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MARTIN GEORGE R. R. - IL TRONO DI SPADE - IL GRANDE INVERNO
George R.R.Martin, Il Trono di Spade - Il Grande Inverno
(ciclo di "A Song of Ice and Fire"; "A Game of Thrones, ‘96),
Traduzione di Sergio Altieri, "Omnibus", ed. Mondadori, ’99, 443-443
pagine-34.000 £ l’uno -
Edizione originale: (Bantam), Premio Locus '97, miglior romanzo fantasy,
finalista World Fantasy '97
Ottimo, è, anche se
pubblicato in due volumi, un unico romanzo; una grandiosa saga epica, direi
quasi, in cui si raccontano le gesta di eroi, le sorti di interi popoli, ed
immani battaglie.
Ambientato in uno
scenario che mi pare di poter dire di Science Fantasy, un pianeta sul quale le
stagioni durano per interi anni, ma abitato da uomini terrestrissimi, e nel
quale, di sovraumano, vi sono, solamente, degli esseri spaventosi un po’ alla
zombi, che, dopo essere stati creduti unicamente abitatori delle leggende delle
vecchie, si palesano con micidiale concretezza distruttiva, e l’esserci stati,
sicuramente, in ere antiche, su di esso, dei draghi.
Un dubbio che mi è
venuto, è che Martin abbia voluto celare, dietro a tutto questo, un’allegoria
decisamente molto ben criptata; è la nostra Terra, quel mondo, fra migliaia di
anni, il clima completamente sconvolto, le stagioni a quel modo non per
la sua particolare orbita attorno al suo sole, ma per i danni che abbiamo saputo
portarvi noi.
Mi pare, infatti, che
non ci siano dei riferimenti contestuali che dicano che sia per il fatto di
essere su di un altro pianeta; ad un certo punto, nel dire di un’antica
leggenda, si legge: "Un tempo nel cielo c’erano due lune." (pag.264), ma
potrebbe benissimo trattarsi, appunto, solo di una leggenda.
Leggenda che mi è parsa
fra le cose più significative che vi si trovino; vi si dice di un Disastro, dei
draghi, e, appunto, delle due lune: "…le pratiche magiche erano scomparse quando
il Disastro si era abbattuto…i draghi provengono dalla luna. Un tempo nel cielo
c’erano due lune. Ma poi una si avvicinò troppo al sole e il suo calore la
frantumò. Migliaia di draghi si riversarono dalla luna frantumata e bevvero il
fuoco del sole. Ecco perché il respiro dei draghi è fatto di fuoco. Verrà il
giorno in cui anche la seconda luna accetterà il bacio del sole. Anch’essa si
frantumerà, e i draghi faranno ritorno." (pagg.263-4); è, infatti, innanzitutto,
un mito di creazione bello e buono, molto ben contestualizzato, e che, anche,
nel finale, in un certo senso, avrà un suo riscontro nella realtà.
Da esso è stato
tratto il romanzo breve "Blood of the Dragon" (1); qui, infatti, ve ne sono
tutte le parti, in forma, per così dire condensata, più varie aggiunte
(2), parti che hanno senso solamente contestualizzate con le altre storie.
Infatti, è composto da
varie storie parallele, con un personaggio che ne fa da catalizzatore, ma
che si intrecciano abbondantemente l’una con l’altra fin dall’inizio.
La storia che vi si
racconta è, prevalentemente, quella della lotta per la successione al trono di
quelle genti; il primo volume è, per così dire, un’amplissimo presequel, in cui
si illustra il retroterra di intrighi di palazzo che determinerà lo schieramento
della lotta, ed il secondo, appunto, la guerra vera e propria.
L’ottima prosa di
Martin riesce, però, a rendere anch’essi decisamente sopportabili, e, nella
miriade di episodi collaterali di cui è costellato, poi, vi riesce ancor meglio.
Come forse saprete,
infatti, la sua è una prosa che non di rado raggiunge punti nei quali non è poi
così distante dalla poesia; certo, questo può riuscire molto meglio, per così
dire, sulla breve distanza, come ben dimostrano i molti riconoscimenti
che egli ha ottenuto con racconti e romanzi brevi, ma, anche qui, in svariati
punti, la lettura offre momenti di notevole lirismo.
Ultima annotazione;
anche quest’opera conferma come si possa fare della fantasy senza dover,
necessariamente, sottostare ai vecchi stilemi, purtroppo ancor oggi così spesso
seguiti, raccontando storie che paiono scritte da alieni asessuati per imbecilli
incapaci di uscire dall’adolescenza; qui c’è calore, passione, e sesso nella
giusta misura, ma che dice di persone vere, quasi che, l’autore, fosse
(incredibilmente), un uomo di carne.
(1)-"Sangue di drago",
in "I premi Hugo 1995-1998", "Grandi opere" n.33, ed.Nord, ’99, traduzione di
Annarita Guarnieri; originariamente apparso in "Isaac Asimov’s Sf Magazine",
luglio ’97; premio Hugo '97, miglior romanzo breve, finalista Nebula '96,
miglior romanzo breve, finalista (2°) Locus '97, miglior romanzo breve,
finalista World Fantasy '97, miglior romanzo breve; 94 pagine, pag.211
(2)-1°, pag.34; 2° pag.254
di "Il trono di spade"; 3°, pag.7, 4°, pag.116, 5°, pag.283, 6°, pag.319, 7° pag.367,
8°, pag.412 di "Il grande inverno"; le parti, di quella storia che non vi
sono state incluse sono alle pagine 113 di "Il trono di spade" e 112 (poche
pagine, prima della 4° parte) e 204 di "Il grande inverno"
Aggiunto: April 19th 2004 Recensore: Marcello Bonati Voto: Hits: 2013 Lingua: italian
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