LIBRI
Nancy
Kress, MIRCOLI
E GIURAMENTI
William
T.Vollmann, STORIE DI
FARFALLE
Harlan
Ellison, IDROGENO
E IDIOZIA
a cura di Piergiorgio
Nicolazzini, STRANI UNIVERSI
2
FUMETTI
MISSIONE AD ALTO RISCHIO, Nathan
Never 105
IL PATTO, Nathan Never 106
AL DI LA' DELLA GALASSIA, Agenzia
Alfa 5
Nancy Kress |
MIRACOLI E GIURAMENTI |
(Oaths and
Miracles, 1996) Roma, Fanucci, Solaria 2, 1999 pagine 401, L. 6.900, traduzione di Maurizio Nati |
Un buon romanzo, questo Miracoli
e giuramenti presentato dalla Fanucci
per la nuova collana di fantascienza da edicola. A metà strada
tra fantascienza e thriller, con leggeri ammiccamenti al noir
(anche se quello vero, di noir, è tutta unaltra cosa),
Nancy Kress si pone allattenzione del lettore per
lagilità della sua scrittura uno stile efficace e
diretto e per lattualità e la freschezza
dellargomento trattato dal romanzo. Le ricerche genetiche
stanno coinvolgendo, attualmente, buona parte dellopinione
pubblica, che con la clonazione di Dolly, le manipolazioni
genetiche e cibi transgenici si è ritrovata a dibattere su
argomenti che, fino a poco tempo fa, sembravano appannaggio della
sola comunità scientifica.
Robert Cavanaugh, FBI, Divisione investigativa criminale, si
trova a investigare su strani omicidi che, apparentemente non
hanno alcun nesso. Ma lentamente, nonostante i suoi superiori
cerchino di sospendere le indagini perché ritengono troppo
labili le tracce scoperte dal giovane ispettore, le tessere
mancanti vengono a galla ricomponendo il mosaico. Una parte
fondamentale, in tutta la storia, la ha Judy Kozinsky, una
giornalista il cui marito ricercatore è stato ucciso perché
ritenuto troppo pericoloso da chi gestiva tutta la vicenda delle
ricerche. Di più, sulla trama, non è il caso di dire.
Oltre al tratteggio dei personaggi, sempre molto realistici e ben
inseriti nella storia, il punto di forza dela romanzo credo sia
il finale, in perfetta sintonia con il ritmo e la sobrietà del
resto della storia. Sarebbe stato facile, per lautrice,
farsi prendere la mano da un finale "pirotecnico", da
un finale retorico. Ma tutto ciò, e questo lo ritengo un segno
di maturità da parte della scrittrice, fortunatamente non
avviene.
Roberto Sturm
William T. Vollmann |
STORIE DI FARFALLE |
(Butterfly Stories, 1993) Roma, Fanucci, 1999 (pagine 314, L. 16.000, traduzione di Cristina Mennella) |
Romanzo desordio in Italia,
dopo il racconto pubblicato su Schegge dAmerica,
Le incarnazioni dellassassino,
per lo statunitense Vollmann.
Storia difficile da definire, impossibile da catalogare. Con uno
stile crudo e penetrante lautore ci parla senzaltro
damore, di quellamore assoluto e pieno di dedizione
che solo le prostitute orientali possono dare. Queste ragazze
così innocenti, strumenti inconsapevoli di perversioni e
malattie, accompagnano il protagonosta, un gionalista, nel suo
viaggio tra Bangkok e una Cambogia ancora in mano ai Khmer rossi,
un viaggio consapevole verso la malattia e la morte che segnerà
il suo percorso verso la propria definitiva redenzione.
Ma tracciare un percorso preciso del romanzo è impossibile,
perché Vollmann si muove con una padronanza fuori dal comune
allinterno di cliché usuali rendendoli originali, usando
forme narrative non tradizionali. E il suo linguaggio a volte
asettico, la lontananza solo formale delautore non fa
altro, paradossalmente, che immergere e coinvolgere ancora di
più nella vicenda il lettore.
Un libro molto interessante, di non facile lettura (almeno in
alcuni dei suoi livelli di lettura), che rappresenta in maniera
non ordinaria storie di ordinario squallore, in maniera non
patetica la ricerca dellamore assoluto. Che il protagonista
crede di poter trovare esclusivamente nei bordelli di Bangkok.
Roberto Sturm
Harlan Ellison |
IDROGENO E IDIOZIA |
(Shatterday,
1980) Roma, Fanucci, 1999 (pagine 378, L. 16.000, traduzione di Umberto Rossi) |
Questa raccolta non sarà la "
prima
antologia di Ellison pubblicata in Italia
" (come
dichiarato nella terza di copertina) (1), ma è veramente
un'antologia molto buona.
Vi sono raccolti, infatti, racconti molto al si sopra della media
dei racconti di Sf che si possono leggere comunemente: Ellison è
una personalità forte, ha una visione chiara, nitida, che
si riflette prepotentemente nei suoi racconti.
Evangelisti, nella postfazione (Harlan Ellison, o del vedere
pericolosamente, pag.369) afferma che "
se è
piuttosto chiaro che la fantascienza è il lievito comune a molte
storie, è altrettanto chiaro che tutte, in misura maggiore o
minore, ne violano le convenzioni." (pag.371): molti, come
vedremo, sono i racconti che di fantascientifico hanno ben poco;
alcuni contengono degli elementi che li connotano quali racconti
fantastici in senso lato - surreali, immaginifici, ditelo come vi
pare - ma non sono fantascienza. E altri, addirittura, non
possono, a mio parere, essere considerati neppurefantastici: non
vi è alcuna sospensione del giudizio, nulla per cui sia
possibile dirli tali, stando alla stragrande maggioranza delle
teorie sul fantastico. Ma, nonostante ciò, hanno un qualcosa
che, penso, li fa essere tali ugualmente.
Un loro dire molto particolare, sempre in bilico fra il
sognante/surreale e lo stare coi piedi per terra che li
rende assolutamente appetibili, anche a noi, appassionati
di fantascienza.
Ma andiamo a vederli ad uno ad uno.
E, dunque, ecco che Ellison ci ha donato dei racconti davvero
belli; Evangelisti, sempre nella postfazione, dice:
"
sono
racconti in cui più che l'ironia domina il
sarcasmo, e a volte la collera che questo può nascondere."
(pag.376).
E certamente quelle della satira sottile edell'ironia sferzante,
sono fra le armi migliori, del Nostro. Armi di cui ha una
padronanza assoluta.
Quello che spesso impressiona in questi racconti, è la capacità
dell'autore di padroneggiare il linguaggio in una maniera davvero
inconsueta per le persone dei nostri giorni; un saper dire
davvero fuori dall'ordinario.
Più volte, nella varie introduzioni ai racconti, Ellison ci dice
anche della sua attività di sobillatore ed estremista;
Evangelisti, ancora nella postfazione, fa un discorso sulla sua
significanza sociologica: in sintesi, dice che egli ha:
"
un persistente atteggiamento critico verso
l'iperconsumismo capitalista, con i suoi effetti di reificazione
totale." (pag.373).
E, poi, che: "
Ellison testimonia, con la propria
parabola culturale, il ruolo centrale che ha avuto la
fantascienza - certa fantascienza - nella crescita di nuove
proposte narrative." (idem).
Che Ellison, curando Dangerous visions ed
epigoni, abbia portato una notevolissima ventata di vero nuovo
nella Sf, penso sia assolutamente indubitabile; Evangelisti dice:
"Le "pericolose visioni"
erano
state
(le) prime (che) avevano segnalato l'incanto e
l'incubo delle società iperconsumistiche, e additato l'incubo
della mercificazione totale, della sussunzione marxiana condotta
alla follia." (pag.374).
Sul "Futuro news" della Fanucci in cui si annuncia
questa antologia, c'è un'intervista all'autore raccolta da Steve
H.Silver che, però, purtroppo, è incompleta.
Per concludere, una curiosità, credo, divertente: verso la fine
della sua postfazione, Evangelisti dice: "Quando le pagine
culturali del più diffuso quotidiano nazionale, faranno menzione
di Harlan Ellison, sarà come quando, al termine de Il
giro del mondo in 80 giorni (intendo il film, non il
romanzo) una donna mette piede in un rigidissimo club vittoriano:
un piccolo terremoto, con pipe e tazzine da tè che volano da
ogni parte." (pagg.374-5).
Altri contributi critici: "Ellison, il terrore ai
confini della realtà", di Carlo Formenti, "Corriere
della sera" del 12/10/'99
Marcello Bonati
a cura di Piergiorgio Nicolazzini |
STRANI UNIVERSI 2 |
Milano, Ed. Nord, 1999 (pagine 303, L. 24.000, traduzioni di Luca Landoni) |
La FS è in crisi, non riesce a rinnovarsi,
si è contaminata con altri generi letterari e ha perso la
propria specificità
insomma la FS è morta! Questo è
linsopportabile ritornello che ormai da qualche anno i
vecchi saggi della FS italiana ci propinano con disinvoltura e
superficialità. Lantologia Strani
universi 2 sembra quasi sia stata progettata per
confutare le suddette affermazioni. Si tratta infatti di una
raccolta di romanzi brevi che riesce con rara efficacia a
campionare le diverse modalità espressive della FS
contemporanea:
Possiamo quindi concludere che Strani
universi 2 presenta un quadro confortante della
FS in lingua inglese di oggi e ci lascia ben sperare per il
futuro, sempre che nel frattempo, i disfattisti e i detrattori
non affossino con il loro meschino pessimismo un genere
letterario che deve oltretutto affrontare le difficoltà di un
mercato editoriale caotico ed ipertrofico.
Lunga vita alla FANTASCIENZA!!!
Riccardo Giandrini
Soggetto
e sceneggiatura: Stefano
Piani Disegni: Mario Alberti |
MISSIONE AD ALTO RISCHIO - Nathan Never 105 |
Milano,
Sergio Bonelli Editore, 2000 pagg. 98, L. 3.500 |
Eccoci giunti al secondo capitolo della Saga
Alfa, che vede lintero staff di agenti
sferrare il tanto atteso attacco alla sede centrale
dellimpero di Aristotele Skotos [1] . Nel numero
precedente, infatti, il magnate criminale era riuscito ad
impossessarsi di piani segreti riguardanti qualcosa celato al di
sotto dellAgenzia
qualcosa di cui non avrebbe mai
dovuto neanche sospettare lesistenza! [Cosa abbia scoperto,
tuttavia, rimane ancora un mistero!]. Devo infine aggiungere un
ultimo particolare: lalbo si apre con una tavola dalla
quale apprendiamo che la magistratura sta indagando sulle
"malefatte" di Reiser
e sembra che questi stia
per essere accusato formalmente e arrestato da un tale Solomon
Darver, commissario per il Governo per il controllo sulle agenzie
di vigilanza di cui temo sentiremo parlare parecchio in
futuro
Passiamo adesso ad un breve commento, partendo dallaspetto
grafico dellalbo; si parte con una copertina piuttosto
bruttina di Roberto De Angelis evidentemente fuori forma, per poi
passare ai disegni di Mario Alberti, gia autore del secondo
albo gigante e di alcune storie di Legs. Secondo me Alberti non
riesce a mantenere un livello qualitativo costante durante le 96
tavole dellalbo: si passa da vignette ben curate, con buoni
sfondi e interessante uso dei chiaroscuri a tavole mediocri
con sfondi ridotti allosso se non del tutto
inesistenti. Risulta tuttavia quasi sempre curata la scelta delle
inquadrature. Le espressioni dei personaggi si rivelano
pero il vero punto debole della grafica di Alberti: nella
maggior parte dei casi infatti abbiamo buoni primi piani, mentre
nelle inquadrature remote e sono la maggioranza - i
personaggi assumono espressioni dallappena accettabile
al totalmente beota
Davvero un peccato. Va infine
segnalato un buon uso dei retini sebbene siano presenti in
veramente poche tavole.
Passiamo adesso alla storia vera e propria, nella quale spiccano
due citazioni abbastanza evidenti. Iniziamo con Predator¸
film di azione/fantascienza degli anni 80 con Swarznegger,
che a suo tempo riscosse un discreto successo (uscì anche un
seguito e una lunga serie a fumetti).
Tuttavia la citazione piu evidente talmente evidente
da esser segnalata nellintroduzione dellalbo- è a Neon
Genesis Evangelion, anime che ha avuto uno
straordinario successo in tutto il mondo attualmente
stanno uscendo anche in Italia le videocassette (Dynamic Italia),
mentre i fumetti furono tradotti un paio di anni fa (Planet
Manga). Lenorme successo di Evangelion
è dovuto principalmente alla straordinaria qualita
dellanimazione, ma anche alla storia che ha saputo
conquistare il plauso di milioni di persone (quelli come me che
non la possono sopportare sono veramente pochi, lo riconosco!).
E giunto infine il momento di parlare della sceneggiatura
dellalbo. Devo dire che solitamente rimango abbastanza
"freddino" di fronte alle sceneggiature di Piani, ma
questa e veramente un piccolo gioiello: mai prima
dora, infatti, abbiamo mai assistito ad unavventura
così "corale". Tutti gli agenti lavorano assieme senza
che come al solito Nathan rubi la scena ai
colleghi. Era gia successo altre volte (ad esempio
nellultimo numero di Agenzia
Alfa, di cui si parla sempre in questa pagina),
ma questa e sicuramente la prova piu riuscita.
Appaiono tutti gli agenti e tutti si trovano esattamente dove
dovrebbero: Sigmund e Link che coordinano assieme a Reiser
lazione dallAgenzia e gli altri nelle loro nuove
ehm
armature, sul campo. Se si aggiunge un ottimo ritmo
narrativo, con eventi incalzanti e continui colpi di scena, e un
"maledettissimo" cliffhanger che costringe i lettori ad
un altro mese di agonia, la storia sarebbe perfetta!
Come "sarebbe"? Beh, se leggete da un po i miei
deliri su Nathan ormai avrete capito che sono molto puntiglioso e
difficile da accontentare
. In questo caso trovo
imperdonabile il fatto che si capisce praticamente subito cosa
sta avvenendo allinizio dellalbo: magari si poteva
"nasconderlo" meglio.
Ritengo comunque innegabile che questalbo sia
unulteriore dimostrazione dello straordinario periodo
narrativo che sta vivendo Nathan
.speriamo che non finisca!
Veramente un peccato laltalenante qualita grafica,
spesso non allaltezza della sceneggiatura.
Giovanni Delibra
Soggetto
e sceneggiatura: Bepi
Vigna Disegni: Roberto De Angelis |
IL PATTO - Nathan Never 106 |
Milano,
Sergio Bonelli Editore, 2000 pagg. 98, L. 3.500 |
Continua la Saga
Alfa, sequenza di storie dedicata alla narrazione delle origini
dellAgenzia Alfa e alla definizione del suo ruolo
nelleconomia futura della serie.
La storia di questo albo riprende direttamente da dove si era
interrotto il numero precedente: lagenzia è assediata
dallesercito, per ordine del Commissario Solomon Darver;
inoltre Reiser è stato rapito durante lassenza degli
agenti, occupati in una missione ai danni di Aristotele Skotos.
Lalbo si chiude esattamente con la stessa situazione,
essendo totalmente occupato dalla narrazione del primo incontro
fra Reiser e Sigmund e della genesi dellAgenzia.
Fate quindi le vostre ipotesi, puntate sulla più banale e
scontata che vi viene in mente e
quasi sicuramente avrete
indovinato!
Questo per dire che la sceneggiatura in sé è tuttaltro
che originale e praticamente priva di qualsiasi spunto
interessante
se poi aggiungiamo una spiegazione
assolutamente scontata anche per quanto riguarda la natura delle
"armature" del numero scorso, ci si può facilmente
accorgere che Bepi Vigna sta vivendo un periodaccio
ricordo che ha firmato anche il deludentissimo Numero cento.
Se andiamo ad analizzare i disegni, scopriamo il lavoro dello
spettro di Roberto De Angelis: si parte da una cover bruttina,
con un Nathan dalla faccia animalesca, per passare a tavole
interne perfino peggiori: se è vero che non si può parlar male
di inquadrature e sfondi, è anche vero che i volti dei
personaggi e la maggiorparte delle loro espressioni sono
realizzate decisamente male, si direbbe quasi di fretta (in
effetti sembra che il tratto di De Angelis sia regredito ai
livelli di 4/5 anni fa
). Va sottolineato inoltre come
la realizzazione grafica di personaggi non umani risulti come al
solito deludente ma questo è, secondo me, un difetto
comune a quasi tutti i "mostri" di casa Bonelli.
Per concludere direi che questo è un numero di qualità
decisamente scadente, sia a livello narrativo che grafico
Mostruosamente sotto la media dellultimo periodo!
Giovanni Delibra
Soggetto
e sceneggiatura: Bepi
Vigna Disegni: Fabio Jacomelli e Maurizio Gradin |
AL DI LA' DELLA GALASSIA - Agenzia Alfa 5 |
Milano,
Sergio Bonelli Editore, 2000 pagg. 292, L. 8.000 |
Premessa: secondo le indicazioni dello staff di
Nathan Never questa storia è ambientata prima della Saga
Alfa attualmente in corso di pubblicazione sulla testata
principale dellagente alfa.
Agenzia Alfa è
lultimo degli spin-off nati dalla collana di Nathan Never;
in particolare si tratta di un semestrale che presenta
alternativamente tre storie con protagonista uno degli agenti
alfa o ununica lunghissima storia "corale", che
impiega tutti gli agenti contemporaneamente.
Questultimo numero in particolare è del secondo tipo e
prende le mosse dagli eventi narrati nel numero due della
collana. In quella sede due agenti, April Frayn e Jack O
Ryan erano rimasti intrappolati su Argo, un asteroide la cui
orbita era prossima ad incrociare una misteriosa anomalia
spaziale. Più volte negli ultimi numeri di Nathan Never
cerano stati accenni riguardo allorganizzazione di
una missione di soccorso
ed è in questo albo che
lAgenzia Alfa e le autorità militari terrestri tenteranno
di recuperare i due agenti alfa e i tre tecnici rimasti su Argo.
Altro non posso dire della trama, e la cosa complica non poco il
mio compito
in maniera abbastanza "vaga" posso
solo accennare che la risoluzione della trama non sarà così
banale come si potrebbe pensare
Cominciamo quindi ad analizzare la sceneggiatura e dei disegni.
Partiamo proprio da questi ultimi: apre lalbo una copertina
abbastanza anonima e mal colorata di Roberto De Angelis, mentre
allinterno si trovano delle tavole veramente buone ad opera
di Jacomelli & Gradin. Premetto che non ho la più pallida
idea di chi siano costoro o se abbiano realizzato in precedenza
altre storie di Nathan; tantomeno sono in grado di distinguere il
lavoro delluno da quello dellaltro
so solo che
le tavole di questo albo sono decisamente di qualità molto alta,
con personaggi molto espressivi e anatomicamente ineccepibili. Le
pose sono veramente ben realizzate totalmente prive
dell"effetto manichino" tipico di alcuni
disegnatori della scuderia Bonelli. Gli sfondi sono buoni e
risulta molto curato anche laspetto "tecnologico"
del mondo di Nathan finalmente non si vedono in giro
monitor dalla profondità "imbarazzante", ma solo
schermi ultrapiatti! Da segnalare inoltre un uso particolare dei
retini. Perché particolare? Semplicemente perché mentre in
alcune tavole sono sfruttati in maniera ineccepibile, in altre si
ha un effetto di "pesantezza" tipico di quando se ne
usano di troppo "fitti". Questo è forse lunico
difetto delle tavole di questo volume, anche se riconosco che
qualcuno potrebbe non gradire laspetto scelto per gli
alieni dellalbo
Chiudo con una considerazione:
nonostante lalbo sia stato disegnato "a quattro
mani" risulta perfettamente omogeneo, senza che si possa
distinguere almeno a prima vista il lavoro dei due
disegnatori.
Passiamo adesso alla storia: quando lho letto pensavo fosse
lalbo più corale della storia di Nathan
chiaramente
sono stato subito smentito dal numero 105 della serie regolare!
Questo albo comunque ha lindiscutibile merito di presentare
a lavoro contemporaneamente tutti i membri dellAgenzia
Alfa, in maniera decisamente credibile, ognuno con un ruolo ben
definito e di coinvolgere anche molti altri comprimari conosciuti
nel corso degli anni.
Per il resto la trama risulta decisamente coinvolgente, infarcita
di riferimenti a Spazio 1999, Guerre Stellari e
Star Trek
lunica cosa che proprio non mi
convince è il ruolo riservato in futuro ai "naufraghi"
di Argo
la storia si chiude infatti in maniera inaspettata,
ma forse un po "stiracchiata" e poco credibile.
Rimane comunque una delle migliori storie di Nathan realizzate,
con un rapporto qualità-quantità/prezzo decisamente alto!
Secondo me consigliatissimo!
Giovanni Delibra