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BARNES JOHN - UN SECOLO DI ORDINARIA FOLLIA

John Barnes
Un secolo di ordinaria follia, Kaleidoscope Century, 1995
Solaria Fanucci, Roma 2000, pp. 256 – lire 6.900, Trad. di Anna Polo

"La scrittura impianterà la dimenticanza" dice il re egiziano Thamus nel Fedro di Platone. Nel passaggio che porta la cultura dall’oralità alla scrittura, dalla voce al testo, si acquista qualcosa (la capacità di scrivere, per l’appunto), ma si perde anche qualcosa: la rimembranza, la memoria, la facoltà di modificare-in-corso. Mi sembra che questa possa essere un’interessante chiave di lettura di Un secolo di ordinaria follia di John Barnes, il bel romanzo pubblicato dalla Fanucci. La storia: Joshua Ali Quare si sveglia su Marte nel 2109. Chiuso nella sua stanza ed affetto da amnesia cerca di colmare i vuoti della sua memoria leggendo quanto c’è archiviato sul Werp. E così Joshua recupera la sua memoria, rivive la violenta vita di mercenario al servizio dell’Organizzazione e così facendo ci guida attraverso gli orrori e le brutture del suo tempo. La memoria, dunque. In Un secolo di ordinaria follia è quella dei "documenti" archiviati nei database di un computer: partendo da questi Joshua ricostruirà la sua esistenza che dura da oltre un secolo grazie alle moderne tecnologie dell’ingegneria genetica che permettono anche di cambiare aspetto e ringiovanire. Ma la memoria informatica è veramente asettica e sicura? Ecco su cosa si interroga Joshua per giungere alla conclusione che gli archivi del Werp ricostruiscono una storia, non la Storia. Un bel romanzo dunque questo di Barnes, ben scritto, potente, nonostante l’intreccio si sviluppi in maniera spezzettata, lontano dai clamori tecnofuturistici di molta fantascienza che ha seguito il cyberpunk. L’autore riesce ad approfondire i tratti psicologici del personaggio sopravvissuto alle violenze del mondo, che anzi della violenza ha fatto la sua professione diventando un mercenario. Nella sua descrizione – che in alcuni tratti diventa una sorta di flusso di coscienza perché la narrazione è prima persona – Barnes riesce nella difficile impresa di rimanere "esterno" al personaggio di Joshua. Azioni di guerra, violenze, stupri, vengono raccontanti in maniera fredda, quasi con distacco. Forse per questo infastidiscono il lettore: ma chi ha detto che la fantascienza deve essere consolatoria?

Aggiunto: April 15th 2004
Recensore: Marco Minicangeli
Voto:
Hits: 1265
Lingua: italian

  

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