Q - Gioie e dolori della paternità: terza ed ultima parte
Un passaggio per
i Figli, dunque, si ripeté Fjjk, mentre guidava, galoppando a quattro zampe, la
piccola spedizione composta da Gudlaj e da Haggar. Procedere nel modo più veloce
ma meno dignitoso, a questo punto, non gli più alcun disturbo. Potenza di Homm!
Allora chiunque avesse realizzato la Medina sapeva dei Figli e aveva pensato a
dare loro accesso a... che cosa? Quel corridoio sembrava non avere fine, e aveva
un'aria abbandonata da cicli e cicli... Lunghi pezzi di cavo plastico pendevano
dalla volta, ondeggiando alla brezza che soffiava loro contro. Fjjk si sentiva
stranamente frenetico, e a un certo punto spiccò un balzo per addentarne un capo
frastagliato. Delizioso! - gli gridò nella mente l'istinto di Seff.
Adesso doveva solo mettersi lì, in un angolo, quella delizia fra le zampe e
farsi un bello spuntino e...
Non devo
perdere il controllo proprio ora, si ripeté. E' stata l'intuizione
giusta, adesso bisogna rimanere calmi... Mollò il cavo e proseguì, sempre di
gran fretta
- Si può sapere
dove corri, accidenti di un mius? - gridò dietro di lui Haggar, il fiato
rotto. E Fjjk sentiva che anche Gudlaj stava ansando.
- Non capisci,
Haggar? Questo è un posto per i Figli!
- Cicli e cicli
fa, forse... - Il medico bipede si riposò mettendosi in una strana posizione: il
busto chino in avnati, le mani poggiate sulle articolazioni delle ginocchia. -
Non vedi, Fjjk? E' tutto in rovina, e fa... freddo!
Fjjk se ne
accorse solo in quel momento. La brezza che spirava dall'invisibile fondo della
galleria si era trasformata in un vento gelido e la temperatura si era abbassata
al punto da condensare il loro alito in nuvolette di vapore. Haggar si
strofinava vigorosamente le braccia nude guardandosi intorno, mentre Gudlaj,
praticamente nudo e privo di pelliccia, tremava da capo a piedi.
- Deve esserci
il modo di regolare la temperatura di questo a...ambiente, - balbettò Fjjk, che
cominciava a sentire disagio. - I Figli non resistono al freddo per lungo
tempo... Devono averlo previsto!
I tre compagni
procedettero oltre, continuando a rabbrividire. Camminarono per lespam e lespam,
finché il pavimento soffice - ...Keramoll? Ma di una varietà non in uso a
Bavel... - e la volta a botte dai cavi penduli non terminarono di colpo
contro un portale. La soglia era bloccata da un pannello a sezione di cono
tronco, più alto di Gudlaj, con la parte superiore arrotondata. Al centro, a
poco meno di un lespam dal suolo, una fenditura, dalla quale usciva, in un
fischio lamentoso, una corrente di aria gelida. Ma stavolta non c'era alcun
pannello a suggerire un modo per aprire la porta.
- Fine della
corsa, amici... - disse Haggar dopo avere esaminato il nuovo ostacolo.
- Non siamo
arrivati fin qui per fermarci, giusto? - disse Fjjk.
- Come pensi di
passare oltre, onorato scienziato? - chiese dubbioso Gudlaj.
- Proviamo a
fare quello che farebbe istintivamente un Figlio... - azzardò rimuginando Fjjk.
Lo scienziato si
accostò alla porta, trovandosi con la pancia glabra a contatto con la fessura.
Il soffio di aria fredda lo fece rabbrividire, e istintivamente la coda piatta
da nuotatore salì a proteggergli il ventre, infilandosi automaticamente per
l'estremità all'interno dell'apertura. Sì udì uno scatto, e sulla superficie
liscia e compatta della porta comparve un pannello, sul quale si impresse in
fretta il disegno delle rughe caudali di Fjjk. Non appena la riproduzione fu
completa, la porta perse consistenza, scomparendo in una trasparenza traslucida.
Dietro, ancora, il buio più assoluto.
- Non era una
porta, vedete? - trillò eccitato Fjjk. - E' un campo di energia azionabile con
una chiave, e la chiave identifica biologicamente un Figlio! Vedete, ogni
componente della Schiera ha un disegno di rughe assolutamente unico
sull'estremità della coda. Vedete? Se faccio un passo indietro, fuori dalla
soglia, il campo si riforma!
- Mi venisse un
accidente - disse Haggar. cercando di azionare con le mani l'invisibile
pannello.
- Adesso, però,
entriamo! - disse Fjjk infilando di nuovo la coda al suo posto e disattivando il
campo d'energia.
Non appena Fjjk
mise un cauto piede oltre la soglia, un nuovo, lungo corridoio si parò innanzi
al terzetto. Stavolta, però, illuminato a giorno da ... tubi fluorescenti?
No, è qualcos'altro, pensò palpando la consistenza carnale dei manufatti,
che correvano lungo tutta la nuova galleria, intrecciandosi in alto e sui lati
in fantastiche trame. Ma sono manufatti? I tubi luminosi erano caldi e
più morbidi al tatto del keramoll. Fjjk vi affondò le mani lacerandone i
tessuti. La sostanza rifluì tuttavia su se stessa, ricomponendosi nella
struttura originaria. Memoria avanzata di forma, praticamente invulnerabile.
A meno di colpirla, rifletté Fjjk, con forti scariche elettriche. A intervalli
regolari, il tunnel, che aveva la stessa ampiezza di quello percorso prima, era
dotato di giunzioni ad anello, che parevano lisce e metalliche. Haggar provò a
valutarne la superficie, ma ritirò subito la mano con sospetto.
- Ha cambiato
colore mentre la toccavo!
- Questo
materiale reagisce agli approcci di chi lo tocca, si adatta e trasmette
informazioni - disse Fjjk. - Deve essere un modo per studiarci prima che
arriviamo a destinazione.
- Guarda, o
scienziato! - gridò a un tratto Gudlaj. - Guarda lì, sulla prossima giunzione!
Il diaframma
metallico, su parte del semiarco sinistro, portava impressa l'immagine di una
creatura alta e con il lungo collo piegato leggermente in avanti.
- E' la tua
immagine allo specchio? - azzardò Haggar.
- No, - rispose
Gudlaj, le membrane nittitanti che sbattevano sugli occhi sbarrati. - quella è
Haltaj, la mia compagna. O forse sarebbe meglio dire il suo simulacro. Sono solo
le sue fattezze ad essere rimaste stampate qui...
- Come è
possibile? - si chiese Fjjk ad alta voce.
- Una cosa è
certa - considerò Haggar - La kango è sicuramente arrivata fin qui, e ha
fatto sicuramente qualcosa che ha portato questa... struttura a ritenere di
doverne mantenere il ricordo.
- Già - squittì
febbrile Fjjk - un po' come nei dischi che si usano per la Teca di Kà-dingirra,
se un sapere è considerato utile viene... salvato. Triste destino ,
pensò intanto tra sé, venire salvata come immagine e cancellata invece nella
vita reale.
Ma cosa ha
fatto Haltaj per meritare questo trattamento? pensò frustrato Fjjk, e con
chi era? Perché da sola, fin qui, non può essere arrivata. Non avrebbe
mai oltrepassato la porta a campo di forza. Chi era il Figlio che era con lei?
E soprattutto: chi l'ha uccisa? La domanda era ancora lì, irrisolta, e la
stessa vittima pareva sfidare ogni tentativo di rispondere, con quegli occhi
dorati fissi per sempre sulla superficie inalterabile di similmetallo.
Poi Fjjk ricordò
di avere ancora nelle tasche il suo lettore portatile. Ma certo. Se la copia
della figura di Haltaj fosse stata fedele all'estrema frazione di dato e, se il
processo fosse anche solo simile a quello dei salvataggi digitali, scannerizzare
l'immagine avrebbe permesso di costruire un modello in tre dimensioni. E
forse... forse anche di dare un'occhiata più da vicino a quegli occhi così
enigmatici ...
Lo scienziato
cavò il pennino fuori dalle sue tasche, e cominciò scrupolosamente a passarne la
testa a spatola sull'intera immagine di Haltaj. La spia rossa sulla superficie
superiore dello strumento sfumò verso l'arancio e il giallo, e quando la
scansione fu completa divenne verde. Fjjk sfiorò un tasto ed ecco, la proiezione
olografica di Haltaj materializzarsi nelle tre dimensioni di fronte ai loro
occhi. Praticamente uguale all’originale in carne e ossa che, non molto tempo
prima, era stato in un luogo dove un Gondas non sarebbe mai dovuto
entrare. La superficie fotosensibile del similmetallo aveva reagito su
indicazione di una sorta di sistema operativo, come se si trattasse di un blocco
occhio-cervello. Fantastico , applaudì tra sé Fjjk, mentre guardava
l'illusione ruotare su se stessa.
La Gondas
guardava fisso verso un punto, le braccia magre protese in avanti, il corpo come
pronto a scattare. Ora, se fosse stato possibile... Sì, così, isolare il muso
piatto e ingrandirlo, aumentando la risoluzione... L'espressione ieratica di
Haltaj sembrava avere guadagnato un punto di... meraviglia? Le membrane
nittitanti erano spalancate, così come le palpebre... Misericordia di
Hassa!... Ancora a stringere su quegli occhi d'oro, ingrandimento massimo -
che Homm benedica la tecnologia della Schiera - e forse... forse ci
siamo! Fjjk strinse le palpebre e ritagliò un parallelogramma
nell’illusione, ormai trasformata in un'immagine gigante degli occhi di Haltaj.
Il riflesso, ripetuto in ciascuna delle iridi era assolutamente incontestabile.
Lo scienziato passò a un'immagine a due dimensioni, e il verdetto non mutò,
mostrando l’esatta riproduzione a grandezza quasi naturale di... Asfwd figlio di
Fasd, il Capocerimoniere della Gilda dei medici patologi di Kà-dingirra!!
- Che cos'hai,
piccolo? - chiese Haggar, mettendogli un braccio robusto sulla spalla.
Fjjk sobbalzò
come fosse stato raggiunto da un colpo di pistola a fase... Asfwd... Asfwd era
stato lì prima di lui e ancora Asfwd aveva visto Haltaj... O meglio, Haltaj
aveva visto Asfwd... fare cosa? Dall'ologramma era difficile capirlo, il
Capocerimoniere aveva il braccio teso davanti a sé, trasversalmente rispetto
alla visuale di Haltaj, e lo sguardo, vitreo, girato invece verso la Gondas.
Cosa stava facendo? Cosa aveva appena fatto? precisò una vocina nella
testa di Fjjk. Lo scienziato si lanciò a quattro zampe verso il punto della
galleria in direzione del quale Asfwd aveva teso il suo braccio, poi si rizzò
sul posteriore, seguendo il percorso con il naso, le vibrisse frementi. Sulla
parete del tunnel ricoperto dai vasi luminescenti, una bruciatura recente, e una
profonda depressione, che i cavi viventi non avevano ancora iniziato a riempire.
Come aveva pensato, si trattava del segno lasciato da una scarica elettrica ad
alta tensione. Un colpo di pistola a fase! Lottando contro l'istinto di Seff che
gli urlava di cacciarci dentro tutta la lingua, Fjjk infilò solo un dito nel
buco, grattando con un artiglio un residuo di sostanza rosacea, ormai quasi
essiccata. Ma questa è materia cerebrale di un Figlio! La stessa vocina
di prima aveva stavolta la precisione dell’anatomoanatomista.
- A...Hghgh..
Asf....Asfwddd - farfugliò eccitatissimo Fjjk, girandosi verso Gudlaj e Haggar.
Chissà perché
non si meravigliò più di tanto quando vide i suoi due amici immobili, con le
braccia alzate, fissare sbigottiti un punto oltre la sua testa.
- Onore della
nostra famiglia, Homm e Hassa mi sono testimoni che non avrei mai voluto
arrivare a questo! - proclamò addolorata una voce sonora.
- R..r...Radswe??
- fiottò Fjjk verso la sagoma che ora riconosceva per quella, conosciuta e
amata, del figlio più anziano.
- Padre mio,
padre mio, - ripeté quasi benigno il giovane Figlio facendosi avanti nella luce
dei cavi viventi. La pelliccia era ormai tutta grigia chiara, osservò Fjjk.
E' un adulto ormai...Responsabile delle sue azioni... - e con una pistola
a fase fissata alla mano, aggiunse la solita voce di poco fa, decisamente
determinata a rovinargli la giornata. Ma... la sua Prole! Come poteva levare
un'arma contro di lui?
- Radswe, pensa
a tua madre! - tentò Fjjk. - Se usi quell'arma e uccidi tuo padre, cosa sarà di
Otgejn?
- Tu mi chiedi
di pensare a mia madre? Tu che l'hai abbandonata per venire a rovinare noi tutti
qua sotto! Sei un ambizioso e un eretico!
- Ma cosa
c'entri tu con Asf... - Fjjk affondò troppo tardi i suoi denti piatti nella
lingua: il nome ormai gli era scappato.
- O padre
devoto, vedi? - riprese con calma agghiacciante Radswe, l'imbuto rovesciato
della pistola a fase che si spostava incessante dall'uno all'altro dei suoi tre
bersagli. - Non dovevi impicciarti di queste cose. Il capo della nostra Gilda sa
quello che fa, lo ha sempre saputo. Io ti avevo avvertito, tempi nuovi sarebbero
venuti per la Schiera, bisognava fare le scelte giuste!
- Radswe caro -
stavolta Fjjk fece ricorso alla tenera Lingua Familiare. - Asfwd ha sparso
sangue di Figlio. Ed è stato scoperto. Così ha ucciso di nuovo. Ora non importa
cosa ha in serbo per noi Homm il potente. Nella prima sura dell'Unificazione… -
e qui Fjjk tornò alla Lingua Alta. - …sta scritto: non spargerai il sangue del
fratello...
- Padre...
- ...Non
aizzerai Figlio contro Figlio, non combatterai la Schiera dal manto color
cenere...
- PADRE!
Fjjk tacque di
colpo e fissò Radswe, accorgendosi solo in quel momento che i tatuaggi sul suo
muso erano color rosso vivo.
- Ho ucciso io
la schiava, padre...
- NOOO!!- muggì
la voce di Gudlaj, e Fjjk fece appena in tempo a vedere il Gondas scagliarsi in
avanti verso suo figlio, il muso distorto dal dolore, le mani protese in una
posa rapace, accentuata da quei pollici strani. Un arco color magenta partì
dalla pistola a fase di Radswe, colpendo il marsupiale proprio sopra i genitali,
esattamente alla stessa altezza della ferita che era stata inferta alla
compagna. Gudlaj si fermò di colpo nello slancio, come se fosse stato falciato,
e si abbatté esanime al suolo.
- Vedi, padre...
- disse calmo Radswe ricaricando l'arma. - Se anziché fantasticare di assassini
con pollici opponibili alle altre dita avessi esaminato il cadavere della
schiava con più attenzione, ti saresti accorto di una cosa molto banale... Che
non si trattava di una ferita da taglio, ma dell'impatto di un raggio di pistola
a fase regolato a bassa tensione, ma in modalità incisivo-percussiva. E' come
una vibrolama, e ha il pregio di non cauterizzare vasi e tessuti, come potrai
capire esaminando da vicino il tuo amico...
Con orrore Fjjk
guardò a terra: accanto a Gudlaj si stava allargando un'ampia macchia di sangue
color rosso scuro.
- Curioso però
che un errore così marchiano ti abbia portato a scoprire la verità... - ripeté
quasi tra sé il giovane Figlio. - C'è comunque una giustizia nel fatto che
proprio poco fa io sia stato incaricato ufficialmente di sostituirti. Puoi
essere orgoglioso di tuo figlio: sarò un anatomista molto migliore di te.
- Asfwd ha
ucciso un Figlio, di chi si tratta? - chiese Fjjk azzardando un passo avanti.
- Questa
conversazione è ormai del tutto inutile. Il cerchio si chiude, ora, padre!
Radswe tornò a
sollevare la pistola a fase, puntandola dritta sul muso di Fjjk.
- Oh, no, non
preoccuparti... - sorrise il giovane Figlio tenendo spianata la pistola a fase e
armeggiando con l’altra mano sui comandi. - Non potrei mai ucciderti ...
Ma posso fare di meglio... Accecarti... Così quando tornerai su sarai come tutti
quegli altri Figli - oh quasi tutti - resi ciechi e un po' pazzi da Di
Sopra... Dirai che sono stato io... e chi ti crederà, o padre? Ma sarai
fortunato... Ci sarà Otgejn a lenire le tue pene, finché la vita non abbandonerà
il tuo corpo di vecchio....urgh!
Fjjk si azzardò
ad aprire un occhio, poi l’altro. Hassa la caritatevole! Ci vedo ancora!
E quel che era più importante, Radswe giaceva al suolo ai piedi di Haggar. Il
bipede medico stringeva in una mano pallida la pistola a fase, ora disarmata, e
nell'altra il pesante hypoderm metallico che aveva evidentemente calato sul
cranio del giovane Figlio. Potenza dei pollici opponibili... Avrebbe dovuto
dirlo a Radswe, prese mentalmente nota Fjjk, non appena fosse rinvenuto. Non
appena fosse stato saldamente legato.
- Lo dico sempre
io... - sorrise sdentato Haggar. - Mai andare in giro senza il kit da pronto
soccorso. E adesso diamo una mano a Gudlaj, se non vuoi mangiare bistecche di
kango per cena!
Il sangue sul
soffice pavimento della galleria stava infatti formando dei rivoletti, che si
dipartivano dalla pozza e stavano cominciando a diramarsi. L'emorragia era
grave, e il volto già grigiastro del Gondas stava diventando livido, le strette
labbra erano ridotte a un filo. Fjjk frugò nella sua borsa medica e ne trasse
gli ultimi due pezzi di tessuto rigenerante. Tagliandoli rapidamente a metà con
i denti piatti ne fece quattro compresse, che cominciò a sistemare sopra il
taglio. Del tutto simile a quello che aveva ucciso Haltaj, un'imitazione
assolutamente perfetta di una ferita da taglio. Radswe lo aveva davvero circuito
per bene... Un Figlio così sensibile macchiarsi di un... delitto? Ma poteva
dirsi un delitto, quello? Era ancora il dilemma tra tecnica ed etica: certo, una
creatura vivente era stata uccisa da un Figlio, che ora se ne era preso anche la
colpa. Aveva fatto male, Radswe, a nascondere quel fatto, e andava ancora
accertato perché Haltaj fosse stata uccisa, cosa aveva visto fare ad Asfwd,
insomma.
Ma Radswe! Non
era possibile, per l'amore di Hassa, che suo Figlio fosse stato preso dallo zelo
della sua futura missione di medico e avesse fatto né più né meno ciò che
il capo della Gilda gli stava chiedendo? Bisognava essere indulgenti coi
giovani, l'irruenza fa compiere errori e...
No! gridò
dentro di se Fjjk, stava solo cercando scuse per Radswe. Lo vide chiaro fissando
ai propri piedi la sagoma immobile di Gudlaj, e rivivendo con terrore la scena
del Figlio disposto a storpiarlo con un arma, pur di conseguire uno scopo. Ma
quale in realtà? Fjjk rimosse la prima compressa dall'addome di Gudlaj, e
riscontrò con un sorriso che l'emorragia si stava fermando. Presto il taglio si
sarebbe rimarginato. Toccò il polso del Gondas, e con una smorfia lo sentì
debole e aritmico. La creatura aveva perso troppo sangue, ma come fare in quel
momento? No, non posso consentire che muoia. Perché, gli chiese petulante
la vocina di prima, legata in maniera così irritante ai dettagli. Perché è un
essere vivente. Non è vero, lo canzonò infame quel secondo se stesso, tu
cerchi solo di negare l’evidenza. Ma di quale evidenza parli? Ma lo sai
benissimo, trillò spietata quella coscienza. E’ una persona e io non voglio
perderlo. Di nuovo febbrile, Fjjk si girò intorno in cerca di aiuto. Haggar?
No, esisteva una barriera troppo ampia di specie tra il marsupiale e
quell'ignota specie di bipede peloso. Stavolta avrebbe dovuto funzionare la
fratellanza genetica tra i dentepiatto.
- Haggar? -
chiamò Fjjk con un filo di voce.
- Che c'è
piccolo? - rispose il medico dal grande naso, che aveva appena finito di legare
e imbavagliare lo svenuto Radswe.
- Prendi la
siringa, presto - disse Fjjk, sistemandosi il laccio emostatico su una delle
zampe posteriori. Là, lo sapeva, correvano i vasi più importanti.
Haggar preparò
in pochi secondi anche il braccio di Gudlaj, poi, con la siringa e una boccia
vuota di plastica ultimò i preparativi per la trasfusione.
- Adesso... Se
non reagisce è la fine... disse Fjjk che cominciava a sentirsi insonnolito.
Non appena il
sangue dello scienziato iniziò a scorrere nelle vene del marsupiale, il volto
ormai terreo di Gudlaj prese subito due macchie rosate sulle guance. Il colore
poi si allargò all'intero muso, e le membrane nittitanti sbatterono su due
confusi occhi dorati.
- Tu, un Figlio, hai dato il tuo sangue per...
s..salvare me? - farfugliò atono il Gondas - Ritorte e molteplici sono le
vie della vita - iniziò quindi a salmodiare con voce impercettibile - Ma tutte
riconducono all'amore di Hassa!
Gudlaj è salvo, si ripeté stanco Fjjk. Ho salvato la
vita al mio amico. Poi le palpebre si fecero pesanti e l'anatomista capo di
Bavel cadde in un sonno profondo, il primo da lekhter a quella parte.
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