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- Vieni a vedere, Fjjk, dentro questa sala!

La voce gutturale di Haggar storpiava la Lingua Bassa, ma lo scienziato comprese l'urgenza e, di nuovo a quattro zampe, la testa che girava ancora per la massiccia trasfusione di sangue, abbandonò il capezzale di Gudlaj per raggiungere l'altro compagno. Il corridoio di cavi viventi formava a un certo punto una rientranza semisferica piuttosto ampia, dalle pareti nude. Sul pavimento dell'entrata una striscia incerta di liquido scuro ormai essiccato, che continuava fino al fagotto vicino al quale si era accoccolato Haggar.

- Eccolo qui, il dentepiatto che ci mancava... Accidenti! Vediamo... foro d'entrata, giusto sopra la nuca, foro d'uscita, pulito, in corrispondenza frontale. Ci credi che non c’è traccia del cervello, dentro? Lo ha ammazzato mentre scappava! Con un'arma come quella che aveva il tuo figlioletto! Ma sì! - si eccitò Haggar. - Un gingillo sicuro e leggero, di quelli che si infilano sul palmo della mano, no? Ma che strano questo velo biancastro sugli occhi…

Un'altra mazzata alla teoria sui pollici opponibili, non poté fare a meno di pensare Fjjk. Ora non rimaneva che guardare in faccia quel povero Figlio e... Swesgu???

Se lo immaginava con crudele realismo, il povero Primo Sacerdote tentare di fuggire muovendosi piano sulle zampe artritiche, mentre la scarica color magenta lo raggiungeva alla velocità del suono, penetrando il cranio come fosse placenta di Figlia e fondendo tutto al suo interno. Nessuno scampo. Asfwd... e Radswe dovevano poi averlo pazientemente trascinato fin lì. Il quadro stava cominciando a rivelarsi. Almeno per quanto riguardava le responsabilità dei Figli direttamente coinvolti, ma quanto ai motivi di tanto spargimento di sangue, un Figlio ucciso e una testimone Gondas levata di mezzo, Fjjk ne sapeva quanto prima.

- Forse potresti chiederlo alla tua Prole... - azzardò una voce flautata alle spalle di Fjjk. Lo scienziato si volse e fu lieto di vedere in piedi Gudlaj. L'amico aveva un'ampia fasciatura sull'addome e il volto ancora pallido, ma le labbra erano nuovamente irrorate di sangue. Buon segno.

- Già, Radswe... Povero Figlio mio...

- Non provare troppa pena, amico mio - disse ancora il Gondas. - Radswe era pronto a uccidere ancora. Ti avrebbe storpiato e screditato.

- Ma lui è così... giovane...

- E' uno squilibrato! - berciò Haggar unendosi agli altri due. - Bella riconoscenza, piccolo. Quasi quasi la prossima volta lo lascio fare! - E sferrò un calcione al giovane Figlio riverso per terra. L'impatto fece rotolare Radswe un paio di volte su se stesso, finché non si fermò sul dorso, gli occhi rossi aperti e guizzanti.

- Devo parlare con lui, ora! - disse Fjjk ad Haggar.

- Serviti pure, Fjjk - rispose il medico togliendo il bavaglio di Radswe con un rapido strappo.

- Radswe, Prole sconsiderata! - cominciò Fjjk, severo.

- Padre mio, perdonami, io... ero così confuso!

- Così confuso da sapere già cosa raccontare dei miei occhi ciechi, vero? - chiese amaramente Fjjk.

- E' stato Asfwd! Lui...

- Lo sappiamo già che è stato il tuo capoccione! - grugnì minaccioso Haggar, avvicinandosi di un passo.

- Padre ti prego! Tieni lontano da me quel...quell'animale!

- Solo se mi spiegherai cosa succede qui sopra.

Fjjk scoprì che una parte di sé non era affatto dispiaciuta nel vedere Radswe contorcersi in preda al panico. Decise all'istante che non si trattava del richiamo di Seff, ma di un molto più sano istinto di conservazione.

- S... sei lekhter fa...io, Asfwd e ... altri... siamo stati accompagnati, insieme con la schiava marsupiale, sul duro carapace di Gē...

- Risparmiati la retorica, Figlio, e... Come, accompagnati? Cos'hai detto? E chi sono questi altri?

- Ma sì... Non avremmo mai potuto fare la strada che avete percorso tu e... quello lì - disse Radswe indicando col mento Gudlaj. - Ma non avevamo bisogno di... slitte. Proprio in mezzo a Datasentr c'è una piastra di trasporto... Un portale di comunicazione creato dalla Progenie di Homm…Da lì, misticamente disincarnati, si ha accesso al Di Sopra, se si viene... scelti!

Scelti?

- Sì, i più meritevoli tra i Figli vengono periodicamente accompagnati nel Di Sopra da... potenti guerrieri.

Si trattava dei terribili spadaccini negli ologrammi della Medina?

- Io non so cosa ci sia nella tua... Medina, padre, ma... quei guerrieri erano reali!

Solo allora Fjjk si accorse di avere, ancora una volta, pensato ad alta voce.

- Radswe, vuoi dirmi che tu, Asfwd e Swesgu siete arrivati fin qui da … Datasentr?

- Io, Asfwd, Swesgu e l'Araldo di Bavel, Resxew Cwre. S..sì. Swesgu e io eravamo certi che tu avresti provato prima o poi a risalire in qualche modo, era solo questione di tempo. Sentivamo di doverti anticipare, per evitare alla Schiera un trauma culturale che avrebbe potuto provocare il peggio… alla lunga forse addirittura l’Estinzione… - al proferire quella parola, Radswe iniziò la salmodia della Penitenza. Fjjk, macchinalmente, si unì in un breve coro distratto. Ma smise quasi subito.

- Cosa c’entrava in questa missione la Gondas di nome Haltaj Alde? - chiese brusco.

- Decidemmo di portare una schiava con noi nel caso ci fossimo dovuti trattenere. I Figli, o Padre, lo sai, hanno bisogno di quelle creature per le loro comodità.

- Tu...Swesgu … e Haltaj. E Asfwd cosa c’entrava ? - chiese ancora Fjjk.

- Asfwd mi aveva … ricattato…

- COSA?

- Sì, quel Figlio degenerato! Minacciava di rendere nota tutta la vicenda del Di Sopra e di metterla in relazione con il … fossile che tu tieni in laboratorio. Spergiurava che ormai era tutto chiaro, che tutta Bavel era venuta a sapere che tu, Padre, eri un falsario di reperti e intendevi demolire la nostra religione. E... e Resxew diceva che dovevo ascoltare il Capocerimoniere, che era l'unico modo per fare sì che la nostra Famiglia non venisse travolta dallo scandalo... Che il Bollettino avrebbe riportato come Radswe, figlio di Fjjk, avesse lavato via la vergogna causata da suo Padre!

- Avevano già cercato di screditarmi, in realtà… - commentò Fjjk quasi tra sé, ricordando la battaglia dialettica contro Resxew nel Foro.

- Asfwd mi aveva detto - riprese Radswe. - che non avrei avuto una sola possibilità di prendere il tuo posto se non mi fossi prestato anche io a screditarti.

- … E Swesgu non era d’accordo? - chiese pensoso Fjjk.

- No, padre. Lui non ti stimava come credente, ma era convinto della tua buona fede. Temeva che ti avrebbe portato a gravi errori, voleva che io ne prendessi le distanze, ma non avrebbe mai levato il suo artiglio contro di te…

- …Mentre Asdfwd, lui ha fatto ben più che usare un artiglio, vero? - ribatté Fjjk più verso se stesso che non verso Radswe, ripensando al cervello del sacerdote sparso sui muri viventi di quella galleria. La parete ha assorbito la materia cerebrale di Swesgu, realizzò all’improvviso Fjjk.

- Una volta qui sotto, Padre, Asfwd è sembrato ancora più determinato a… distruggerti. Andava pazzo per quei… paurosi guerrieri con la spada, diceva che la Schiera doveva riscoprire le arti marziali dimenticate per aprire una nuova era di forza e… prosperità.

- Era diventato preda di Seff, insomma…

- Sì… No! Ehmm… Forse, Padre… - negli occhi febbrili di Radswe comparve improvvisa la consapevolezza.

- Il Primo Sacerdote Swesgu glielo ha sicuramente fatto notare, o sbaglio? - chiese Fjjk.

- Oh, certo, lui… - Radswe si interruppe, poi riprese. - Swesgu gli disse che per un Capocerimoniere l’andare retrogradi era ancora più riprovevole dello scandalo cui tu, Padre, stavi andando incontro. Che mai e poi mai avrebbe consentito a che Asfwd ascendesse di rango fin nel Consiglio. E stava per tornare indietro, quando…

- Quando?… - insisté Fjjk.

- Asfwd ha detto che era tempo di decidere, e gli ha puntato contro una pistola a fase…Swesgu ha detto che un Figlio non avrebbe mai potuto fare del male a un altro Figlio che gli voltasse le spalle. E… si è girato… Asfwd, lui, invece…

Grosse lacrime scendevano giù dagli occhi color rubino del giovane Figlio. Anche noi, dunque, possiamo piangere così, pensò Fjjk.

- Cosa ha fatto Resxew quando Asfwd ha ucciso Swesgu? - chiese quindi a Radswe.

- N... niente. Continuava a sbraitare di essere il Portavoce della Schiera, che in forza dei suoi poteri assolveva Asfwd dalle sue colpe e che salutava l'ascesa di casa Scefed ai vertici della Schiera...

- Povero Figlio... - mormorò Fjjk. - Troppo peso sulle sue spalle di intrallazzatore. Si è convinto di essere parte del disegno di Asfwd, ma il Capocerimoniere si sbarazzerà anche di lui.

- Ha... ha detto poi che sarebbe stato lui a occuparsi in futuro di mamma Otgejn e delle tue altre Mogli, che il tuo seme è sterile e che quando tu saresti finito in Trattamento Ultimativo, casa Swigga e casa Resxew si sarebbero unite come era destino...

- Quel pazzo! - sbottò Fjjk roso di nuovo dalla gelosia. - Dobbiamo fermarlo, Radswe, prima che faccia del male alle mamme! Ma... Figlio... Non hai finito di dire come mai hai alzato il tuo artiglio contro la Gondas Haltaj!

- E'... è vero... - balbettò Radswe. - Dopo avere ucciso Swesgu, e mentre Resxew farneticava, Asfwd mi ha detto che nulla era cambiato, che il Primo Sacerdote era solo un vecchio pazzo, e che per salvare anche te, Padre, dovevo seguire lui. E che c’era rimasto ancora un testimone… la Gondas… Così le ho sparato… Ma io… io non volevo!

- Così come poco fa non volevi accecarmi, Figlio?

- Io... io non lo so! Da una parte volevo che tutta questa storia...

- Finisse, Radswe? - chiese Fjjk con tono amaro. - In realtà tu volevi finirla anche con me. Ti è sempre pesato aspettare, non è vero? Non avevi più voglia di rimanere nell'ombra, coi tatuaggi rossi sul muso...Lo hai detto tu: Otgejn si sarebbe rassegnata. Ma io credo invece che quella Figlia ostinata avrebbe capito, prima o poi, e te la saresti trovata contro. E lei non perdona. E' una Swigga.

- Padre, io...

- Radswe, non c'è altro da dire.

La Prole abbassò gli occhi a terra, finalmente ammutolita.

- Che Hassa la misericordiosa abbia pietà di questo Figlio indegno… - salmodiò Gudlaj, a sua volta con gli occhi pieni di lacrime.

- Figlio caro, dov’è ora il Capocerimoniere Asfwd?

- Padre mio, è tornato di sotto, insieme con l'Araldo di Bavel.

- A Datasentr?

- Sì

- E da dove sono passati?

- Oltre la galleria di carne… c’è la Sala delle Armi. Lì ci sono le guardie con le spade e … il corrispondente della piastra che si trova a Datasentr. C’è un portale di ingresso, ma Asfwd ha modificato il lettore della fessura… Può entrarci solo lui, da qui.

- Maledizione a Seff, - esclamò Fjjk battendo entrambe le palme delle mani contro la parete di roccia. - Adesso bisogna riprendere la slitta! Come faremo però con te e… Haggar?

- Tanto semplice quanto inevitabile - rispose Gudlaj il Gondas - Dovremo fare due viaggi!

- Io... io voglio riparare... - Gudlaj, Haggar e Fjjk sobbalzarono nel sentire Radswe esprimere questo desiderio.

- Sì. Capisco ora che mettermi contro la mia Famiglia è stato l'errore più grosso della mia vita. Se vorrai liberarmi, Padre, vi aiuterò a tornare indietro.

- Non gli crederai, vero Fjjk? - chiese allarmato Haggar.

- Devo. E' la mia Prole. - Fjjk fissò Radswe con occhi finalmente sereni, si accucciò vicino a lui e lo liberò dai legacci - Adesso torniamo tutti a casa.

Si misero in marcia subito dopo avere seppellito il corpo di Swesgu vicino all'entrata principale della Medina. Per il Primo Sacerdote di Bavel almeno vi era la magra soddisfazione postuma di riposare vicino alla cosa più prossima a un tempio che esisteva nel Di Sopra. Il lungo cammino che il quartetto avrebbe dovuto compiere verso la radura dell'atterraggio fu ridotto sensibilmente dalle scorciatoie che Haggar imboccava deciso.

- Spiegami come mai i predoni di Derek ci hanno messo tutto quel tempo per raggiungere la Medina!

- Piccolo, - sorrise Haggar a Fjjk. - questa è una delle ragioni per le quali i predoni sono e rimarranno selvaggi. Derek e i suoi hanno paura dei sentieri nella foresta. Temono i serpenti, ma voi siete più coraggiosi, vero?

Fjjk non nascose un gemito. Ricordava ancora il terrore ancestrale alla vista di quelle orribili bestie senza zampe. Così simili alle icone di Seff!

La risata di Haggar fu fragorosa. Sui rami più vicini dei grandi alberi, Fjjk scorse delle vivaci macchie di colore che... si spostarono all'improvviso volando!

- Cosa sono quelli? E come fanno a volare?

- Sono ... non c'è una parola nella tua lingua, piccolo. Noi li chiamiamo p'gojers. Sono... accidenti, sono bers, animali che volano. Ma quelli, se li addestri, possono imparare a parlare come te e me. Nel vostro sottosuolo non ci sono. Niente alberi, niente bers.

- In nome di Hassa, no! - tuonò improvvisa la voce di Gudlaj. - La mia slitta!

Radswe e Fjjk a quattro zampe, Haggar di corsa, corsero in direzione della voce del Gondas. Il marsupiale li aveva preceduti in avanscoperta. Quando lo raggiunsero, lo videro mugolare di disappunto vicino a dei rottami anneriti da un fuoco spento qualche tempo prima.

- La slitta e’ completamente distrutta, onorato anatomista, siamo imprigionati sul Di Sopra!

Vuoi per la stanchezza, vuoi per le implacabili bestiacce volanti, a Fjjk ronzavano le orecchie. Ma come è possibile, pensava davanti ai rottami fumanti del velivolo che aveva portato lui e il Gondas sul per la Strada. L’incendio non era recente, e si doveva essere allargato subito alla foresta che circondava la radura del loro atterraggio. Ma l’umidità pesante e forse la natura delle grandi piante aveva contenuto i danni a un’area molto limitata. Solo la slitta, dolce Hassa, è inservibile. Che sorte ironica. Ma chi mai può essere stato?

- Io non lo so, piccolo, non guardare me, eh? - disse subito Haggar, rivelando a Fjjk, per l'ennesima volta, di avere pensato ad alta voce. - Derek e i suoi non avrebbero mai fatto una cosa del genere. Per loro, prima foste tornati a casa, meglio sarebbe stato!

- E allora chi? I guerrieri con le spade? - chiese ironico Fjjk.

- E chi può dirlo? - rispose Haggar offeso. - Più probabile però che sia stato qualcuno dei tuoi amici!

Haggar indicò delle chiare impronte di piedi di Figlio sul suolo sabbioso della radura. - Mi ci gioco i pochi denti che mi sono rimasti che l'incendiario è il vostro... come si chiama? Af... Asf...

- Asfwd. - disse macchinalmente Radswe. - Si era infatti allontanato per un po' prima che succedesse ... la tragedia. Era l'unico a portare addosso dei dispositivi di orientamento, e deve avere rintracciato la portante della slitta. Voleva assicurarsi che rimanessimo bloccati qui!

- Brillante conclusione, piccoletto! Ci arrivavo anche io! - commentò Haggar scoccando a Radswe un'occhiata cupa. Il giovane Figlio gemette ricordando le percosse.

Fjjk continuava intanto a girare intorno al relitto della slitta, parlando fra sé a voce sempre più alta.

Perché no? In fondo, ragionando nei termini di un Gondas, o di un bipede come Haggar, la distanza non è enorme!

- Non è mai tornato nessuno, a piedi, per la Grande Galleria? - chiese quindi a Gudlaj.

- Secondo le nostre storie, no, è impossibile.

- Ma aspetta, Gudlaj… E’ solo l’ultima parte della Galleria, quella lunga ottomila lespam, ad essere conformata a fondo liscio inclinato a 45 gradi, no?

- O devoto scienziato, è un suicidio! Cosa propone la tua mente analitica, farsi scivolare giù senza possibilità alcuna di frenare? Moriremo tutti!

- No, aspetta, kango! - disse Haggar fregandosi il mento. - Forse c’è un modo di provare a muoversi lungo una distanza come quella. Dobbiamo usare un… campo di forza.

- Ma non disponiamo di alcun generatore qui, in mezzo alla foresta! - si lamentò Fjjk.

- Sbagliato. scienziato! - esclamò Gudlaj picchiandosi una mano sulla fronte piatta. - Tutto quello che ci occorre è collegare l’olopiastra della Medina con il tuo navigatore. L’hai sempre dietro, no?

- Ma la slitta è distrutta, il collegamento andato, non funzionerà mai… Aspetta… Ma certo. L'irritante vocina della razionalità si stava facendo sentire di nuovo. Il sistema di sicurezza del navigatore avrebbe comunque rilevato la portante dell’olopiastra in funzione e avrebbe cercato di tradurre i suoi impulsi. Non potendo produrre ologrammi, il sovraccarico di energia si poteva però incanalare in uno sferoide di diametro ragionevole. All’interno di esso avrebbero potuto affrontare quel terribile piano inclinato e tornare alle soglie di Bavel.

Ma bisognava fare in fretta! La batteria era praticamente esaurita, e comunicare con l’olopiastra significava dare fondo agli ultimi residui di energia. Fjjk accese il piccolo apparecchio, che andò immediatamente a identificare il segnale dell’olopiastra, simile a quello di una comconsolle amplificata. Spia rossa! Avevano solo una manciata di istanti, e… Dopo qualche istante l’aria intorno ai tre dentepiatto e ad Haggar prese una strana consistenza traslucida e gommosa.

- E’ il campo, svelti! - disse Fjjk.

- Ma cosa dobbiamo fare adesso? - chiese Radswe disperato.

- Giovane Figlio, è come quando corri sulla routa! - urlò Gudlaj. - Facciamo in fretta!

Ma sì! Imitando il gesto alieno di Gudlaj, Fjjk si picchiò a sua volta una mano sulla bassa fronte. Dovevano correre sull’interno del campo di forza, una superficie molto simile al keramyk, proprio come se stessero allenandosi sulla ruota delle Terme. Lo sferoide si sarebbe mosso rotolando come un oggetto fisico!

Fjjk e Radswe a quattro zampe, Gudlaj e Haggar a perdifiato sulle loro due gambe… Iniziò una folle corsa contro il tempo. All’inizio sembrò loro di affondare nella superficie interna dello sferoide, poi questo, sempre più velocemente, iniziò a muoversi verso il bordo frastagliato della voragine dalla quale Gudlaj e Fjjk erano emersi con la slitta. Un’esitazione oltre il margine, un momento di assenza di peso, poi il campo di forza globulare cedette alla gravità.

A Fjjk parve che l’universo intero impazzisse. Il budello che avevano percorso all’insù era poco più largo dello sferoide che, continuando a sbattere contro le pareti della galleria, si deformava e si accendeva di colori fantastici. Oro antico, rosso vivo arancione acceso, a ogni urto la parte colpita del campo d’energia assorbiva le vibrazioni e trasmetteva la sua protesta in forma di onde luminose, che si allargavano e scorrevano lungo la sua superficie. Allungature, bombature e depressioni si formavano e sparivano di istante in istante, sotto l’influsso dell’accelerazione e dei colpi sempre più forti. All’interno del campo, intorno ai corpi dei quattro viaggiatori, Fjjk era riuscito a stabilizzare una sorta di imbottitura, che impediva loro di fluttuare e rimbalzare contro le pareti per ora infrangibili dello sferoide.

Infrangibili, grande Homm! Auguriamoci che rimangano tali! , pensava Fjjk mentre il lungo canale inclinato scorreva davanti ai suoi occhi. Gli era parso molto più lungo all’andata, mentre ora la slitta sbatteva veloce contro le pareti lisce. Tutte le preghiere di Fjjk erano concentrate sulle batterie del navigatore e sul segnale portante della Medina, che si faceva sempre più debole a causa della massa rocciosa che cresceva sopra di loro.

Sfumature color magenta sulla superficie del campo d’energia, scariche di elettricità statica che ne percorrevano la curva… Brutto segno . Fjjk scambiò un’occhiata di preoccupazione con Gudlaj. La parete della galleria, da liscia, stava pericolosamente proponendo, sempre più frequenti, delle pericolose asperità, che scavavano solchi paurosi nello sferoide. Il campo per ora reggeva, ma non sarebbe durato a lungo.

La velocità, a dispetto delle punte di roccia ora sempre più numerose, aumentò ancora, spremendo letteralmente lo sferoide per l’intera ultima parte del suo tragitto. Fjjk, Gudlaj, Radswe e Haggar si strinsero in un unico abbraccio al centro del campo di forza per evitare di essere mutilati dagli ostacoli che ne attraversavano ormai liberamente gli strati superiori. Poi, improvvisamente, venne meno l’imbottitura interna. Contemporaneamente, lo sferoide fu sparato fuori dal condotto inclinato, all’interno della colossale cavità intermedia ad ellisse. Per la fortuna dei viaggiatori, il campo di forza venne completamente meno a soli dieci lespam dalla superficie rocciosa, abbandonando Haggar e i tre dentepiatto a un atterraggio brusco, ma non disastroso.

Sia lode a te, dolce Hassa, forza misericordiosa e amore della Schiera, salmodiò a voce bassa Fjjk rialzandosi in piedi e scuotendosi dal manto i residui liquidi del campo di forza. A poca distanza da lui, Radswe stava facendo la stessa cosa, mentre Gudlaj e Haggar si tastavano con sospetto le lunghe gambe in cerca di fratture.

- State tutti bene? - azzardò a chiedere lo scienziato.

- Se Hassa lo vuole, sì… - disse Gudlaj, che si era già alzato, dirigendosi verso l’imbocco della seconda parte della Galleria, quella che li avrebbe riportati a Bavel.

- Che… strano posto! - esclamò Haggar guardandosi intorno. Sembra… un’area di smistamento per velivoli!

- Ed è quanto sembra, - disse Gudlaj - qui un tempo doveva esserci spazio per… centinaia di slitte come quella che abbiamo lasciato nel Di Sopra… e forse anche per macchine più grandi!

- Macchine volanti… - disse pensoso Haggar - Là da dove vengo ci raccontiamo delle storie che ne parlano. Ma ho sempre pensato che fossero delle leggende!

- E da dove sarebbero uscite, poi le vostre grandi macchine volanti? - disse all’improvviso Radswe che aveva recuperato tutto il suo spirito critico. - Si sarebbero spremute dalla galleria che abbiamo appena fatto noi? No, è impossibile!

- A meno che quest’area non comunichi o comunicasse con un’altra zona. - disse pensoso Fjjk. - A ben vedere una struttura così qui sotto è del tutto sprecata!

- Adesso però abbiamo un altro problema… - tornò a dire Haggar, sporgendosi dall’apertura che conduceva verso Bavel. - Come raggiungiamo il vostro mondo, se dobbiamo scendere di qui? Non abbiamo alcun mezzo!

- Non è ovvio? - si lamentò Fjjk osservando i costoni irregolari che, per più di altri duemila lespam portavano alla fenditura che sovrastava le Piane Rocciose di Bavel. - Scenderemo a piedi!






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