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SPINRAD NORMAN ASTRONAVI NELL''ABISSO
Norman Spinrad
Astronavi nell’abisso (The Void's Captain Tale,
‘83, ed. originale: Timescape)
Traduzione di Antonella Pieretti
Mondadori
Collana: Urania (n. 1434)
Genere: Fantascienza
Pagine: 272
Anno: 2002
€ 3,56 (£6.900)
Che ormai il sesso non sia più
un tabù, per il nostro genere, che, per tanti
anni è stato qualcosa di assolutamente, ed
incredibilmente, asettico, lo avevamo capito; e
che ci fossero delle opere incentrate su di
esso, anche.
Ecco, questo, splendido,
romanzo di Spinrad, è incentrato sul sesso: "…il
modulo nucleo assomigliava effettivamente a un
gigantesco spermatozoo argentato: lo yang, il
maschio, il principio propulsivo, eiaculato dal
fallo elettronico del Flinger per fertilizzare
le stelle con geni umani." (pag. 19).
"…focalizzare l’attenzione
sulla realtà interna piuttosto che sul vuoto
esterno." (pag. 41), vi si legge ad un certo
punto, quello che la Sf, da Ballard in poi, ha
tentato di fare.
Questo racconta di un’astronave
che riesce a viaggiare più veloce della luce per
mezzo di un macchinario, e di una procedura,
lasciata in eredità all’umanità da una razza
aliena scomparsa nel nulla: "Noi Che Siamo Già
Andati…ci hanno lasciato il segreto del
Salto…non è stato…un suicidio religioso
collettivo ma un estremo atto razionale. Avendo
esteso la loro weltanschauung al di là del velo
di maya di massa ed energia, hanno affidato i
loro esseri a una realtà superiore. Sono Già
Andati. Sono partiti per un viaggio, ma non fra
le stelle… Al di là del nostro concetto di dove…
Al di là del nostro concetto di quando." (pagg.
95-6).
La procedura che abbiamo detto
comporta che, nel propulsore, vi
sia…un’elemento umano: "…l’elemento organico del
nostro propulsore stellare che, reso
cyborg…conduce la nave attraverso le
discontinuità spazio-temporali del Salto…. Il
Circuito Primario induce una configurazione
specifica di orgasmo psicosomatico nel
sistema nervoso del Pilota. Il Propulsore di
Salto…irretisce la matrice psicoelettrica dello
stato di riferimento psichico del Pilota,
formando campi sinergizzati…" (pagg. 14-5-la
sottolineatura è mia).
Ed attorno a questo elemento di
novum che Spinrad costruisce la sua
specultazione: "…l’intervallo del Salto è
contemporaneamente atemporale ed eterno, come lo
stesso orgasmo." (pag. 15), e il Pilota della
nave del racconto ha sviluppato un desiderio
morboso, ed irrefrenabile, di unirsi al Grande
Nulla, il luogo nel quale la nave
passa durante il Salto ("Non c’è alcun tempo
nel Grance e Unico e, di conseguenza, al suo
interno c’è tutto il tempo. Non c’è spazio e
quindi c’è tutto lo spazio. Niente vi è
contenuto e quindi lo spirito contiene tutto."
(pag. 175); e, per fare ciò, irretisce il
Capitano, fino a fargli fare, a lei, e a tutta
la nave, un Salto alla Cieca, che può :
"…avvenire soltanto quando il Pilota muore in
pieno Salto, nel momento preciso dell’orgasmo
psicosomatico." (pag. 22).
Speculazione che ruota attorno
alla Cultura Fluttuante, sviluppatasi sulle
navi, da artisti, ricconi, figli di papà
ed eccentrici di ogni tipo che, rinunciando alla
vita planetaria, viaggiano, sempre, in
questi luoghi nei quali il tempo,
relativizzato, non ha più possibilità di
coincidere con quello, appunto, dei pianeti;
cultura nella quale si rispecchiano, in un
modello ristretto, e quindi più valutabile,
i malanni dell’Umanità: "…la vera civiltà
consiste proprio di convenzioni e rituali
tramite i quali il caos interno e il vuoto
esterno possono essere contenuti entro il
consenso armonioso della oggettività sociale
condivisa, mantenendo quindi la necessaria
illusione della realtà costruita" (pag. 126); le
"astronavi nell’abisso" sono proprio questi
scintillanti involucri di lusso e voluttà
lanciati negli spazi siderali, ed oltre: "Come
sembrava vana tale illusione davanti a quella
impietosa realtà!" (pag. 127).
In essi, il Capitano e la Domo,
l’organizzatrice della vita sociale, la si
potrebbe dire, anche se risulta riduttivo,
recitano delle parti ben precise, e dalla
valenza simbolica molto forte: "…lo yang e lo
yin, il propulsivo e il nutriente, l’oggettivo e
il soggettivo, la gerarchia e la democrazia,
pouvoir e puissance, l’esteriorità e
l’interiorità, il freddo e oscuro vuoto esterno
e la brillante e scintillante complessità
all’interno-sono incarnati e metaforizzati nel
Comandante e nella Domo." (pag. 46).
Il Pilota, invece, è una sorta
di paria: "…reclutati (fra) quelli i cui
(vissuti personali) non hanno portato alla
scoperta dei loro sé, ma alla perdita degli
stessi…" (pag. 16); e: "Per evidenti motivi
biologici, il Pilota deve essere una donna: la
fisiologia psicoelettrica maschile è
semplicemente incapace di raggiungere un orgasmo
psicosomatico", e "…deve essere uncapace di un
comune orgasmo di tipo carnale." (idem).
La crisi esistenziale del
Capitano inizia col suo, assolutamente non
usuale, venire a conoscenza del Pilota, che si
rivela, infatti, da subito, un Pilota…anomalo.
E, da ciò, il semplice atto di
attivare il propulsore, che, fino ad allora, gli
era stato solamente meccanico, comincia ad avere
delle valenza che non aveva mai pensato potesse
avere: "Tramite un leggerissimo tocco sul
sensore di Salto, io stavo, nella fredda
oggettività, letteralmente provocando in
Dominique (la Pilota) un orgasmo che andava ben
al di là di quello che avrei potuto farle
provare come amante in carne e ossa…mi sentii il
suo amante demone cyborg, una sorta di
stupratore elettronico, eppure al tempo stesso
vittima dell’atto mentre mi tuffavo in lei con
il mio fallo di fuoco psicosomatico." (pag. 81).
La vicenda si conclude con
l’inevitabile, e prevedibile, Salto alla Cieca,
e il ritriovarsi, anche del Capitano, nel
Grande Nulla: "…la mia coscienza si diffuse
lungo la linea della mia vita tramite
l’annullamento dell’illusione dello spazio
sequenziale e io non soltanto "percepii" ma
divenni il modello totale dello spazio-tempo che
si "autopercepiva" dall’esterno." (pag. 241).
Le cose di cui vi si dice, mi
sembra, sono essenzialmente due: l’invidia
dell’orgasmo femminile, da parte dell’uomo: "…il
potenziale orgasmico della femmina della nostra
specie trascende quello del maschio. Di qui la
soggiogazione socio-sessuale della femmina da
parte dell’homme, ben lungi dall’essere
un atto di potere fallico, è in effetti un
meccanismo di difesa, una fuga dal confronto con
questa ingiustizia cosmica. L’intero labirinto
culturale del corteggiamento maschile per
l’ottenimento dei favori femminili è in effetti
la mera negazione della vera natura del
rapporto, e cioè che il maschio eroticamente
sofisticato dona favori maggiori di quanti non
ne possa ricevere. Le donne, ovviamente,
potenziano questo inganno visto che la
percezione maschile della vera situazione non
soltanto le sottoporrebbe a invidia, ma
invertirebbe anche la polarità della dualità
archetipica a loro sfavore." (pag. 118).
E, forse più centrale, un dire,
in fondo, del vuoto che stà al centro della
cultura occidentale: "…del centro che è vuoto."
(pag. 87); "La realtà assoluta del Salto era
confermata…dal trasferimento della nave da locus
a locus, a dispetto delle nostre preziose leggi
universali riguardanti i fenomeni di
massa-energia. Così la nostra tecnologia
produceva un effetto che trascendeva la
weltanschauung della stessa scienza che la
produceva…la nostra intera razionalissima
civiltà che viaggiava attraverso le stelle era
incapace di guardare con chiarezza l’anomalia
insita nel suo stesso concetto di realtà, sul
quale essa si centrava." (pag. 187).
Tutto ciò è raccontato come se
fosse un diario personale del Capitano (come,
anche, il titolo originale lascia intendere), ed
il fatto che, come avrete capito, si svolga in
un futuro molto remoto, fa si che il linguaggio
si sia notevolmente modificato; e, così, ecco
che, basilarmente, abbiamo un parlato nel quale
sono confluite molte parole di altre lingue, e
che ha una cadenza e delle inflessioni,
diverse; e, ciò, risulta abbastanza
scorrevole, dopo un po’, cosa che non deve
assolutamente essere stata facile.
E, sempre per quanto riguarda
lo stile, ho notato una tensione a trovare delle
modalità tramite le quali vengono veicolati più
significati possibili, come questa: "…i suoi
lineamenti parevano stilizzarsi in una maschera
No di se stessi." (pag. 29).
Il sesso, che abbiamo detto,
non vi è certo limitato a quella trasposizione
che abbiamo visto; vi è detto molto, e
lungamente, in varie scene nelle quali davvero
poco viene lasciato al pudore.
Assieme a "Child of Fortune",
dell’’85, questo è considerato formare un
"…dittico sull’eros, visto come forza che guida
l’espansione dell’universo…" (Lippi, pag. 253).
Aggiunto: April 6th 2004 Recensore: Marcello Bonati Voto: Hits: 1273 Lingua: italian
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