Primordi
e Anni '50
LA
GUERRA DEI MONDI
(The war of the worlds) di Byron Haskin (USA 1953) 85m - colore con G. Barry, A. Robinson, L. Tremayne Il regista Haskin offre al
nostro sguardo poco più di un paio di rapide immagini dei marziani.
Per tutta la durata del film, il vero invasore sono le eleganti astronavi
a forma di manta, letali e affascinanti, guidate da un nemico spietato
e invincibile.
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L'invasione
extraterrestre per eccellenza approda sul grande schermo sotto la direzione
del regista Byron Haskin e del produttore George Pal. Per l'occasione,
l'ambientazione della famosissima opera di Wells viene spostata dalla Londra
del 1890 agli Stati Uniti degli anni Cinquanta.
Un meteorite cade nei pressi di una piccola comunità. Un gruppo di cittadini si reca sul luogo dell'impatto per investigare; fra loro sono lo scienziato Clayton Forrester, la giovane Sylvia Van Buren e suo zio il pastore Matthew Collins. Quando la folla si è diradata, dalla sommità del meteorite emerge un tentacolo metallico sormontato da una sfera luminescente. Gli uomini lasciati di guardia si avvicinano sventolando bandiera bianca in segno di pace, ma vengono disintegrati da un raggio mortale. Forrester scopre che la meteora nasconde una nave spaziale e che la Terra sta per subire un'invasione. Il generale Mann informa lo scienziato che altre meteore simili stanno cadendo in diverse parti del mondo. Le astronavi marziane calano sulla cittadina distruggendo tutto ciò che incontrano. Il pastore Collins, in un ingenuo e goffo tentativo di comunicare pacificamente, viene disintegrato. La stessa sorte tocca ad armi, soldati, mezzi corazzati... le navi marziane sembrano indistruttibili, protette da un campo di forza che respinge ogni tipo di offesa, armi nucleari incluse. Clayton e Sylvia si rifugiano in una fattoria abbandonata, dove vengono sorpresi da un visore telescopico. Clayton riesce a recidere l'oculare dell'apparecchio. Un marziano entra di soppiatto nella stanza e posa un tentacolo sulla spalla di Sylvia. Clayton punta la torcia contro la creatura e questa fugge terrorizzata. I marziani invadono Los Angeles, martoriandola coi loro raggi letali. La popolazione fugge in preda al terrore poi, improvvisamente, mentre le navi si preparano all'attacco finale, uno dei veicoli barcolla e si abbatte contro un edificio. In tutto il mondo, le astronavi marziane precipitano al suolo. Clayton si avvicina cautamente alla prima nave. Dal portello che si apre su un fianco dello scafo esce un tentacolo rossastro che si accascia un attimo dopo. Il marziano e' morto, come tutti i suoi simili, vittima di quei germi patogeni da cui millenni di evoluzione ci hanno garantito l'immunità. |
DESTINAZIONE...
TERRA
(It came from outer space) di Jack Arnold (USA, 1953) 80m - b/n con R. Carlson, B. Rush, C. Drake La figura dell'alieno, nei
pochi istanti in cui si scorge, non è particolarmente interessante.
Il regista stesso, in un'intervista, ammette di averla dovuta inserire
perché espressamente richiesta dalla produzione. In questa, come
in tutte le pellicole future di Jack Arnold, l'alienità viene espressa
per impressioni: il comportamento delle persone sostituite dagli extraterrestri
è in qualche modo fuori tono; gli elettricisti che Putnam insegue
in un vicolo emergono dalle tenebre tenendosi per mano, mentre in un'altra
occasione uno di essi alza gli occhi verso il sole e lo fissa a lungo senza
battere le palpebre.
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L'astronomo
dilettante John Putnam è testimone della caduta di una meteorite
nel deserto. Nel cratere formato dall'impatto trova un'astronave e intravede
la forma di una creatura mostruosa, ma proprio in quel momento una frana
ricopre il fondo del cratere. L'uomo cerca di mettere in allarme le forze
dell'ordine ma non viene creduto. Una settimana più tardi, due operai
della società elettrica scompaiono misteriosamente e, quando ritornano,
la loro personalità sembra diversa, sono freddi e inespressivi come
automi. Ad una ad una altre persone seguono il loro stesso destino: fra
esse la fidanzata di Putnam il quale, tramite lei, riesce a incontrare
gli alieni. In grado di mutare il proprio aspetto, essi sono stati costretti
a prendere il posto di alcuni umani, tenuti nascosti in una miniera abbandonata,
per procurarsi il materiale necessario alla riparazione della loro nave.
Prima di ripartire, comunque, sono intenzionati a liberare gli ostaggi.
Nel frattempo i concittadini di Putnam organizzano una spedizione punitiva e lui, consapevole delle loro buone intenzioni, cerca di proteggere gli alieni provocando il crollo dell'ingresso alla miniera. Ma il suo gesto è ormai inutile: terminate le riparazioni, gli alieni abbandonano il pianeta. |
CITTADINO
DELLO SPAZIO
(This island Earth) di Joseph Newmann (USA 1955) 86m - colore con J. Morrow, F. Domergue, R. Reason Per la prima volta una pellicola
di fantascienza presenta un alieno visto non sotto una luce di santità
o di malvagità, ma come un essere umano che, perduti il proprio
mondo e la propria cultura, si batte per la salvaguardia dei propri ideali.
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Di
ritorno da una conferenza sull'energia atomica, lo scienziato Cal Meacham
viene salvato da un fascio di luce verde che sostiene in quota l'aereo
su cui viaggia, in avaria. Più tardi, raggiunto il laboratorio,
sfoglia un misterioso catalogo di componenti elettronici che offre elementi
dalle caratteristiche straordinariamente avanzate. Basandosi esclusivamente
sulle immagini e i progetti di massima raffigurati sul catalogo e utilizzando
gli strani componenti inviati dalla ditta misteriosa, Meacham costruisce
un 'interocitore', una sorta di visore a forma di piramide rovesciata.
Il volto che vi appare si congratula per il superamento della prova, distrugge
il visore e comunica allo scienziato che il mattino seguente un aereo atterrerà
davanti al laboratorio per condurlo al suo nuovo incarico. Spinto dalla
curiosità scientifica, Meacham sale sull'aereo che lo porta in Georgia,
dove si unisce a un gruppo di eminenti scienziati impegnati in un progetto
di ricerca impiegando strumenti avanzatissimi. Ben presto scopre che i
suoi 'esaminatori' sono in realtà alieni incaricati di trovare un
mezzo per salvare il loro pianeta dalla distruzione. Metaluna, questo il
nome del loro mondo, è infatti prossimo a soccombere sotto gli attacchi
di un nemico implacabile.
Meacham e una giovane collega tentano di fuggire a bordo di un aereo, ma vengono trasferiti su un'astronave guidata da Exeter, lo scienziato responsabile della missione sulla Terra. L'astronave fa ritorno a una Metaluna devastata dai bombardamenti e ormai destinata a soccombere. Gli scienziati vengono portati al cospetto del Monitore, la massima autorità del pianeta, il quale ordina di sottoporli a lobotomia. I terrestri fuggono verso l'astronave che li ha portati sul pianeta ma vengono contrastati da un mutante, una sorta di uomo-insetto dal cervello ipersviluppato. Exeter interviene per aiutarli e sconfigge la creatura, ma esce gravemente ferito dallo scontro. L'astronave decolla subito prima che gli scudi difensivi di Metaluna cedano del tutto e il pianeta venga annientato. Tornati sulla Terra, gli scienziati terrestri si salvano a bordo dell'aereo, mentre un Exeter ormai solo nella fredda immensità dell'universo precipita la nave e se stesso nelle acque del Pacifico. |
L'ASTRONAVE
ATOMICA DEL DOTTOR QUATERMASS
(The Quatermass experiment) di Val Guest (USA 1956) 78m - b/n con B. Donlevy, R. Wordsworth, J. Warner Benché realizzato
negli Stati Uniti, il film possiede quelle atmosfere cupe e quasi gotiche
che sono tipicamente britanniche.
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L'unico
sopravvissuto di una missione spaziale fallita viene ricoverato in stato
di shock. Col tempo il suo umore si fa più incostante e i medici
osservano una singolare forma di micosi diffondersi progressivamente sulla
mano dell'uomo. Quando l'astronauta fugge dalla clinica che lo ospitava,
buona parte del braccio è stata rimpiazzata da un misterioso tessuto
coriaceo. Il processo di mutazione finisce per trasformare l'uomo in una
massa gelatinosa di protoplasma, che striscia per le vie di Londra a caccia
di prede con cui nutrirsi. Quatermass individua la creatura nella cattedrale
di Westminster e la uccide sottoponendola a un'intensa scarica elettrica.
Realizzata con un investimento ridicolo e progenitrice dei tanti alieni gelatinosi presentati successivamente sugli schermi, questa pellicola, al pari dei suoi seguiti, è tratta da una fortunata serie televisiva della BBC. |
L'INVASIONE
DEGLI ULTRACORPI
80m - b/n con K. McCarthy, D. Wynter, K. Donovan (Invasion of the body snatchers) di Don Siegel (USA, 1956) Il film presenta un mostro
molto più temibile di quelli che divorano la gente o distruggono
i grattacieli, un mostro che trasforma la personalità della vittima
contro il proprio volere.
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Dopo
una breve vacanza, il dottor Miles Bennell fa ritorno alla propria città,
Santa Mira, e scopre che molti dei suoi pazienti soffrono di quella che
ritiene una sorta di isterismo collettivo: sostengono che il padre non
è più il vero padre, lo zio il vero zio o la sorella la vera
sorella.
Mentre passa una piacevole serata in compagnia della fidanzata Becky, il dottore viene rintracciato telefonicamente da una coppia di amici, Jack e Theodora Belicec. Raggiunta la loro abitazione, si trova a esaminare un corpo che i coniugi sostengono di aver trovato sul tavolo da biliardo. Il corpo, che non possiede impronte digitali, cicatrici o altri segni di riconoscimento, appare come una versione incompleta di Jack. I quattro chiamano la polizia ma il corpo sparisce misteriosamente. Dopo aver cercato invano di convincere gli agenti, i nostri fanno una scoperta agghiacciante: la serra contiene una strana pianta che produce dei grossi baccelli. Questi strani vegetali, sistemati accanto a un essere umano durante il sonno, si aprono e ne imitano le fattezze, per poi assimilarne i ricordi. In una lotta disperata contro il sonno e la fatica, Jack e Theodora soccombono alla stanchezza e vengono rimpiazzati dai loro duplicati. Ritrovati Miles e Becky, li invitano a unirsi a loro, all'inevitabile. Insieme ad altre persone sostituite, fra cui un collega di Miles, il dottor Dan Kauffman, i nostri vengono rinchiusi nello studio di Miles dopo aver ricevuto una potente dose di sonnifero. Per meglio comprendere le implicazioni delle loro azioni, è necessario riportare un breve dialogo fra Miles e il sosia del suo collega. Dan (indicando una coppia di baccelli destinati a sostituirli): - ... Non sentirete alcun male. Mentre sarete immersi nel sonno, essi assorbiranno la vostra mente, per farvi rinascere in un mondo tranquillo, senza problemi... Miles: - Ma un mondo dove tutti sono uguali... Povera umanità. Becky e io non siamo gli ultimi rimasti... gli altri vi distruggeranno. Dan: - Domani non lo vorrai più. Domani sarai uguale a noi. Miles: - Io amo Becky. L'amerò domani come l'amo oggi? Dan: - Non è necessario l'amore... Miles: - Niente amore... nessun sentimento... Solo l'istinto di conservazione. Non potete amare né essere amati, vero? Dan: - Lo dici come se fosse una mostruosità, ma non lo è affatto. Sei stato innamorato altre volte, ma non è durato. Non dura mai. Amore, desiderio, ambizione, fede... senza tutto questo la vita è molto più semplice. Miles:- Non mi interessa una vita così. Dan: - Dimentichi una cosa, Miles. Miles: - Cosa? Dan: - Non hai scelta... Dopo una fuga drammatica, inseguiti dall'intera popolazione ormai vittima della sinistra invasione, Miles e Becky si nascondono in una caverna appena fuori città. Miles si assenta per un momento e, al suo ritorno, trova Becky addormentata. La risveglia con un bacio, ma lo sguardo della donna è freddo e distaccato, così fugge anche da lei, che nel frattempo ha dato l'allarme a quelli che ormai sono i suoi simili, e vaga per l'autostrada, inascoltato, nel vano tentativo di informare la gente della minaccia: - La prossima vittima potresti essere tu! Come è ormai noto, i produttori temevano una cattiva risposta del pubblico a tanto pessimismo, così convinse Siegel ad aggiungere un finale più accomodante, nel quale la polizia arresta Miles, che racconta la sua storia a uno psichiatra. Quando stanno per rinchiuderlo in cella d'isolamento, arriva una chiamata di soccorso: un camion che trasportava uno strano carico di enormi baccelli si è rovesciato sull'autostrada. I poliziotti e lo psichiatra guardano Miles, visibilmente sollevato. Dopotutto, forse, non è troppo tardi. |
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