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Simmons, Dan, La scomparsa dell''Erebus
(The Terror, 2007), "Omnibus", ed. Mondadori, 2008, traduzione di Gaetano Luigi Staffilano, 20,00 €, 792 pagg., ed. or. (Little, Brown and Company, gennaio: 25.99 $, 784 pagg.)
Molto particolare, quest’ultimo romanzo di Simmons tradotto qua da noi. Un horror molto soft, narrato raccontando di una spedizione all’Artico alla metà del XVIII° secolo.
La storia di questa spedizione è realmente accaduta, e Simmons vi innesta degli elementi horror.
Che sono prevalentemente, la presenza di un mostro, un essere gigantesco dalle fattezze di un orso, ma, appunto, infinitamente più grande, e dalle capacità quasi sovrannaturali.
Che, scopriremo verso la fine, non lo sono affatto, quasi.
E quella di una strega. Una eschimese alla quale è stata tranciata la lingua, che arriva alle due navi incastrate nel ghiaccio, dando prova di riuscire a sopravvivere in quel gelo assoluto come i marinai inglesi non saprebbero mai fare.
Che, anch’essa, nel finale si scoprirà essere, in effetti, una sorta di super sciamano, capace di comunicare col pensiero, di un ordine creato proprio per combattere il terribile Tuunbaq, essere creato da una dea, e dai poteri, appunto, sovrannaturali.
L’intero sessantaduesimo capitolo è il racconto di questo mito… molto vero.
Il Tuunbaq ha, per occhi: "…due cerchi d’ebano spaventosamente malevoli e intelligenti, molto più dei tondi occhi di uno squalo… ma anche lo spietato sguardo di un animale da preda che ti vede solo come cibo." (pag. 275); "… quella creatura dei ghiacci era tanto un demone o un dio quanto carne animale e bianca pelliccia. Era la forza da rabbonire, o semplicemente da evitare." (pag. 282).
Il racconto, comunque, segue dapprima le navi già incastrate nei ghiacci e, parallelamente, gli eventi che ve le hanno portate, poi prosegue col descrivere la vita di quegli uomini, con i primi attachi del mostro e Silence (la strega eschimese… senza lingua).
Quando poi le scorte di viveri, le condizioni delle navi ed il dilagare dello scorbuto fanno decidere di tentare di raggiungere la salvazza invece che aspettare i soccorsi, il racconto prende tutta un’altra direzione, molto più drammatica e movimentata.
E c’è una lunga parte finale, dal sessantesimo capitolo, un’ottantina di pagine, che segue il capitano della spedizione, redivivo grazie alle cure proprio di Silence, che cambia, completamente, vita. E diventa anch’egli un super sciamano, già dotato, come si era visto precedentemente, della seconda vista.
Il tutto è altamente drammatico, e vi sono alcuni capitoli di un’intensità davvero notevole.
Come quello nel quale, dovendo tentare il tutto per tutto, i superstiti di quanti avevano lasciato le navi abbandonano i malati e i moribondi e uno di questi, intuendo quanto stà per succedergli, tenta, inutilmente, di richiamare i compagni che lo stanno lasciando a morire.
O come quello nel quale un ufficiale, uno degli ultimi rimasti in vita, decide di non farcela più, e, avvisato del suo gesto, si allontana nel ghiaccio, e si sdraia, aspettando la morte.
E quasi tutta la parte finale, decisamente la più fantastica.
Anche il cannibalismo vi ha una parte non trascurabile. Con degli ammutinati che, col consenso del capitano, proprio per far si che non diano più fastidio, tentano di tornare alle navi. Che, appunto, prima di allontanarsi, uccidono, per mangiarli, alcuni dei compagni, provocando la quasi morte del capitano, poi salvato e condotto verso altri sentieri dalla inuit.
Insomma, un romanzo che vale davvero la pena di leggere, nel quale, forse, ciò che fa più paura di ogni altra cosa, è proprio del bianco infinito, quel gelo così poco umano e dove l’alienità degli inuit è forse ancor più suggestiva di quelle di tanti alieni, coi loro dèi che fanno irruzione nel mondo degli uomini come se fosse la cosa più normale del mondo; e che la fanno, quindi, anche nel mondo dei bianchi del romanzo. E nel nostro.
Aggiunto: November 11th 2008 Recensore: Marcello Bonati Voto: Link correlati: Dan Simmons, Horror, Fantasy, Cyberpunk e Thriller Hits: 1013 Lingua: italian
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