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Malzberg, Barry N., Vortice

(The Circle, ’69), "Collana verde" n. 2, ed. Olympia press Italia, ’72 (2.500 £, 167 pagg.), con lo pseudonimo di Francine Di Natale, trad. Maria Serratti; ed. or.: (Olympia Press: 1,75 $)

Uno dei pochi romanzi pornografici, dei tantissimi suoi, tradotti, prevalentemente mostra come li abbia scritti… per denaro.
Il fatto che la protagonista, senza un soldo, per ottenere un lavoro, faccia, praticamente, una marchetta, mi sembra decisamente significativo.
Comunque; non c’è, una trama. Ciò di cui si scrive è la reazione al licenziamento, della protagonista, che, disperata, si rifugia nella braccia della coaffittuaria. E non solo, nelle braccia.
È una protagonista/narratrice, che ci racconta tutti i retroscena; come era stata assunta (come ho detto) al lavoro che ora perde. Dei suoi primi rapporti sessuali.
E dell’essere stata ripetutamente molestata dal padre, quando era ancora una bambina. Causa scatenante del suo essere lesbica.
Ma, quando pensiamo che, quello che ci ha raccontato sia "la verità", ecco che ritratta: "No, no! Penso di essermi copletamente sbagliata. Non è cominciato nel modo che io pensavo, ma in maniera ben diversa. Devo dire le cose come stanno realmente." (pag. 85).
E… riracconta lo stesso episodio in un’altra maniera! A volte con intere frasi assolutamente uguali.
Comunque, a parte le scene erotiche, descritte con dovizia di particolari in uno stile "accettabile", ciò che ne risalta è quel suo essere ferocemente critico nei confronti della way of life degli States.
Molti i passaggi nei quali troviamo ciò: "Una scena essenzialmente americana, divertente in complesso, forse anche un po’ deprimente, che dava consapevolezza e fondeva insieme malinconia e insulsaggine" (pagg. 36-7), dicendo di un drive-in; "…care, belle azioni di polizia di cui si faceva un gran parlare… una decorazione… Una stella fra le sue mani, un faro segreto puntato verso il cielo tetro. Ma non più in armi." (pag. 49), dicendo della morte di un soldato.
Ovviamente sul tema del romanzo si dice molto: "In America, durante gli ultimi anni… il seno femminile è stato al centro del pensiero della massa; è stato usato per vendere merci…. (accennando ad un discorso difficilmente fattibile, in un romanzo pornografico!) una struttura sociale antiquata (nella quale)… soltranto agli uomini era concesso di toccare, baciare i seni femminili. Le donne dovevano fornirli. A loro era ammesso solo questo. E non era giusto." (pag. 52) e "…genere di omosessuali che è messo al bando da questa pazza, crudele società malata." (pag. 95).
E, poi, di come la protagonista sia riuscita ad arrivare ad un compromesso, per poterlo vivere: "…avevo trovato una specie di comprensione, un impulso allo stato puro in quella follia sinonimo dell’America, Paese dei miei sogni che io non avevo alcuna intenzione di abbandonare, anzi ci sarei rimasta a lungo, mi sarei amalgamata con esso, fusa ad esso per sparire poi in un punto qualsiasi di quella linea in cui il sogno e il ricordo si uniscono, essenza stessa dell’America." (pag. 54), anche uno dei pochissimi momenti in cui si raggiunge una certa poeticità.
Nel capitolo (in uno dei!!) capitolo in cui si racconta di quella marchetta, si dice anche di un fatto che può dare "…un’idea sintomatica della nostra America… da un punto di vista sociale…" (pag. 56), e cioè dell’essere stereotipati, degli americani: "…ognuno… dava l’impressione di aver pescato il proprio personaggio in un enorme baule e su ognuno di essi c’era un’etichetta… una grossa impostura, una falsità…" (pagg. 58-9); ma, attraverso le sbarre della maschera/prigione del Personaggio, è possibile cogliere l’Umano: "…vidi apparire qualcosa di strano da sotto le dure linee geometriche dell’etichetta che lei si era incollata addosso…" (pag. 59).
Standardizzazione che è anche dei comportamenti sociali: "…quasi come se si trattasse di una specie di rito, come se ci trovassimo in una riunione di persone estranee e per alcuni minuti dovessimo fare all’unisono dei gesti necessari." (pag. 73).
"Viva l’America, terra di sicure entrare e rapide uscite; terra di infiniti tranelli perpetrati ripetutamente a letto." (pag. 76), che dice, come, del resto, tutto quanto il romanzo, del marcio che una società consumistica non può che portarsi dietro.
Una società nella quale le persone non hanno reali contatti fra di loro, e vivono, sole, un’assurda lotta primordiale per conquistarsi una possibilità di sopravvivere: "…gente che si trovava nei guai come me… spinta com’era fino ai limiti estremi della sopportazione: gente che era quasi impossibile che io arrivassi ad avvicinare poiché non vi era modo di raggiungela, di stabilire un contatto con essa… mi era intollerabile l’idea di stabilire un rapporto di amicizia con quell’anonima, grigia umanità: ero aliena da essa…" (pagg. 21-2).
Oltre a ciò, vi sono due lunghi passaggi nei quali il richiamo al Fantastico è più che palese; il primo quando la protagonista immagina come potrà essere il suo futuro con la sua nuova compagna… di letto: "…in ognuna delle nostre stanze ci sarà una minuscola televisione accesa notte e giorno e sincronizzata su Marte. Inquadrerà la colonia marziana. Vedremo uomini che vagano nel deserto o in strane stanze, si muovono goffamente e spargono disinfettanti; uomini che cantano in coro o lavorano nel deserto sconfinato, i movimenti inceppati dalle pesanti tute e dagli scafandri spaziali. Ovunque noi ci troviamo, qualsiasi cosa facciamo, noi potremo accendere la televisione e vedere tutto questo. Sarà l’unica cosa che avremo. E anche noi vivremo nel caos degli anni 2000 e di continuo ci domanderemo se fra mille anni sarà la fine del mondo, anche allora, anche così, la verità ci verrà negata poiché gli uomini che vivono su Marte sapranno che le telecamere sono puntate su di loro e quando esse li inquadreranno da vicino i pionieri di Marte volteranno i loro visi, quei poveri visi sporchi, e in quell’atteggiamento, sui loro lineamenti annebbiati apparirà il classico sorriso stereotipato, abissale, forzato ma necessario che è sul volto del buffone di corte mentre questi agita le mani, futilmente, davanti al suo re in trono." (pagg. 87-8), nel quale, oltre al tipico atteggiamento pessimistico del Nostro, sul futuro, si legge chiaramente un "hei, sono uno scrittore di fantascienza, e questo lo faccio solo per soldi!!".
E l’altro è la trama di un film che la protagonista va a vedere, dall’"…intreccio fantastico" (pagg. 117-9) di uno scooter nel quale si rifugia lo spirito del nonno di una famiglia, anch’essa poi ritrattata (pagg. 163-4) come posseduto dallo spirito di un uomo morto per essersi preso una malattia venerea dalle due lesbiche protagoniste.
A parte l’incredibile riraccontare più volte lo stesso episodio, che si giustifica con un dire sulla Falsità, il romanzo quindi riserva qualche piacevole sorpresa. A parte, ovviamente, le scene di sesso. Che possono piacere, o meno.

Aggiunto: October 22nd 2007
Recensore: Marcello Bonati
Voto:
Link correlati: Barry Malzberg
Hits: 1178
Lingua: italian

  

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