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MARK TWAIN - UN AMERICANO DEL CONNECTICUT ALLA CORTE DI RE ARTU''
Mark Twain è lo pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens, scrittore
statunitense (1835 - 1910): è stato litografo, pilota fluviale sul Mississippi,
giornalista fra i cercatori d'oro nonché scrittore. La sua fama è legata ai
ritratti umoristici e picareschi che fece dell'America in romanzi come Le
avventure di Tom Sawyer (1876), Vita sul Mississippi (1883) e Le
avventure di Hucleyberry Finn (1884). L'ultimo periodo creativo di Mark
Twain è contrassegnato da un certo pessimismo che ritroviamo in lavori quali
Wilson lo svitato (1894) e L'uomo che corruppe Hadleyburg (1900).
Mark Twain è l'ideale filo di congiunzione fra E. A Poe e H. Melville. Le opere
di M. Twain sono oggi importanti perché strumento indagatore della società
americana: Twain disegna una analisi sociale e della lingua con una ironia che
si concede poche reticenze
Un americano del Connecticut alla corte di Re Artù, romanzo del 1889,
scritto che accoglie già il pessimismo che caratterizzò l'ultima produzione
dello scrittore, è un classico minore della letteratura americana: un romanzo
surreale, spesse volte divertente, spesse volte noioso. Questo romanzo non è
solo il prodotto della fantasia di M. Twain, è soprattutto una satira contro la
civiltà americana riuscita solo a metà a voler essere generosi, fin troppo.
Gli americani hanno l'abitudine di tenere nel cassetto del comodino o la Bibbia
o la pistola o entrambe, anche se i più dicono la pistola l'unica bibbia per
sopravvivere nel paese più intollerante e fascista del mondo. Qualcuno, insieme
alla Bibbia d'ordinanza, si arrischia a tenere un romanzo di Mark Twain
quasi a significare che la parola ferisce più di una pallottola, anche se io
nutro forti dubbi in merito. Comunque, qualche buon americano che piscia sulla
bandiera degli Stati Uniti ancora c'è, anche se deve stare molto attento a
quello che dice e fa. Forse il buon americano è quel lettore che oggi tiene un
libro di Mark Twain nel comodino piuttosto che la Bibbia. Ma insieme a un libro
di Mark Twain, fidatevi, tiene anche la pistola perché non si sa mai.
Un americano del Connecticut alla corte di Re Artù viene proposto nel
catalogo dell'Editrice Nord in una nuova traduzione e con una nuova veste
grafica. Il romanzo, pur accogliendo molti elementi fantastici, non si può
definire opera fantasy tout court: è una satira sostanzialmente, che sfrutta gli
elementi fantastici per dar corpo ad una ironia a tratti mordace, a tratti
timida. Le avventure di Hank Morgan, il protagonista del romanzo, per quanto
picaresche, spesse volte si risolvono in una nuvola di fumo, ovvero diventano
soggetto dell'ironia stessa quasi a significare che una avventura per esser tale
necessita di non essere poi troppo avventurosa. Toni cupi e profondi si
alternano a toni disincantati, qualche riflessione pessimista, uno stile
misurato e bilanciato, fanno di Un americano del Connecticut alla corte di Re
Artù un lavoro discreto, godibile, una storia ottima per gli adolescenti
moderni sempre più prigionieri della Playstaion e delle stronzate sparate da
false rockstar come Britney Spears, Marilyn Manson, Eminem ma anche da Laura
Pausini e Eros Ramazzotti che tanto cari sono all'America italianizzata.
La trama, in breve: Hank Morgan, dopo aver ricevuto un colpo in testa si ritrova
nell'Inghilterra del sesto secolo e subito deve ingegnarsi a pensare a come
salvare la pelle, perché qualcuno subito lo vede come una minaccia, un pericolo
che bene può stare solo nelle segrete del Re.
Tuttavia Morgan, conoscendo il futuro, riesce a compiere delle "magie"che
lasciano tutti, o quasi, a bocca aperta: ad esempio, sapendo che il sole si
sarebbe oscurato a seguito di una eclisse, fa credere a quelli del sesto secolo
che lui è in grado di accecare il sole. Grande è la paura: il sole oscurato per
volere di un uomo, miracolo o diavoleria che sia, per gli zoticoni del VI secolo
Morgan diventa subito un uomo degno di rispetto e ammirazione. Con simili
trucchi che valgono al massimo un paio di baiocchi bucati, Morgan viene nominato
Sir Boss e si avvia a diventare Primo Ministro di Re Artù. Tuttavia non tutti
amano Sir Boss, e Merlino troverà il modo di mettergli i bastoni fra le ruote. E
gli eventi cominciano a precipitare...
Un americano del Connecticut alla corte di Re Artù, nella traduzione di
Roberto Pasini, molto moderna, forse troppo, è un libro interessante, un libro
che se oggi fosse stato scritto da un autore contemporaneo avrebbe sicuramente
fatto indignare non pochi bigotti e benpensanti. Il romanzo, come tutte le opere
di Mark Twain, anche nel suo tempo ottenne non poche critiche dai benpensanti,
ma divenne comunque un classico della letteratura americana. Ad esempio, in
Fahrenheit 451, forse il romanzo migliore di Ray Bradbury, l'autore fa molti
riferimenti e all'ironia di Mark Twain e alle sue opere.
Un americano del Connecticut alla corte di Re Artù, pur non essendo il
capolavoro dello scrittore statunitense, è un buon romanzo che consiglio di
leggere a tutti, adolescenti e non, perché molti adulti, ultimamente, ho come
l'impressione che siano tornati ad essere dei ragazzini. Ma soprattutto lo
consiglio a quella Oriana Fallaci che ha avuto la sfacciataggine di scrivere il
libro più razzista che in questi tempi ho avuto il dispiacere di leggere, La
Rabbia e l'Orgoglio. Ragazzi, leggete non solo Un americano del
Connecticut alla corte di Re Artù, leggete anche altre sue opere, perché
sono sicuramente letture migliori della Fallaci di oggi che si è prostituita
all'ipocrisia senza manco pensarci su due volte.
Mark Twain
Un americano del Connecticut alla corte di Re Artù
[A Cunnecticut yankee at king Arthur's court (1889) ]
Traduttore: Roberto Pasini
Genere: Letteratura fantastica
Ciclo: Opera singola
Codice libro: CN0158
Data di uscita: 5/2002
ISBN 88-429-1212-3
Pagg. 302
Euro 11.50 (L. 22267)
Aggiunto: April 5th 2004 Recensore: Giuseppe Iannozzi Voto: Hits: 1324 Lingua: italian
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