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MALZBERG BARRY N. - IL MONDO DI HEROVIT
Contenuto in questa
antologia celebrativa per i cinquant’anni di "Urania", è un romanzo
assolutamente atipico; è, infatti, non un romanzo di fantascienza, ma
sulla fantascienza.
Vi si racconta, semplicemente, della vita quotidiana di uno scrittore di Sf,
immersa, come quella di chiunque altro, nei soliti mille problemi, fra conti da
pagare, bevute mattutine di whisky e paure di impotenza sessuale.
Ma è, per un qualche verso, anche un romanzo di Sf, in quanto, ad un
certo punto, il protagonista, sfinito da essi, getta la spugna, e lascia
che a dover proseguire a sopportare le traversie della sua vita sia il suo alter
ego letterario, il suo pseudonimo, col quale già da tempo aveva delle
conversazioni nelle quali, questi, il suo lato peggiore, il "…"pulp
writer" che è in ogni romanziere americano." (Lippi, pag. 333), tentava di
prendere, appunto, il sopravvento.
Ma non solo; nel finale, addirittura, sarà il protagonista della serie di
romanzi che loro hanno scritto a prendere possesso del corpo di Herovit,
per la catarsi conclusiva.
Ma, ovviamente, ciò che vi è di realmente interessante non stà in ciò, ma nello
spaccato di vita americana reale che vi si tratteggia, e, in particolare,
sul mondo della fantascienza, sul quale vi si dice, ovviamente, molto, che trova
un suo sunto in questa frase: "Ci credete, nelle vostre sciocchezze.
Parlate dei problemi dell’universo, di invasioni aliene, del volo nello spazio,
di mondi che esplodono e del destino della galassia, ma non riuscite a risolvere
il problema delle vostre vite o a guadagnare più di un centesimo a parola. E nel
tempo libero tutto quello che sapete fare è lamentarvi della paga bassa e degli
editori…" (pag. 297).
Significativamente, vi si insiste spesso sulla scarsa apparentabilità fra
realtà e finzione, qui, letteraria: "…la vita…non imita l’arte, e anzi, non si
parlano nemmeno." (pag. 302).
Come apprendiamo dalle "Tavole delle corrispondenze", a cura di Giuseppe Lippi,
che ne sono appendice, Malzberg ha più volte abbandonato la Sf, indignato
dall’ambiente, per poi farvi sempre ritorno; e, questo, è uno dei tanti
"manifesti" coi quali ha lasciato.
Sappiamo bene che il mondo della Sf, negli States, non è certo il più adatto per
uno scrittore di qualità, o che, perlomeno, volesse fare un qualche discorso
innovativo, o sperimentale; e Malzberg era, ed è, un tipo così, che certo non si
accontenta di dover scrivere ciò che il mercato richiede, ma che vuole, e
scrive, cose sue, che spesso vanno assolutamente contro, al mercato, e che hanno
saputo aprire la strada a moduli che, oggi, sono stati accettati, ed assorbiti.
Come quel suo uso del tutto personale, differentissimo da Ballard, dell’inner
space, che, in lui, unito alla sua pungente carica satirica, diventava uno
strumento per scrivere della Sf che sembra classica, e che, perlomeno, ne
ha la struttura base, ma che diventa qualcosa di assolutamente differente,
principalmente moltro più attenta all’Uomo, alla sua psiche, di quanto mai la Sf
sia stata.
E, qui, questo, lo si vede molto bene, evidenziatissimo; i travagli esistenziali
del protagonista, che è poi una non molto celata trasposizione dell’autore
stesso, sono osservati "dall’interno", con una scrittura che rivela,
primariamente, una conoscenza reale dell’animo umano, per come ne segue
gli andamenti fluttuanti della coscienza: "…abbandonarsi al flusso della propria
coscienza." (pag. 328); e, ciò, risulta ancor meglio per il taglio che l’autore
dà al racconto, che vede valorizzata, la quotidianità, arricchita di significato
profondo anche nei suoi aspetti che potrebbero essere vissuti, e descritti, come
cose da poco.
E, poi, altra caratteristica assolutamente fondamentale di tutto lo scrivere di
Malzberg, vi è una buona dose di sesso, anch’esso ironizzato, il più delle
volte, ma comunque, normalmente, umanamente centrale, nella vita; e col
contrappunto della asessualità, della Sf, dove il protagonista dei suoi romanzi,
in novanta e passa avventure, non ha mai…scopato.
Come abbiamo detto, il testo è corredato da quella "Tavole delle
corrispondenze", nella quale si danno, e si congetturano, corrispondenze fra i
personaggi e persone reali che hanno avuto parte nella vita dell’autore; ma,
anche, da delle "Note al testo", a firma di Anthony R. Lewis, in occasione della
ristampa dell’opera in "The Passage of the Light, The Recursive Science Fiction
of Barry N. Malzberg" (Nesfa Press, ’94), con un po’ di curiosità, e di battute.
Il volume che lo comprende, poi, è tutto molto valido, a partire da riproposte
di testi ormai classici, da Ballard a Gibson, racconti nuovi di Watson e Egan, e
l’ultimamente immancabile Evangelisti, oltre ad un nutrito "Contributi" che, con
questo, ne costuituisce l’appendice, con interessantissimi, e, il più delle
volte, evocatori articoli di molti dei maggiori artefici della rivista
mondadoriana.
Il modo di Herovit (Herovit's
World, ’73)
di Barry N. Malzberg
in "Cinquant'anni di futuro", "Speciale Urania" n. 12, ed. Mondadori, 2002
traduzione di Giuseppe Lippi
Edizione originale: (Random House, ’73)
382 pagine, 5,10 €; 139 pagine, pagg. 191-334
Aggiunto: April 5th 2004 Recensore: Marcello Bonati Voto: Hits: 1358 Lingua: italian
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