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Robinson Kim Stanley - IL ROSSO DI MARTE

Mondadori, giugno 1995, 419 pagine (Red Mars, 1993)
La fascetta e il risvolto di copertina indicano questo romanzo come il vincitore del Premio Hugo 1994. Non è vero. Red Mars ha vinto un premio, il Nebula, nel 1993. L'Hugo 1994 è stato vinto da Green Mars, secondo volume di una trilogia che sarà conclusa con Blue Mars. Il rosso di Marte ha fatto parte della cinquina dei finalisti del Premio Hugo 1993, vinto a parimerito dalla Willis (L'anno del contagio) e da Vernor Vinge (Universo Incostante). Questo non significa necessariamente che non sia un romanzo eccezionale, tuttaltro. Per citare Arthur C. Clarke, si tratta del "miglior romanzo sulla colonizzazione di Marte che sia mai stato scritto". La vicenda, ambientata nel XXI secolo, racconta di Marte e della sua colonizzazione a partire dal 2026, data della partenza di un'astronave, l'Ares, con a bordo 100 scienziati di nazionalità diverse (di cui 35 statunitensi e 35 russi, in un contesto in cui la Russia è vista come superpotenza economica e politica al pari degli USA; all'epoca della stesura probabilmente non si era ancora valutato il disagio economico in cui gli Stati dell ex-URSS tuttora si trovano). Il romanzo è diviso in otto parti, ognuna delle quali, con delle eccezioni, viene narrata in terza persona dal punto di vista di un personaggio sempre diverso: questo espediente narrativo ha permesso a Robinson di trattare diversi argomenti, psicologici, scientifici, politici, facendo uso della terminologia appropriata. E' impressionante la quantità di nozioni scientifiche che vengono riportate nel romanzo, che spaziano dalla geologia, alla biotecnologia di microorganismi, dalla chimica, alla dinamica del volo stellare: una mole di informazioni che rendono il romanzo verosimile, tanto da farlo sembrare in certi passi un trattato su Marte (stando al risvolto di copertina è basato sugli studi  eseguiti dalla NASA). Le descrizioni del paesaggio marziano sono spettacolari e particolarmente piacevoli: la prima immagine del Pianeta Rosso che gli scienziati possono vedere dagli oblò dell'Ares, rimane impressa anche al lettore: "La superficie era disseminata di crateri di colore più chiaro, con ogni probabilità pieni di polvere. Le piccole catene montuose erano più scure, un color ruggine macchiato di ombre nere. Ma le varie tonalità si discostavano appena dall'onnipresente rosso-arancio di ogni vetta, cratere, vallata, duna e persino dell'atmosfera polverosa. Rosso Marte. Era una vista sbalorditiva, quasi ipnotica". Mentre la prima metà  circa del romanzo è incentrata sull'aspetto scientifico della colonizzazione, la seconda ne valuta l'aspetto sociale e politico. Marte cambia poco a poco, arrivano prima centinaia, poi migliaia di persone: viene descritto con molta verosimiglianza (anche in questo caso) il parallelo della situazione politica e sociale tra Marte e la Terra stessa. Una terapia per rallentare l'invecchiamento scoperta su Marte, provoca sulla Terra un pericoloso aumento del divario, già grande, tra paesi industrializzati e sottosviluppati. La situazione si evolve in uno scalando di emozioni che porterà alla rivoluzione. La pecca di questa seconda parte sta nella lunghezza eccessiva e nelle troppe divagazioni, che a volte paiono superflue. Il difetto più grande di Il rosso di Marte è quello di essere ambientato in un futuro troppo prossimo. La fantascienza ci ha spesso abituato a delusioni sulle sue previsioni, soprattutto in fatto di colonizzazione dello spazio (un esempio per tutti 2001: Odissea nello spazio, dalla cui realtà siamo lontani di almeno mezzo secolo). E' difficile che nel 2026 si possa organizzare una spedizione simile,  a quella data, forse (sarebbe bello essere smentiti) solo una missione con umani avrà toccato il Pianeta Rosso. Con questa consapevolezza anche un romanzo così bello perde parte del suo fascino.

Aggiunto: September 21st 2004
Recensore: Marco Mocchi
Voto:
Hits: 1389
Lingua: italian

  

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