CamminandO |
Viandante, il sentiero non è
altro
che le orme dei tuoi passi.
Viandante, non c'è sentiero
il sentiero si apre
camminando
Antonio Machado
"Quale sarà il volto della fantascienza di domani? E'
questo l'interrogativo che ormai da anni si vanno ripetendo gli
"addetti ai lavori" italiani e stranieri, nella vaga
ricerca di una definizione soddisfacente. Sembra che non esistano
più risposte sicure; sembra, soprattutto, che ci si stia
muovendo su un terreno quanto mai fragile."
Così si esprimeva Vittorio Curtoni aprendo l'editoriale di Robot
numero 9 nel dicembre 1976 e lo stesso interrogativo possiamo
porcelo a 23 anni di distanza.
Curtoni continuava: "A voler riepilogare con estrema
sommarietà i diversi periodi di sviluppo della science
fiction, potremmo dire che dal 1926 a oggi essa ha
attraversato almeno quattro grandi mutazioni: era di Gernsback,
era di Campbell, fantascienza sociologica, new wave. Dopo
di che, non esistono più etichette unificanti; i discorsi si
spezzettano nella singolarità di questo o quell'autore, e il
panorama generale non è per niente omogeneo."
Alle etichette individuate da Curtoni si è aggiunto, con tutto
il peso della sua forza espressiva, il cyberpunk, corrente nata
sotto l'impulso di scrittori come Gibson, Sterling, Shirley,
Rucker, che ha saputo ricodificare il genere della fantascienza
nella seconda metà degli anni '80, per spegnersi gradualmente
negli anni '90.
Con il cyberpunk la fantascienza ha riscoperto tutta la carica
immaginifica del suo tema originale - l'influenza della
tecnologia sull'uomo - grazie alla capacità degli autori
cyberpunk di trasporre in opera letteraria la massiccia
suggestione della rivoluzione informatica e delle sue
implicazioni (realtà virtuale, cyberspazio, il problema
dell'informazione, lo smarrimento ulteriore della distinzione tra
umano e artificiale).
Smarrita la novità delle categorie espressive del cyberpunk, la
fantascienza degli ultimi anni sembra faticare a trovare una
chiave interpretativa comune, soprattutto manifesta difficoltà
nell'individuare le vie sulle quali si svilupperà nel prossimo
futuro.
In questo momento la fantascienza mondiale scrive le sue pagine
più belle grazie alla capacità di singoli autori e al rifiorire
del sottogenere dell'hard sf: le opere migliori
degli anni '90 (per qualità stilistica, carica innovativa e
originalità) sono state scritte a mio parere da Dan Simmons (che
con il ciclo di Hyperion ha creato uno degli universi più belli
della fantascienza di sempre), Connie Willis (che con una
sensibilità squisitamente femminile ci ha regalato dissacrazioni
umoristiche di spaccati di società moderna e non solo), Neal
Stephenson (che ha scritto le pagine più originali ed innovative
della SF degli ultimi anni, reinterpretando in modo personale le
tematiche della fantascienza - un esempio per tutti il romanzo Snowcrash)
e Greg Egan (per la capacità di sintetizzare complesse tematiche
delle discipline scientifiche più hard in racconti strepitosi);
Egan stesso è probabilmente l'esponente più significativo della
nuova hard sf - sottogenere della fantascienza che prende
spunto dalle discipline scientifiche più hard, per scrivere
pagine di narrativa dall'alto contenuto tecnologico e i cui
esponenti maggiori sono stati Arthur C. Clarke, Charles Sheffield
e Gregory Benford - che si è creata imprevedibilmente uno spazio
sempre maggiore negli ultimi dieci anni, grazie a molti ottimi
autori (Stephen Baxter, Paul J. McAuley, Geoffrey Landis, Roger
MacBride Allen, Robert J. Sawyer, Kim Stanley Robinson).
Oltre a questi segnali di novità o almeno di
"freschezza" di idee, è difficile scorgere nuovi
orizzonti - se si esclude il tentativo di categorizzazione
dell'AvantPop, etichetta che personalmente mi appare un po'
"forzata" - e l'interrogativo che ci ponevamo non trova
per ora risposta: in che modo la fantascienza dei prossimi anni
riuscirà a reinventarsi?
Per cercare di capirlo è necessario seguire con attenzione
l'evoluzione della situazione.
A partire da questo numero di IntercoM
concentreremo parte della nostra attenzione sull'hard sf
dedicandoci di volta in volta alle varie tematiche (ingegneria
genetica, nanotecnologia, esplorazione spaziale, fisica
quantistica) che la caratterizzano.
IntercoM 4* è
virtualmente suddiviso in tre sezioni, dedicate all'hard sf, a
Vittorio Curtoni e al cyberpunk.
Danilo Santoni ci introduce al sottogenere dell'hard sf,
al quale è dedicato anche l'articolo "Su
scienza e fantascienza" di Kathryn Cramer, che
iniziamo ad esplorare a partire dal tema dell'ingegneria
genetica: Franco Ricciardiello ci illustra in un articolo le
implicazioni di questo argomento e la sua personale
interpretazione nel racconto " Se io
fossi Escherichia coli" (unico racconto italiano
pubblicato nel volume "L'uomo duplicato"
a cura di Piergiorgio Nicolazzini, che presentiamo al popolo di
internet); questa sezione è arricchita dal racconto "Guerre genetiche" di Paul J. McAuley,
uno dei più rappresentativi esponenti della hard sf più
radicale e dai racconti di due autori ancora sconosciuti ai
lettori italiani: "A malapena umano"
di James M. Shell, tratto da Intertext e "Una spia in Europa" di Alastair
Reynolds, che secondo Gardner Dozois è uno dei migliori racconti
del 1997 (tanto da includerlo nella raccolta "The Year's
Best Science Fiction, Fifteenth Annual").
La seconda sezione di questo numero è dedicata a Vittorio
Curtoni: l'opportunità di ripresentare al pubblico di internet
il racconto "La dignità della volpe"
(apparso originariamente su "Strani giorni"
a cura di Franco Forte) ci consente di presentarvi anche una
postfazione al racconto inedita dello stesso Curtoni,
un'intervista significativa all'autore di Emiliano Farinella, che
guarda ad ampio raggio sulla fantascienza di ieri, oggi e domani,
un profilo di Mirko Tavosanis e una panoramica di opinioni di
personaggi della SF italiana su Vittorio Curtoni.
La terza ed ultima sezione di questo numero è dedicata ad
un'approfondita analisi del cyberpunk, "Il cyberpunk e il nuovo mito" di
Michael Leon Fiegel Jr., tesa a mostrare la positività del
cyberpunk, che non implica solo nichilismo e disperazione, ma
individua una via di speranza.
E in più una ricca rubrica di recensioni.
A questo punto non ci resta che augurarvi buona lettura!
Marco Mocchi
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