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Spinrad N - Il pianeta Sangre
(The Men in the Jungle, ‘67);
edizione originale: (Doubleday);
"Cosmo argento" n. 24, "Sf narrativa d'anticipazione" n. 35, "Tascabili fantascienza" n. 21, ed. Nord, '73, '83, '93;
traduzione di Gabriele Tamburini;
253 pagg., fuori catalogo; prezzo dei remainders: 15,49 €
Secondo romanzo di Spinrad, "Il pianeta Sangre"
vede un uomo giungere su di un pianeta retto da una dittatura spietata, basata
sulla tortura e sul sadismo più efferato, che tiene il popolo sottomesso con un
metodo forse più consono ad una dittatura, per così dire, clericale, ovvero tramite il continuo martellare
le masse col credo dell'Ordine Naturale, che funziona come una specie di
giustificazione, appunto, di quelle efferatezze.
Una volta compreso il funzionamento di questa dittatura,
quest’uomo decide di fare suo il pianeta, di liberarlo e, al contempo, di
divenirne il padrone incontrastato.
A questo scopo comincia a raggruppare attorno a sé adepti,
facilmente reperibili nelle masse ipersfruttate e, in poco tempo, riesce a
formare un vero e proprio esercito, che, per quanto estremamente impari, per
forze, a quello del dittatore, man mano si rafforzerà, per, alfine, portarlo
alla vittoria.
La vera natura dei romanzo si rivela proprio nel finale, nel
momento del trionfo, quando il popolo, non appena liberato dalla feroce
dittatura, impazzisce, per così dire e si lascia andare ad un'insensata
carneficina liberatoria.
Quando non segue nessuna teoria, sembra voler dire Spinrad,
ogni rivoluzione è destinata a fallire, se non si educa il popolo a ciò che
dovrà fare dopo, ogni rivoluzione è inutile.
Naturalmente, a ciò non è d'aiuto il desiderio di dominio
dell'eroe, dal momento che il suo vero scopo non è certo quello di liberare un
popolo oppresso, quanto quello di poter consegnare alla propria donna un
pianeta, come si regalerebbe un gioiello prezioso.
"Il pianeta Sangre" è un romanzo molto intenso, pieno
zeppo di immagini sfolgoranti, di descrizioni al limite del sopportabile, di
sesso e e sangue, di battaglie.
"Il locale cavernoso e pieno di fumo era gremito da
centinaia di persone che giravano qua e là e sembravano gridare tutte insieme
l'una con l'altra. Contro la parete di fondo era accatastato in modo pazzesco
un enorme mucchio di cadaveri nudi e intrecciati, con occhi di pesce che
fissavano beffardi in tutte le direzioni. Da sotto il mucchio di corpi usciva
una grande pozza di sangue rappreso, secca e gommosa alla periferia, che
copriva di croste il pavimento di pietra grigia." (pag. 212).
Ecco, in fondo, questo, è più un romanzo di guerra, che di
Sf; la quasi totalità della narrazione, infatti, descrive atti di guerra o loro
addentellati.
Di fantascientifico in "Il pianeta Sangre" vi sono
le blatte, quella che era la razza autoctona del pianeta prima che gli umani lo
conquistassero, ma, poi, di veramente tale, c'è davvero poco altro, a parte il
riapparire dei "campo-stasi", invenzione che si era notata in
"La civiltà dei solari" (The Solarians, '66): "Una bolla di tempo soggettivo indipendente dal tempo
oggettivo dell'universo esterno." (pag. 16).
Abbiamo detto che vi è molto sesso, ma forse non è proprio così;
in realtà non vi sono delle vere e proprie scene di sesso (e quelle che vi sono
sono tagliate con uno stilema simile alla dissolvenza cinematografica), ma
solamente molte scene forti in cui c'è, appunto, molto sadismo e molto sangue.
Altri contributi critici: recensione di Stefano Tiraferri, "Il paradiso degli orchi" n. 5, '94, pag. 83.
Aggiunto: December 14th 2005 Recensore: Marcello Bonati Voto: Hits: 1581 Lingua: italian
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