
-...Sì, è così! Asfwd! Asfwd mi ha plagiato,
io non avrei mai voluto fare del male a te o a Otgejn... La tua casata, casa
Fjjk, possa vivere per generazioni! Se... se tu vorrai, Fjjk, io potrò
pubblicare la versione finalmente corretta della tua storia, io sarò il tuo
cronista!
- Non ce la fai proprio a riprovarci ogni
volta, vero, Resxew? - disse mesto Fjjk, percorrendo con una carezza il muso
dell'ex amico. Vide che la tunica gialla ormai strappata si sollevava
febbrilmente sulla pancia prominente del Figlio. Stava per averne pietà, quando
ricordò lo scempio della testa di Radswe, i propositi di ucciderlo e
impossessarsi della sua Famiglia.
- Già, casa Fjjk. - mormorò l'anatomista capo
di Bavel - E' quasi una buona idea, sai Resxew? - e sottolineò la frase con un
violento ceffone che colpì il Figlio in pieno muso, facendolo vacillare.
- Non farmi del male, ti prego, scienziato! -
squittì Resxew inciampando e cadendo a terra, raspando il suolo con le zampe
posteriori, le braccia ancora immobilizzate dalla resistente seta della tunica.
- Le fanno bene le vostre tuniche, eh, ex
Araldo? - chiese Fjjk avvicinandosi lentamente a Resxew, che continuava a
retrocedere.
- Ti prego, Fjjk. Non farlo! - Resxew aveva
visto che lo scienziato impugnava una pistola a fase regolata in modalità
incisivo-percussiva. La spia color magenta parlava chiaro. - Dolce Hassa, non
puoi uccidere un Figlio come se fosse uno...
- ... Uno schiavo,
Resxew? Un animale? Oh, no. Non lo farò infatti. - Fjjk si fermò, tenendo
sempre di mira l'ex Araldo di Bavel. - Ma
forse qui c'è qualcuno che desidera farlo. Gudlaj?
- Onorato scienziato... - disse piano il
Gondas facendosi avanti aondeggiante. - Hassa la
misericordiosa mi è testimone di quanto io desideri la morte
di questo Figlio. Ma non voglio macchiarmi le mani con il
suo sangue impuro. Haltaj... Haltaj non lo avrebbe voluto. Lascia che viva,
Fjjk. Lascia che viva per ricordare la sua superbia e la sua
iniquità. Che di lui sia quello che Hassa vuole!
- Hai ragione, Gudlaj... - disse lentamente
Fjjk. - Ma forse c'è un modo per ricordare a questo Figlio di cosa è fatta la
sua ambizione. Ora aiutami a sollevarlo per le gambe, così...
- No, non un'altra volta! - strillò Resxew,
che aveva capito le intenzioni di Fjjk.
Fjjk e Gudlaj portarono a braccia Resxew verso il
grande bacino isolato in cui confluivano i rifiuti del Corpo di Guardia e i
residui della latrina. I due dentepiatto si scambiarono un cenno d'intesa, poi
presero lo slancio e scagliarono il pesante corpo dell'ex Araldo di Bavel nel
mezzo del cumulo di spazzatura ed escrementi.
Una volta regolati i conti con Resxew, uscire
dalla zona del Quartier Generale della Milizia si dimostrò meno difficile di
quello che Fjjk aveva temuto. La seconda identificazione vocale aveva annullato
ogni segnale di allarme che in precedenza la sua coda aveva iniviato ai sistemi
di sicurezza dell’Alveare. I rinforzi della vigilanza arrivarono perciò in grave
ritardo, appena in tempo per salvare l'ex Araldo dall'annegamento nei liquami, e
ben dopo che Gudlaj, Fjjk e Haggar ebbero imboccato la rete dei canali, che da
Bavel li avrebbe portati alla base dell’Acropoli di Kà-dingirra.
- Aspetta, piccolo, maledizione! - sbottò
soffocato Haggar dopo che, per l’ennesima volta, Fjjk gli aveva dato sei lespam
di acqua battendo per una sola volta la sua coda piatta. Nella disciplina del
nuoto si ribaltava lo svantaggio motorio dei Figli nei confronti dei bipedi come
Gudlaj o come lo stesso Haggar, costretti a utilizzare le loro braccia in un
faticoso e ritmico movimento. Fjjk riusciva a distanziare nettamente i suoi
amici, nonostante questi, per riuscire a nuotare a velocità accettabile,
avessero caricato sulla schiena dello scienziato i due pesanti fulminatori.
Non mi sono mai sentito meglio , notò Fjjk fra sé e sé. Nonostante la morte
di Radswe, in lui era subentrato non già il furore cieco di Seff, ma una nuova
fredda determinazione: doveva fare i conti con Asfwd, una volta per tutte,
perché la giustizia doveva essere riportata all’interno della Schiera.
Lo scienziato si chiese chi potesse essere la divinità a ispirare
quello stato d’animo. Certo non la dolce Hassa, dea della tenerezza e della
misericordia. Doveva dunque essere Homm a ispirare questa riscossa. Ma forse
Gudlaj aveva ragione. Homm e Hassa, due volti della medesima trascendenza... Lui
stesso non riusciva più a distinguere quale Dio muoveva le sue singole pulsioni.
Quanto era cambiato da quando aveva messo piede sul duro carapace! Uno
scienziato, un ex schiavo marsupiale e un medico bipede, reliquia del remoto
passato sulla superficie del pianeta! Un bell’assortimento, non c’era che dire.
Erano passati… Quattro o cinque lekhter, da quando, in quello stesso canale,
aveva visto la sguenda che lo aveva guardato? Sembrava passata una vita da
Figlio, e quante cose aveva visto! Ora, ammettere che un barlume di coscienza
risiedesse anche negli occhi di quel dentepiatto selvaggio non lo turbava più.
Molte cose sarebbero dovute cambiare, sotto il cielo fasullo della Schiera…
Già, il cielo… Gli astri! Non avrebbe mai visto quelle meraviglie, se si
fosse rassegnato ad accettare alla lettera il tabù di Homm: la superficie
appartiene agli dei… No, la superficie di Gē appartiene a tutte le sue
creature! Meravigliato della forza con cui la sua mente ora formulava simili
concetti, Fjjk quasi non si accorse di essere arrivato alle mura esterne di
Kà-dingirra.
- Strano posto, questo…- mormorò Haggar, disorientato
di fronte alle moli troncoconiche.
- Ecco, di qui si procede solo a piedi, - disse Fjjk
scaricando i fulminatori sul selciato di keramyk. - Ma dovremo fare attenzione.
Haggar, dovrai sacrificarti per il bene di tutti!
- Cosa vuoi dire, piccolo mius?
- Che noi siamo i grandi cacciatori e tu sei la nostra
preda! - rise Fjjk divertito, mentre traeva dalla borsa da medico una lunga e
stretta fibra. Con questa legò i polsi dell’esterrefatto Haggar. Poi raccolse le
armi e diede uno dei fulminatori a Gudlaj. - Ecco, così desteremo meno sospetti.
Abbiamo catturato uno stranissimo bipede, e lo stiamo portando agli Anziani per
decidere cosa farne!
- Io spero che tu sappia cosa fai, - disse
preoccupato Haggar, mentre i due dentepiatto lo affiancavano, le armi a
tracolla.
- Ho sempre sognato di portare agli Anziani una
creatura come te, - disse Fjjk sorridendo in un modo che a Haggar sembrò strano.
- Piccolo, non farai scherzi, vero?
- Tranquillo, Haggar, Fjjk è solo… molto eccitato. -
disse calmo Gudlaj. - Quando quelli come lui si eccitano, diventano così …
febbrili. La sua religione in realtà gli proibisce di cedere a Seff, vero Fjjk?
- Gli occhi tondi del Gondas guardavano Fjjk pieni di riprovazione.
- Ahhh… behh… Sì, è vero. Scusami, Haggar - implorò
Fjjk, le estremità delle ampie orecchie rosse d’imbarazzo. - Ma devi capire.
Finora una creatura come te era considerata una favola qua sotto. Io… io ho un
fossile, in laboratorio, uno scheletro in tutto e per tutto uguale al tuo… E
secondo gli Anziani erano falsificazioni! Adesso dovranno guardarti per bene!
- Calma, Fjjk - disse Gudlaj. - rimane Asfwd a cui
pensare…
- Accidenti, il Capocerimoniere! Che Seff sia
maledetto se per un momento non me ne sono dimenticato! L’imbarazzo portò
stavolta Fjjk ad abbassare addirittura le orecchie in giù lungo il cranio.
Guardò Haggar con aria colpevole.
- Io… - cominciò a dire.
- Non ci pensare, Fjjk. - rispose Haggar sorridendo. -
La fedeltà alla tua Razza è una caratteristica molto forte dentro di te. Vedi
solo di ricordarti da che parte stai, una volta che saremo dai tuoi… Anziani!
- Sarà molto presto, Haggar! - disse Fjjk indicando la
piramide sulla sommità di Kà-dingirra. Quello è il palazzo del Consiglio. Lì
dentro ci sono una decina di Figli molto vecchi e semiciechi la cui decisione
collettiva vale le nostre vite e… di più, il futuro stesso della Schiera! Vorrei
che qui ci fosse Radswe… La sua abilità nelle discussioni retoriche sarebbe
potuta tornarci utile. Ma la mia Prole è andata, e devo pensarci io…
Un palmo della mano posato sulla piastra
d’entrata bastò a Fjjk per disattivare la serratura di sicurezza del Palazzo
degli Anziani. Strano. Molto strano. A questo punto Asfwd non può ignorare
che ci siamo liberati dalle sue guardie. Perché nessuno ci ferma nemmeno qui?
Non appena la porta ad energia si dissolse
davanti a loro, con un brivido di terrore Fjjk capì. Gli Anziani sedevano
accucciati come loro costume a semicerchio, ad attorniare una grassa figura di
Figlio al centro della pedana cerimoniale. Asfwd lo guardava con il segno di
Seff negli occhi, infilata in mano una pistola a fase, che teneva puntata contro
la testa della sua Moglie Anziana Otgejn.
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